Niente difesa per la Costituzione e l’art. 138: una vicenda inconcepibile

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È veramente inconcepibile quello che leggo spesso in queste ore girando per il web, a proposito delle manifestazioni contro la decisione del governo di modificare l’art. 138 della Costituzione.
È veramente inconcepibile leggere articoli che remano contro queste proteste, contro chi sta tentando in ogni modo (e sottolineo, in ogni modo, cara Madama Boldrini) di difendere la nostra Costituzione.

Di non lasciare che i partiti manomettano la nostra Carta, forzandone la serratura, che è proprio ciò che l’art. 138 rappresenta: il meccanismo di sicurezza che impedisce che i governi, con colpi di mano, modifichino l’assetto stesso della Repubblica.
È veramente inconcepibile leggere articoli che remano contro le proteste dei vari MoVimento 5 Stelle, Azione Civile, etc. non tanto dai giornali ma da persone qualunque, da blogger, da semplici cittadini.

Occorre sensibilizzare queste persone, occorre far accrescere in loro la preoccupazione figlia del fatto che una maggioranza bulgara sta tentando in questo momento di forzare la cassaforte che detiene le chiavi della Costituzione.
Occorre far capire a queste persone che la Costituzione non è intoccabile, ma proprio perché eventuali modifiche e ammodernamenti sono tanto delicati quanto strutturali, i nostri padri costituenti hanno voluto evitare la futura possibilità, inserendo questo articolo, che colpi di governo potessero giocare con la Carta e ribaltare i princìpi della Repubblica parlamentare.

Le modifiche alla Costituzione, se necessarie, vanno discusse ampiamente e devono richiedere molto tempo. Sabotare questa norma per scavarsi una scorciatoia che faciliti la modifica della Carta equivale a rasentare il colpo di Stato.
Il golpe bianco. 
La Costituzione rappresenta ciò per cui i partigiani ed i veri patrioti italiani sono morti, sono stati imprigionati e torturati: per nessuna ragione al mondo la virtù ed il coraggio di questi eroi nazionali devono essere imbrattati, lasciando che personaggi come Daniela Santanché, Maurizio Gasparri, Anna Finocchiaro, il diversamente saggio Quagliariello, Angelino Alfano o il condannato Berlusconi riscrivano la Costituzione.

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Ma poi, sono queste le priorità del Paese? La modifica della Costituzione? Perché non avere tanta fretta, ad esempio, per la nuova legge elettorale?
Che magari sia pure costituzionale stavolta, dato che sul porcellum alcuni dubbi di costituzionalità sono sorti.
A quanto pare, le priorità del governo non sono le priorità degli italiani. A quanto pare, si sta tentando di approfittare di questa maggioranza bulgara, di questa orgia infernale che è l’attuale alleanza di governo, per applicare le giuste condizioni favorevoli il perpetrarsi dell’attuale casta politico-dirigenziale, al fine di mantenere l’attuale status quo, in cui la logica della politica non è il buon senso guidato dall’onestà, ma l’opportunismo guidato dalla ricattabilità.

La nostra Costituzione deve essere applicata, non modificata. Solo dopo averne applicati tutti i princìpi fondamentali, allora potremo parlare di modifiche.
La nostra Costituzione contiene valori che, se applicati, offrirebbero all’istante la realizzazione di un Paese migliore. Quando (speriamo che non succeda mai) vedremo i valori della nostra Costituzione, la Costituzione stessa, stracciati e violati, quando ci ritroveremo senza questa bellissima Costituzione e al suo posto avremo una Carta su misura per i Berlusconi e per i Formigoni, allora credo che ci ricorderemo di questo 7 Settembre 2013 di proteste dalle piazze e dai tetti d’Italia.

Credo che ci ricorderemo bene di chi per questa Costituzione sta lottando e chi invece l’avrà manomessa. Credo che avremo ben presente le bandiere di quelli che vogliono salvaguardarla contro le bandiere di quelli che non hanno mai fatto politica se non per interessi personali.
Credo che ci mancheranno molto quei giorni in cui potevamo fare qualcosa per sostenere la causa della Costituzione e non abbiamo fatto nulla.
E credo che quelli che, peggio ancora, hanno scritto contro chi difendeva la Costituzione, proveranno vergogna e rimorso per quello che avrebbero potuto dire o scrivere.
Perché si sa, come diceva Piero Calamandrei, “la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”.

Niccolò Talenti
@twitTagli

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