La “suite” è una forma di composizione che consiste in una sequenza di brani pensati per essere suonati in sequenza, e generalmente basati su diversi passi di danza: lo stesso termine suite in francese significa proprio “successione”.
Le più famose suite nella storia della musica sono quelle barocche, dove le danze che comparivano principalmente all’interno del brano erano la sarabanda, l’allemanda (queste prime due di ritmo lento), la corrente e la giga (di ritmo più vivace), affiancate generalmente a un paio di movimenti, anch’essi in forma di danza (passacaglia, bourrée, gavotta e altre danze tipiche barocche) e eventualmente a un preludio (forma non associata alla danza).
A questa forma si rifece il compositore impressionista Claude Debussy quando compose la sua Suite Bergamasque: anche tale composizione infatti è una sequenza di movimenti (quattro, per la precisione) di cui due in forma di danza.
Tuttavia, l’analogia tra la suite di Debussy e le composizioni barocche è unicamente formale: sono passati due secoli dal barocco e l’arte è divenuta tutt’altra cosa.
La Suite Bergamasque è un’opera fondalmentalmente impressionista, dove alle rigorose metriche barocche si sostituiscono dei giochi di luci e di ombre che servono solo a dare un’idea ritmica e tematica, mentre la tonalità rimane a malapena definita, soffusa nei cromatismi.
Anche il ritmo rimane illusorio: la continua presenza di rubato e rallentando di fatto in alcuni passaggi arriva a rendere la metrica totalmente superflua.
La Suite si apre con un preludio, dove il tema principale, ripetuto due volte all’inizio e due alla fine, in realtà non è mai uguale a sé stesso da un punto di vista armonico – è solo l’impressione di un ritorno.
Il secondo brano è un Minuetto, anche se ormai le caratteristiche formali del brano sono del tutto slegate da qualsiasi pretesa reale di un’ipotetica coreografia (il Minuetto in teoria sarebbe una danza).
Il terzo movimento è forse il più famoso brano in assoluto di Debussy: si tratta del brano originariamente intitolato Promenade Sentimentale, ma passato alla storia come Claire de Lune (da non confondersi con la sonata Al chiaro di luna di Beethoven).
Il quarto movimento è anch’esso in forma di danza – un Passepièd, dal ritmo vivace, ma ancora una volta dalle tinte labili e oniriche.
Buon ascolto.
La semicroma del giorno
(ovvero: una rapida, rapidissima curiosità musicale)
Il grandissimo compositore Richard Wagner, che reinventò l’opera lirica romantica in Germania, per un periodo della sua vita ebbe un fortissimo ascendente sull’imperatore Ludovico II di Baviera.
Il meraviglioso castello di Neuschwanstein, considerato il castello delle fiabe per eccellenza – tanto che ad esso si ispirarono i disegni di Walt Disney per “La bella addormentata nel bosco” – fu a sua volta ispirato (tanto nell’architettura quanto negli interni) dall’opera lirica Lohengrin – Il cavaliere del cigno.
Ma Wagner ebbe anche altre amicizie influenti nella sua vita: fu grande amico del direttore d’orchestra Hans von Bulow, di Ludwig Feuerbach e, soprattutto, di Friedrich Nietsche.
Luca Romano
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