Metal Female Voices Fest 2013: una recensione appassionata

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Se si è appassionati di musica Metal, e soprattutto di gruppi con voce femminile, il festival che si svolge ogni anno a Wieze (Belgio) è sicuramente uno degli eventi più imperdibili del panorama europeo.
Da spettatore ormai tipico di questa manifestazione (per me è il quarto cartellino consecutivo timbrato) ho deciso di scrivere una recensione a uso e consumo dei lettori appassionati (o solo semplicemente curiosi).
Le valutazioni che darò dei gruppi nascono da un misto di giudizio tecnico e gradimento personale, pertanto sono puramente indicative e non vanno prese per oro colato.
Ecco a voi dunque, il Metal Female Voices Fest XI. 

 

VENERDÌ 18 OTTOBRE: WARM-UP EVENING

 

Il venerdì sera il festival offre sempre una serata di intrattenimento, in preparazione all’evento vero e proprio dei giorni successivi. Quest’anno però il programma già da subito è caldo, infatti si parte subito con…

Liv Kristine

LIV KRISTINE
La splendida soprano dei Leaves’ Eyes presenta per la prima volta su questo palcoscenico il suo progetto solista (canterà con la band il giorno dopo), e come sempre non delude.
Alcuni pezzi sono autentici capolavori di virtuosismo vocale, altri sono più semplici e fanno l’occhiolino al Pop, ma la forma vocale è strepitosa, e Liv regala al pubblico anche tre vecchi brani dei Theatre of Tragedy, pura emozione. Voto 9.

EVE’S APPLE
Non si tratta di una band, ma della community internazionale delle donne che cantano metal, che in questa occasione si esibiscono assieme cantando cover di storici brani rock. Si annuncia quindi un evento spettacolare, ma disgraziatamente non è così: la riuscita non è assolutamente degna delle aspettative.
Si vede che i brani sono stati provati poco o nulla, alcune delle ragazze vanno fuori tempo, altre sembrano più interessate ad agitarsi sul palco che ad offrire uno spettacolo al pubblico.
Qualche esibizione sopra le righe c’è, come quelle di Karolina Pacan, sempre vulcanica, Iliana Tsirakis e Heidi Parviainen, che hanno una tecnica di livello superiore, e Marcela Bovio. Ma per il resto, bocciate senza appello.
Ed è un peccato, perché vederle tutte assieme sul palco faceva proprio un bell’effetto. Voto 4.

SABATO 19 OTTOBRE

Si inizia a fare sul serio, il primo gruppo sale sul palco alle 10.30 del mattino, e le band si alternano fino a mezzanotte.

MAGION
Il primo gruppo della giornata inizia subito con grinta e musica piacevole. La qualità tecnica non è delle più elevate (la cantante abusa un po’ del falsetto), ma si impegnano e non si prendono troppo sul serio (il che va bene, considerato che il pubblico ancora mezzo addormentato non starebbe loro dietro).
Il genere è un heavy abbastanza classico con qualche influenza sinfonica, i pezzi sono piacevoli anche se un po’ uguali tra di loro. Voto 7-.

AZYLYA
Il genere si sposta decisamente più sul gothic, con dei duetti piacevoli tra voce femminile e growl intervallati da basi musicali un po’ troppo casiniste. La cantante, Jamie, è forse l’unica del festival che utilizza un approccio decisamente sensuale col pubblico – per carità, molto casto se paragonato a qualunque video di musica commerciale.
Il risultato, comunque, non guasta. Voto 7+.

VICTORIANS
Per carità, i costumi ottocenteschi sono decisamente accattivanti, ma la musica è piuttosto anonima. Le canzoni, seppure orecchiabili, non destano molte emozioni, i musicisti sono fermi sul palco manco gli avessero inchiodato le scarpe, e la cantante usa pesantemente il falsetto, cosa che non sopporto; se certi acuti non puoi permetterteli, lascia perdere, fai quello che sai fare e fallo bene: il registro lirico non è per tutti.
Gli si perdona qualcosa visto che sono un gruppo giovane, ma come direbbero a scuola: non si applicano. Voto 5.5.

IMPERIA
Finalmente si inizia a sentire un po’ di genere sinfonico. Il gruppo non ha molti album all’attivo, ma la cantante non è una voce sconosciuta: ha già cantato nei Trail of Tears e nei Sahara Dust (poi divenuti celebri dopo aver cambiato il nome in Epica), e il suo registro sopranile, sebbene non dei più puliti, è comunque potente e piacevole. 
Sembrano un po’ impacciati col pubblico, ma i musicisti sono tecnicamente ineccepibili, e i brani sono di ottimo livello: piacevoli, complessi e vari. Voto 8.

I SerenitySERENITY (foto)
Si arriva al primo dei gruppi che aspettavo con ansia. I Serenity sono una band che ho seguito per diversi anni, e quando hanno aggiunto una voce femminile alla loro line-up non ho potuto che esserne entusiasta. L’esibizione è estremamente coinvolgente, e si nota il maggiore virtuosismo dei musicisti rispetto ai gruppi precedenti; i pezzi sono belli e con la giusta quantità di rabbia.
L’unica nota negativa è proprio Clementine Delauney, che è ancora un po’ intimidita, e il cui registro vocale in realtà non sembra aver aggiunto poi molto allo stile del gruppo. Ma la passione c’è, e si vede. Voto 8.

CHAOSTAR
Un gruppo strano. Il genere che fanno non è propriamente metal, ma è qualcosa di più vicino alle colonne sonore cinematografiche. 
La cantante ha un registro lirico molto pulito, e si può apprezzare una complessità di composizione notevole, ma molti pezzi sono ostici all’orecchio, almeno ad un primo ascolto, e le influenze dodecafoniche a mio avviso sono un accademismo eccessivo.
Meritano di essere sentiti, comunque, anche solo per apprezzare le splendide basi orchestrali. Voto 7.5.

KOBRA & THE LOTUS
Questo gruppo canadese fa un genere heavy molto classico, energetico e allegro.
La cantante ha una voce bella e pulita, e a differenza di altre evita di esibirsi in acuti complessi, preferendo un approccio più di potenza.
Peccato che i brani siano un po’ tutti uguali, e anche piuttosto semplici da un punto di vista armonico e contrappuntistico. Non male, ma abbiamo sentito di meglio. Voto 6.5.

AIRIS
Diciamoci la verità, sostituire all’ultimo momento i Vision of Atlantis era un compito troppo impegnativo per un gruppo alla prima presenza a questo festival.
Quello che fanno sul palco non è malvagio, ma è anonimo, soprattutto rispetto a quello che ci si sarebbe potuti aspettare dai VoA.
Ammetto di non averli ascoltati molto, anche per la contemporanea presenza di una sessione autografi interessante. Voto 6 (politico).

I KontrustKONTRUST (foto)
Non li avevo mai ascoltati prima, quindi non sono minimamente preparato a ciò che mi aspetta. Sono spettacolari: il genere è un crossover con qualche influenza thrash, ma del tutto particolare.
Le canzoni sono tutte allegre e ironiche, cariche di energia positiva. Il cantante maschio è istrionicamente geniale, sia per il modo di cantare in stile circense, sia per il modo di atteggiarsi (riuscire a fare moonwalking sul palco di un festival metal senza sembrare fuori luogo vuol dire avere carisma); la voce femminile è talmente allegra da far passare persino in secondo piano il fatto che a cantare è una bionda stratosferica. 
Pura adrenalina, gruppo rivelazione. Voto 9.5

LEAVES’ EYES
Una delle band maggiormente attese di oggi, nonché una delle mie preferite in assoluto. Lo show è meraviglioso: se il giorno prima Liv Kristine era in forma oggi canta in stato di grazia, con un registro lirico spettacolare, acutissimo e senza mai una sbavatura.
Mostruosa lei, mostruosi i brani (di cui ben 5 in anteprima dal nuovo album, che promette molto bene), mostruosi tutti gli altri membri della band. Voto 10.

Sharon den Adel (a sinistra) e Charlotte Wessels (a destra).DELAIN
Altra band molto attesa, e altra band che non delude. I ragazzi fanno un sinfonico molto leggero, quasi pop, ma quello che fanno lo sanno fare assai bene.
Charlotte Wessels (a destra) è splendida e bravissima (anche lei usa un po’ di falsetto, ma lo maschera molto bene), e i brani sono tutti molto piacevoli. Per non farsi mancare nulla, a metà del concerto fa la sua comparsata sul palco la cognata del tastierista, ovvero la splendida Sharon den Adel (voce dei Within Temptation, a sinistra), che duetta con Charlotte e poi tira fuori dal cilindro un vecchissimo brano della sua band, che esalta il pubblico.
Purtroppo, a fronte del fatto che la sua partecipazione era stata pubblicizzata addirittura in locandina, la presenza di Sharon sul palco si limita a questi pochi minuti, ma possiamo comunque accontentarci (per oggi). Voto 9.

LACUNA COIL (foto sotto)
La giornata di sabato si chiude con il gruppo italiano per eccellenza, i Lacuna Coil. Dopo lo show bello ad un livello imbarazzante dell’anno precedente, non era facile fare qualcosa di spettacolare ed allo stesso tempo originale, ma i ragazzi ci riescono. Invece di eseguire canzoni estratte da tutta la loro carriera, decidono infatti di eseguire integralmente l’album Karmacode, che contiene tra l’altro alcuni dei loro maggiori successi, rendendo la loro esibizione inconsueta e unica.
Pur da non amante del genere Alternative Metal non posso fare a meno di inchinarmi di fronte alla bravura di Cristina Scabbia, Andrea Ferro e soci. Davvero notevoli. Voto 9

Gli italiani Lacuna Coil.

DOMENICA 20 OTTOBRE

Il secondo e ultimo giorno del festival è quello che si preannuncia come il migliore, e mi accaparro un posto in prima fila per godermelo appieno.

LENDEVI
Il primo gruppo arriva dalla penisola iberica, e fa Thrash Metal. Per essere esordienti, non se la cavano male, anche se l’inesperienza un po’ si fa sentire. 
Hanno però il merito di caricare un pubblico in gran parte ancora esausto dal giorno prima, e di non prendersi troppo sul serio. Niente di eccezionale, ma saranno da seguire in futuro. Voto 7-.

HELL CITY
Gruppo belga di formazione recente, fanno un genere heavy vagamente ispirato a quello di Doro, ma la riuscita non è delle migliori. I pezzi sono assolutamente ripetitivi e banali, e non suscitano alcun tipo di emozione.
La voce della cantante è potente, ma ha un registro molto limitato. I musicisti sono anche bravi, tecnicamente, ma non basta questo a salvare il giudizio. Assolutamente deludenti. Voto 5.

DALRIADA (foto sotto)
Normalmente non sono un fan del Folk Metal, quindi parto un po’ prevenuto, ma non appena questi ragazzi salgono sul palco cambio immediatamente atteggiamento. Sono semplicemente fantastici, la musica è varia, e riesce ad essere contemporaneamente complessa e trascinante.
Anche i contenuti dei testi sono interessanti e pieni di riferimenti culturali, anche se questo lo scoprirò solo a casa, visto che cantano in lingua ungherese. Comunque, altra rivelazione: sensazionali. Voto 9+.

dalriada

ELEANOR
Da un po’ avevo sentito parlare del fatto che il metal stava avendo una notevole diffusione nel paese del Sol Levante, e questo gruppo proveniente dal Giappone ne è la conferma.
Sono un po’ timidi sul palco, e non riescono a trascinare molto il pubblico, complice il fatto che non sembrano molto a loro agio con l’inglese, ma personalmente ho apprezzato tanto l’impegno quanto la musica: il genere è sinfonico, vagamente impreziosito da elementi musicali tipici della musica giapponese. Meritano sicuramente un ascolto. Voto 7.5.

CADAVERIA 
Già dal nome si intuisce che il genere è molto orientato sul Black Metal, e quindi so già che il mio gradimento sarà per forza di cose basso. Reggo poco il black, e ancora meno le voci femminili che cantano in scream. Bisogna però dare a Cesare ciò che è di Cesare: da un punto di vista tecnico sono estremamente bravi.
Le canzoni non risultano tutte uguali nemmeno ad un orecchio mal disposto come il mio, e il chitarrista si esibisce in degli assoli oggettivamente notevoli. Non guasta il fatto che siano italiani, visto che il Metal nel nostro paese rimane ancora un genere molto di nicchia. Voto 7+.

CRIMFALL 
Un gruppo decisamente Viking sia come stile musicale sia come look. Si presentano sul palco vestiti come vichinghi e truccati con sangue finto dappertutto. 
La cantante sarebbe pure brava, ma la musica lascia decisamente a desiderare: brani noiosi e ripetitivi, il grunter si prende decisamente troppo sul serio, ed è l’unico che si muove sul palco. Dilusione di diludendo. Voto 4.5.

La cantante e violinista degli Stream of Passion, Marcela BovioSTREAM OF PASSION
Si tratta di uno dei miei gruppi preferiti in assoluto, da quando li ho scoperti su questo stesso palcoscenico due anni fa. Nonostante le mie elevatissime aspettative, riescono a sorprendermi in positivo: sono meravigliosi.
Marcela Bovio (foto) è incantevole e in splendida forma, e la sua voce è più calda e trascinante che mai; la setlist contiene tutti i brani che amo di più, con qualche variazione vocale improvvisata da Marcela, che si inventa degli acuti che lasciano a cuore aperto. Semplicemente perfetti. Voto 10.

ANNEKE VAN GIENSBERGEN
Ok, non è propriamente una cantante metal, il suo genere è un rock molto più leggero, ma merita eccome. L’atmosfera si stempera un po’, le canzoni sono più tranquille e forse meno tecnicamente complesse, ma tanto la musica quanto la cantante non possono fare altro che mettere allegria. Ci mettiamo in mezzo qualche vecchio successo dei The Gathering, tanto per gradire, e il risultato è decisamente apprezzabile. Voto 8.5.

REVAMP
Questo gruppo è un progetto parallelo di Floor Jansen che, per chi non lo sapesse, è di recente diventata la nuova cantante dei Nightwish, il gruppo che è ancora nel cuore di tutto il pubblico, come dimostrano le numerosissime magliette.
La fanciulla non delude nemmeno un po’, e tira fuori una voce potentissima e incantevole, oltre che una notevole confidenza col palcoscenico. Gli acuti in registro lirico sono di ottima qualità, anche se non mantiene tale impostazione per molto tempo; in compenso riesce a passare dal lirico al growl nel giro di 5 secondi, dimostrando di padroneggiare una vocalità molto varia.
Il genere di questo gruppo è un po’ pesante, ma merita decisamente. Voto 9.

TARJA
Siamo sinceri, tre quarti del pubblico è lì solo per lei, e non a torto. Tarja è la regina incontrastata del metal al femminile, e per me è la voce che ho avuto nelle orecchie più di quella di mia madre.
Sul palco è più che regale: è divina. Il suo registro lirico, che già in passato ho definito come il più perfetto del panorama metal, è più bello che mai, e gli acuti sono da pelle d’oca. La setlist include tutti i suoi brani migliori, più un vecchio brano dei Nightwish (Wish I had an Angel) che manda letteralmente in orbita il pubblico. L’unico che occasionalmente riesce a rubarle la scena per qualche secondo è quel genio di Mike Terrana, la cui batteria occupa un terzo abbondante del palcoscenico.

Quando sembra che niente possa andare meglio di così, Tarja regala al pubblico un’ulteriore emozione, facendo salire sul palco Floor Jansen, con la quale duetta il brano “Over the Hills and far away”. Il fatto che si tratti di una canzone originalmente di Gary Cooper ha poca importanza: tutto il pubblico ha in mente solo la versione dei Nightwish, il gruppo di cui le cantanti sul palco rappresentano il passato e il futuro, e questo duetto a molti sembra un vero e proprio passaggio di testimone, che nell’aprire una nuova stagione per la band scandinava, chiude la prestazione celestiale di Tarja Turunen. Inarrivabile. Voto 11.

Tarja Turunen (a sinistra) e Floor Jansen (a destra)

Il festival si chiude così nell’Empireo, lasciando me e buona parte del pubblico stremati tanto sul piano fisico che su quello emozionale, ma ne è valsa la pena.
Alla prossima edizione!!

Luca Romano
@twitTagli

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