Mondiali 2014: in Brasile sale l’allerta per la violenza sugli spalti

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Dopo la brutta figura degli stadi ancora non pronti (6 su 12, a sei mesi dal fischio d’inizio) e il crollo nello stadio Itaquerao di San Paolo (che era stato prescelto per l’inaugurazione del 12 giugno), ora si fa sempre più evidente un altro preoccupante problema per l’organizzazione brasiliana dei Mondiali di Calcio 2014: la violenza dilagante sugli spalti.

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Domenica 8 dicembre si è verificato l’ennesimo caso di rissa sugli spalti durante la partita fra l’Atletico Paranaense e il Vasco dell’ultima giornata del Brasileirao. Il bilancio è gravissimo, con due tifosi ancora all’ospedale, in coma.  Intorno al 17′ del primo tempo, mentre l’Atletico conduceva la partita per 1-0, le due tifoserie sono venute a contatto e si è scatenata una vera e propria guerriglia.

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Gli scontri sono stati di una violenza tale che la partita è stata sospesa per oltre un’ora. A riportare la calma sono riuscite solo le forze dell’ordine, dopo diversi minuti e intervenendo addirittura con l’ausilio di un elicottero atterrato direttamente in campo.

Le violenze legate al mondo del calcio sembrano dunque non avere fine in Brasile, dove solo quest’anno sono stati 30 i morti in seguito a scontri fra tifoserie. Il budget per la sicurezza del Mondiale brasiliano è di ben 600 milioni di euro, tra nuove tecnologie e ingenti controlli terresti e aerei delle frontiere, ma c’è da chiedersi se basteranno.

Per di più, le immagini delle violente proteste popolari durante la Confederations Cup di giugno sono ancora ben vive nella memoria e, se allora la gente scese in piazza per manifestare contro le cifre enormi spese dal governo per il calcio (mentre ancora grandi fasce della popolazione brasiliana vivono in povertà), ci si può chiedere per quale motivo per la Copa do Mundo lo scenario non dovrebbe ripresentarsi identico…

Serena Avezza
@twitTagli

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