Quando, la mattina del 6 agosto 1945, il grande sole esplose su Hiroshima, Sasaki Sadako era una bambina di due anni. Sadako fu risparmiata dalla bomba. Ma, dieci anni dopo, la sorte tornò a chiedere il suo obolo.
I medici le diagnosticarono una grave forma di leucemia.
Nelle lunghe giornate nel letto di ospedale, Sadako cominciò a piegare le scatole vuote delle medicine, modellando infinite gru origami. Fino al giorno della sua morte.
Secondo un’antica leggenda giapponese, di colui che – nel corso della propria vita – sia in grado di piegare mille gru di carta, gli dèi esaudiranno un desiderio.
Dal giorno della morte di Sadako, i cittadini di Hiroshima sono soliti offrire gru di carta in tutte le occasioni, pubbliche e private, nelle quali altrove si usano fiori, quasi a voler aiutare la ragazzina a raggiungere il traguardo solo sfiorato in vita.
Grazie ai fondi raccolti in tutto il Giappone, nel 1958 si inaugurò, all’interno del Memoriale della Pace di Hiroshima, la statua di Sadako, ritratta con le braccia protese verso il cielo mentre una gru spicca il volo proprio dalle sue mani.
Andrea Donna
@AndreaDonna