Non-coesione, non-statuto e non-statisti (nel frattempo diventati ottuagenari)

“Ho appena mandato una mail minatoria
al mio gruppo parlamentare, muah ah ah ah”.

Come ogni “cittadino” pentastellato, la Lombardi vive nel terrore di non essersi uniformata abbastanza al vocabolario e alle forma mentis di Grillo; sarà stata quindi tutta fiera di sé constatando che la mail che stava inviando ai suoi colleghi conteneva più di una parolaccia. L’onorevole ha modificato il famoso dettochi fa la spia non è figlio di Maria” in “chi fa la spia è una merda!” – certo, con il dono di essere più diretto dell’adagio democristiano.

Questo è solo un esempio (neanche il più significativo, ma il più recente) che dimostra quale sia lo sforzo e il dispendio di energie che i grillini sprecano per tenersi uniti. A ben vedere, il M5S si rivolge all’elettorato di destra e di sinistra senza fare differenze, e prende(va?) a piene mani da entrambi: è perciò logico che alla base vi sia molta discordanza ideologica su temi e proposte; ciononostante, gli elettori dimostrano di essere compatti, uniti dall’entusiasmo di un vaffa e dalla voglia – più che legittima – di mandare tutti a casa e ricominciare da capo. È invece il nuovo gruppo parlamentare che, sin dal primo giorno, è stato messo a dura prova sul lato “coesione”.

Sono (siamo) tutti focalizzati sulle diatribe interne del Pd: fioccano analisi su qualsiasi esternazione o dichiarazione proveniente da un deputato democratico, anche quando esse sono rilasciate più o meno implicitamente “a titolo personale”; non si contano le volte in cui si urla allo scandalo /alla secessione. Parimenti, non diamo particolare attenzione al fatto che – ormai a cadenza settimanale – ai “cittadini” vengano inviate mail al limite della minaccia, né al fatto che ogni loro mossa (e parola) sia stata precedentemente calcolata e approvata, pena l’espulsione. Ci si scuote, al massimo, quando Grillo con un post decide chi può giocare in squadra con lui e chi, magari per un commento non del tutto fedele alla linea, deve essere immediatamente disconosciuto e allontanato (trasformando in poche ora uno statista in un ottuagenario).

grilloLa cosa paradossale è che i dissidi e gli scontri non vertono su temi importanti, quali possono essere la legge elettorale o la ricetta economica: si litiga sul niente. O meglio: si litiga su questioni che nulla hanno a che fare con la gestione della cosa pubblica e con l’incarico di parlamentare. Qualsiasi litigio è fondato sul non-statuto di Grillo: niente che riguardi il bene comune, solo scontri su “regole interne di condotta”.

La stessa vecchia zia democristiana della spia e della figlia di Maria avrebbe chiosato “I panni sporchi si lavano in casa“, magari prima di entrare in parlamento: avrebbero fatto una figura migliore. Mi permetto di suggerire: magari, dico magari, focalizzarsi su temi più impegnativi, invece che badare a mantenere in piedi il (proprio) non-partito?

Francesco Cottafavi

@FCPCottafavi

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