Note notevoli: vi va di ascoltare il concerto per violino e orchestra di Mendelssohn?

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Nelle scorse settimane abbiamo esplorato un po’ il repertorio della musica “classica” in senso stretto: quella composta nel periodo tra la seconda metà del ‘700 e i primissimi anni dell’800, quando nell’arte prendeva piede il Neo-classicismo e in filosofia si sviluppava il pensiero Illuminista.
Oggi invece ci spostiamo nel periodo romantico, che temporalmente si colloca nella prima metà dell’800, con strascichi fino alla fine del secolo: proprio come in letteratura il Romanticismo nasce in contrapposizione al Classicismo e si caratterizza per essere una corrente artistica più “a tinte forti”, più passionale e intimista, ma allo stesso tempo carica di energici nazionalismi, che nell’arte esprimevano le vocazioni libertarie che venivano soffocate dalla Storia.

In musica il Romanticismo è stato uno dei periodi più floridi di compositori geniali e di opere splendide: anticipato dal secondo periodo di Beethoven e da Schubert, il movimento romantico ha i suoi più grandi rappresentanti in Schumann, Chopin, Paganini, Listz, Brahms, Čajkovskij e, in ambito operistico, Puccini, Verdi e Wagner.
Felix Mendelssohn Bartholdy è considerato uno dei compositori romantici ancora maggiormente legati, nell’aspetto stilistico-formale, alla tradizione classica, ma da un punto di vista sostanziale è già pienamente inserito nel nuovo contesto romantico.

Il brano che vi propongo oggi è il concerto op.64: composto nel 1844, è considerata tra le composizioni per violino e orchestra più belle della storia.
L’essenza romantica dell’opera si manifesta fin dai primi secondi dell’ascolto, col tema introdotto dallo strumento solista, un tema struggente e trascinante, che si contrappone al secondo tema, più calmo e sognante.
Il secondo movimento è una serena romanza senza parole, mentre l’ultimo movimento che conclude il concerto è un capriccioso esempio di virtuosismo pittoresco. Pur conservando dunque la tradizionale forma tripartita dei concerti classici, il concerto per violino e orchestra di Mendelssohn è uno splendido affresco di tutte le anime del romanticismo.

Vale la pena ricordare che il ruolo di grande innovatore di Mendelssohn non si deve al suo lavoro come compositore, ma come performer:
Fu infatti il primo autentico “direttore d’orchestra” della storia, differenziando tale ruolo da quello dei direttori dei cori di musica sacra, mentre prima le due figure erano essenzialmente unite nella figura del Kapellmeister (maestro di cappella).

 

Luca Romano

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