
A luglio si disputa in Italia un campionato europeo. Quanti di voi lo sapevano? Da venerdì 28 a domenica 30 luglio a Viù, nelle Valli di Lanzo, in provincia di Torino, i migliori piloti del continente si contenderanno i titoli delle varie categorie dei Campionati Europei di Speed Down.
Che cos’è lo speed down? Avete presente i bob che, sulle piste di ghiaccio delle olimpiadi invernali, sfrecciano a tutta velocità tra paraboliche e rettilinei? Ecco, una cosa simile: ma nello speed down i veicoli, dotati di ruote (ma non di motore!), sfrecciano sui tornanti di una strada estiva di montagna. Lo speed down è uno sport che trova nella velocità la sua stessa essenza: è una disciplina adrenalinica, competitiva ed ecologica. I mezzi utilizzati non inquinano, né dal punto di vista atmosferico né dal punto di vista acustico. I piloti si lanciano a grande velocità lungo strade asfaltate alla guida di mezzi ad energia gravitazionale (cioè privi di motore) e devono impiegare il minor tempo possibile (se si tratta di discesa cronometrata) oppure sopravanzare gli altri concorrenti (in caso di discesa a sfida diretta) per completare il percorso di gara. Le doti di un buon driver di speed down? Abilità, coraggio, precisione di guida, capacità di messa a punto del mezzo, tenuta fisica e psicologica. Le gare si svolgono in ambienti naturali spesso di grande bellezza: come per esempio, appunto, Viù e le Valli di Lanzo. Viù ha nello speed down una vera tradizione: il primo GP si svolse nel lontano 1959.
Sarà appunto il tradizionale percorso viucese a veder sfrecciare i più forti atleti d’Europa: 1.864 metri di lunghezza e 150 metri di dislivello lungo un tracciato che si snoda tra le località Pianlento e Pavaglione. La pendenza media è del 7,5% con punte del 10% per un percorso incredibilmente tecnico, con curve a gomito che si alternano a brevi rettilinei.
A Viù si terrà, in concomitanza con le gare, una doppia edizione della Notte Gialla Street Food, che animerà le strade del paese con spettacoli, musica, folklore, sfilate allegoriche e gastronomia.
Mauro Loewenthal