
Prima di commentare, di ironizzare o di ergersi su un qualunque piedistallo da cui proferire i propri giudizi – cosa che nei social network accade con interattiva rapidità, fatevi una semplice domanda: quante ne avete viste di cose del genere? Perché è difficile immaginarla una cosa come quella che è accaduta a Cesena, figuriamoci realizzarla.
Non importa a quanti concerti si sia assistito o quanto si sia esperti, l’emozione di vedere dal vivo più persone che concorrono insieme a creare musica è qualcosa che possiamo dire di aver provato più o meno tutti; una band, una grande orchestra, un solista col suo ensemble di collaboratori e turnisti, fa poca differenza. Vi sarete domandati, vi sarete immaginati, o magari avrete avuto già coscienza del lavoro che c’è dietro ad ogni singolo show. E, tanto più se lo spettacolo vi ha lasciato estasiati, vi sarete probabilmente trovati a pensare al piccolo grande miracolo costituito dal suonare insieme, dal riuscire a creare e a dar vita a dei brani ogni volta che si calca un palco. Anche in questo caso, che si tratti di un concerto di un dilettante in un piccolo locale o di un “nome grosso” in qualche festival internazionale, la differenza – che in certa misura c’è – resta comunque relativa.
Bene, adesso voi immaginate mille musicisti. Mille. Ci sono duecentocinquanta batteristi, centocinquanta bassisti, trecento chitarristi e duecentocinquanta cantanti. L’idea che li anima è folle quanto romantica: tributare la loro passione ai Foo Fighters di Dave Grohl, convincendoli così a tornare a fare un live nella loro città. E suonano – accidenti a tutto – suonano all’unisono una sola canzone, Learn to Fly.
La realtà supera l’immaginazione.
Ora, provate a immaginare lo sforzo. Provate a immaginare l’esercizio costante. Provate a immaginare i preparativi e l’organizzazione. Provate a immaginare la passione che ha portato ciascuno di questi musicisti a essere uno con gli altri novecentonovantanove non solo per quei circa quattro minuti dell’esibizione, ma anche per tutto il tempo che hanno sottratto alle proprie quotidianità per realizzare quest’ultima. Pensate, soprattutto, all’adrenalina e all’emozione che hanno provato vedendo questa cosa crescere e infine, semplicemente, scaturire fuori grazie al contributo di ciascuno di loro.
L’esibizione è una, dura il tempo della canzone e tutto sotto certi aspetti si gioca lì. Tuttavia prima c’è un mondo di dinamiche, di speranze, di energie spese al solo fine di conseguire quell’unico risultato che si snoda sotto i nostri occhi in un breve filmato di YouTube. Il risultato finale – un prossimo concerto a Cesena di Grohl & soci – è tutt’altro che scontato, e prima di quello c’è forse anche l’intento meno nobile di “farsi vedere”, di girare per il network e di “restare” nella storia. Ma prima di tutto questo, senza di cui nulla sarebbe divenuto concreta realtà, viene la dimostrazione d’affetto e di stima artistica verso una band che ha segnato il rock del nuovo millennio e che molto probabilmente ricorderemo ancora a distanza di anni.
Su questo c’è poco da sindacare.
Mille all’unisono e in sincrono, tutti diventano uno. Il pezzo è semplice, ma l’impatto emozionale è fortissimo. Il video effettivamente fa il giro della rete, rimbalza in numerose testate musicali, arriva fino ai Foo Fighters. La risposta di Dave è molto semplice ed è data, come è giusto che sia, in uno stentato ma apprezzabile italiano: «Questo video…ma che bello, che bellissimo. Grazie mille…stiamo arrivando, prometto. Ci vediamo presto».
I paragoni con i garibaldini si sono a questo punto sprecati: non solo il leader della band risponde apprezzando il gesto, ma ci mette la faccia e promette che presto arriverà per loro.
The power of music.
Mostrare rispetto per i mille di Cesena dovrebbe essere doveroso per qualunque appassionato di musica degno di questo nome, a mio modesto parere.
Per chi preferisce criticare e minimizzare invece, che si accomodi: la tastiera del pc è uno strumento che attende sempre i suoi virtuosi.
doc. NEMO
@twitTagli