Malcolm X: perché è attuale e perché ci dovrebbe riguardare

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Ho iniziato ad approfondire la mia conoscenza su Malcolm X a 19 anni.  Motivazione: la mia tesina di liceo, incentrata sulle Pantere Nere, Malcolm X e l’hip-hop.
La cosa non finì con la quinta superiore: alla discussione per la laurea in Scienze Politiche mi presentai con una tesi dal titolo “Malcolm X: una rilettura analitica”.
Ma perché questa fissa? Perché ci dovrebbe riguardare? Perché i temi trattati da Malcolm X sono di portata universale: trascendono qualunque barriera concettuale (storica, politica, etnica, economica e religiosa) dal momento che riguardano la dignità dell’essere umano in quanto tale.

Malcolm X nasce il 19 maggio 1925 a Omaha (Nebraska) e morirà assassinato il 21 febbraio 1965 a New York. Il contesto storico è quello degli Stati Uniti degli anni ’30-’60, in pieno regime razzista e segregazionista (le leggi Jim Crow); in risposta al conflitto razziale, conosciuto con l’appellativo di “problema nero”, sorse il Movimento Nero. 
La domanda che si poneva il Movimento era grave, cruciale: l’americano e l’afroamericano possono coesistere negli Stati Uniti? Su questa base si svilupparono al suo interno due grandi correnti, “anime del movimento”:

  • da un lato gli integrazionisti, primo fra tutti Martin Luther King jr.;
  • dall’altro lato i nazionalisti (nella loro accezione più estrema, promuovevano la separazione “dall’America bianca e sfruttatrice”) che vedono il massimo esponente in Malcolm X – perlomeno sino a quando resterà portavoce del gruppo separatista chiamato Nation of Islam.

Malcolm X era di famiglia umile e politicamente schierata nel movimento nazionalista garveysta (che promuoveva l’autodeterminazione della comunità afroamericana attraverso una sorta di “capitalismo nero” finalizzato al ritorno in Africa, terra d’origine).
La sua adesione alla Nation of Islam, movimento fondamentalista religioso che promuoveva la separazione totale dall’ “America bianca e sfruttatrice”, e i ripetuti attacchi verbali che fece nei confronti della comunità bianca in qualità di portavoce ufficiale (e pure nei riguardi dell’ala integrazionista del Movimento guidata da King) lo consegnarono alla storia come un “razzista alla rovescia” sostenitore della violenza.

Questa visione semplicistica non gli rende affatto giustizia – oltre ad essere parzialmente falsa. È vero che Malcom X per parecchi anni abbracciò una visione razzista (e su questo ci sono trattati a riguardo sull’Apologia dell’odio: non è questa la sede); ma tuttavia non viene mai citata la svolta personale a livello religioso, punto di svolta definitivo per l’ultimo anno della sua vita: il pellegrinaggio alla Mecca del 1964. «Il Vero Credente riconosce l’Unità dell’Umanità».

Con l’allontanamento dai dogmi della Nation of Islam vi fu un profondo ripensamento della prospettiva politica da parte di Malcolm, il quale modificò le sue convinzioni circa le cause stesse del problema nero.
Particolare attenzione venne infatti attribuita alla struttura socio-economica americana, come causa principale del razzismo negli Stati Uniti, che fu inoltre costantemente comparata con le condizioni dei neri sul continente africano.
L’affermarsi di una visione internazionalista consentì a Malcolm di abbracciare la prospettiva dell’universalismo dei diritti a partire dalla logica “oppressi-oppressori”, ben al di là del caso americano.

Il continuo riferimento alle analogie tra la situazione dei neri in Africa e negli Stati Uniti condusse Malcolm a contribuire alla fondazione dell’Organizzazione per l’unità afro-americana. Lo scopo di questa associazione fu la rivendicazione dei diritti dei neri in quanto esseri umani, ed in particolare del diritto all’autodifesa nei confronti dell’oppressione politica ed economica da parte dei bianchi.
Negli ultimi anni della vita, quindi, Malcolm X riorientò la sua azione politica verso il tema dei diritti del popolo nero, in chiave di violazione dei diritti umani, e c’è da chiedersi dove avrebbe portato questa svolta se non fosse stato assassinato poco dopo.

Alla luce di tutto questo (che sono consapevole andrebbe approfondito: per questo i riferimenti bibliografici e web sotto) rispondo alla domanda iniziale: perché mi riguarda, e perché credo ci riguardi? Personalmente, per questi motivi:

  1. Malcolm X rappresenta il lungo e faticoso cammino evolutivo che ognuno di noi deve affrontare, fatto spesso di sbagli e vicoli ciechi, per avvicinarsi a ciò che vogliamo essere come esseri umani.
  2. Perché il temi del nazionalismo esasperato e del razzismo (in tutte le sue forme) oggi sono più attuali che mai e devono essere combattuti nell’unico modo possibile: riconoscendo i diritti dell’uomo e promuovendo la sua autodeterminazione attraverso il lavoro e l’istruzione.

A questo proposito, chiudo con due frasi (una di Malcolm X e una di Martin Luther King) che secondo me spiegano assieme la necessità di questi elementi sopracitati in maniera congiunta e interdipendente.

  • «Ho lavorato per dare a questa gente il diritto di mangiare hamburger, e adesso devo fare qualcosa… per aiutarli ad avere i soldi per comprarli»
    Martin Luther King
  • «Siamo intrappolati in un circolo vizioso di morte economica, intellettuale, sociale e politica. Lavori di livello inferiore, alloggi di livello inferiore, istruzione di livello inferiore che a sua volta condurrà a lavori di qualità inferiore»
    Malcolm X

Gianluca Senes

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Se si desidera approfondire la tematica di Malcom X e delle sue lotte anti-segregazione, suggerisco un cospicuo numero di testi e monografie. Troverete di sicuro innumerevoli spunti per soddisfare le vostre ricerche.

  • Marable, M., Malcolm X. Tutte le verità oltre la leggenda, Donzelli, Roma 2011.
  • Cone, J.H., Martin & Malcolm & America. A Dream or a Nightmare, Orbis Books, Maryknoll (NY) 1991.
  • Bertella Farnetti, Paolo, Pantere nere. Storia e mito del Black Panther Party, Shake,Milano 1995.
  • Bobbio, Norberto, Stato, governo, società. Frammenti di un dizionario politico, Einaudi, Torino 2012.
  • Bobbio, Norberto, Teoria generale della politica, a cura di Michelangelo Bovero, Einaudi, Torino 2012.
  • Cartosio, Bruno (a cura di), Senza illusioni. I neri negli Stati Uniti dagli anni Sessanta alla rivolta di Los Angeles, Shake, Milano 1995.
  • Cone, J.H., Martin & Malcolm & America. A Dream or a Nightmare, Orbis Books, Maryknoll (NY) 1991.
  • Conot, Robert, L’estate di Watts, Rizzoli, Milano 1970.
  • Du Bois, W.E.B., Le anime del popolo nero, Le Lettere, Firenze 2007.
  • King, Martin Luther, «I Have a dream». L’autobiografia del profeta dell’uguaglianza, Mondadori, Milano 2012.
  • King, Martin Luther, La forza di amare, SEI, Torino 1967.
  • Malcolm X, Con ogni mezzo necessario. Discorsi e interviste, Shake, Milano 2007.
  • Malcolm X, L’ultima battaglia. Discorsi inediti, Manifestolibri, Roma 1993.
  • Marable, Manning, Malcolm X. Tutte le verità oltre la leggenda, Donzelli, Roma 2011.
  • Pazè Valentina, In nome del popolo. Il problema democratico, Laterza, Roma-Bari 2011.
  •  www.finalcall.comwww.archives.govwww.naacphistory.orghttp://theuniaacl.com www.noi.org
  • Voices from the Harlem Renaissence study guide, Book Rags.com

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