Si parla molto di cambiamento climatico, senza saperne però molto. I luoghi comuni fioccano, soprattutto confondendo due concetti molto distinti tra di loro: clima e tempo meteorologico. Ed sono proprio i luoghi comuni i primi da smontare in tema di riscaldamento globale. Su cosa poi sia effettivamente il Global Warming e su cosa sia lecito aspettarsi nei prossimi anni, è un tema da affrontare in maniera più approfondita – magari la prossima volta.
Il tempo meteorologico e il clima sono la stessa cosa.
FALSO. Il “tempo” è una situazione meteorologica che si verifica in un determinato istante e in uno spazio limitato (esempio: oggi alle 14 c’erano 20°C a Milano; ieri ha nevicato a Canicattì; domani pioveranno 100 mm di pioggia a Masone). Il clima è una media di tutte le osservazioni meteorologiche in un determinato periodo e/o in una determinata area geografica. Il riscaldamento globale interessa tutto il mondo, ovverosia le temperature annuali (secondo una media calcolata su tutto il mondo e su tutto l’anno) stanno salendo. In certe zone questo avviene di più, in certe altre di meno.
Che una giornata più fredda delle altre in Italia faccia titolare “Dov’è il riscaldamento globale?”, è solo per colpa dell’ignoranza di certi giornalisti; che invece il riscaldamento globale avrà degli impatti sul tempo meteorologico nei prossimi anni (accentuazione degli estremi, estati più calde, variazione nei flussi di pioggia, etc.) è molto probabile.
Il riscaldamento globale è un fenomeno naturale, e comunque la variabilità climatica c’è sempre stata.
VERO E FALSO. Mi spiego meglio: la variabilità climatica è sempre esistita, ci sono stati periodi in cui la Terra era completamente ghiacciata e altri in cui di ghiaccio non c’era manco l’ombra, e l’oceano sommergeva gran parte della terraferma. Questo è dovuto a cicli astronomici di lunghissimo periodo (circa 100.000 anni). E il fatto che nell’ultimo periodo pre-glaciale la temperatura fosse come è adesso non conta. Il global warming è colpa dell’uomo e delle sue attività.
Questo perché la variazione di temperatura “naturale” avviene su scala molto più lunga: si parla di una salita di 1°-2° C ogni circa 10.000 anni. Il riscaldamento globale che stiamo vivendo ha una scala completamente diversa: 1°-2° C (anche 5°-6°, nelle previsioni più cupe) al secolo. Tra il 1880 e il 2000 la temperatura media della terra è salita di 1°-1.5°C. Sembra poco, ma in termini climatologici è davvero tanto. Altra ragione per attribuire la causa all’uomo è che la concentrazione attuale di CO2, il principale gas serra, nell’atmosfera è a 400 ppm (parti per milione). Sembra pochissimo, ma è un numero enorme. Negli ultimi 400.000 anni non aveva mai superato il livello di 300 ppm e le variazioni erano di al massimo 50 ppm ogni 10.000 anni. La variazione dal 1880 al 2000 è stata di 100 ppm: in 120 anni si è avuta una variazione che in natura ne avrebbe richiesti 20.000.
L’effetto serra è “cattivo”.
FALSO. Senza l’effetto serra l’uomo non esisterebbe sulla faccia della Terra: l’effetto serra è un fenomeno che mitiga l’escursione termica sul pianeta. Alcuni gas, detti gas serra, intrappolano la radiazione a onda lunga proveniente dal suolo e ne rispediscono indietro parte di essa. Se non ci fosse l’effetto serra tutta la radiazione lunga andrebbe dispersa nello spazio e durante la notte le temperature scenderebbe molto al di sotto dello zero.
I gas serra hanno anche la caratteristica di riflettere indietro nello spazio parte di radiazione detta ad “onda corta”, ovvero la radiazione del sole. Se non ci fosse l’effetto serra, il nostro pianeta sarebbe come la Luna, con un’escursione termica tra giorno e notte di 350 gradi centigradi. L’effetto serra diventa pericoloso quando abbiamo troppi gas serra nell’atmosfera: questi infatti rimandano indietro troppo calore e fanno sì che l’atmosfera si riscaldi di più del normale.
Lo scioglimento dei ghiacci del mare Artico, lo staccamento e il conseguente scioglimento degli iceberg, aumenteranno il livello dei mari.
FALSO. Gli iceberg, come tutto il ghiaccio che galleggia sull’acqua, sono in equilibrio con l’acqua stessa (legge di Archimede). Quindi, nel momento in cui il ghiaccio sul mare si scioglierà, non avremo un innalzamento del livello dei mari. Questa però non è una buona ragione per continuare a sottovalutare il problema dello scioglimento dei ghiacci artici: gli iceberg che si staccheranno nei prossimi anni infatti migreranno a sud, dando problemi alla navigazione. Inoltre, migliaia di specie animali che popolano i ghiacci artici durante l’inverno non avranno più un habitat nel quale vivere e saranno a rischio estinzione. Sono altri due i motivi che causano l’innalzamento del livello degli oceani: l’espansione termica dell’acqua che è in corso e lo scioglimento dei ghiacciai continentali (soprattutto Groenlandia e Antartide) che al momento non è ancora (per fortuna) avvenuto.
Il protocollo di Kyoto fermerà il riscaldamento globale.
FALSO. Il protocollo di Kyoto, storico accordo firmato nel 1997 ed entrato in vigore nel 2005, prevede la riduzione di almeno il 5% rispetto al 1990 di 5 gas serra (anidride carbonica, metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi e esafluoruro di zolfo). Questo protocollo ha come scopo di tenere l’innalzamento della temperatura sotto i 2°C da adesso al 2100, ovvero cercare di rimanere in un contesto di riscaldamento globale non grave. Non è un rimedio definitivo al riscaldamento globale, è solo un tentativo di arginarlo. Il secondo motivo per cui il protocollo di Kyoto, tragicamente, è inutile è perché USA, Cina e India non l’hanno ratificato (la prima non l’ha neppure firmato…) e purtroppo, essendo tre superpotenze, nessuno può costringerli a firmare questo documento o a smettere di inquinare. Questi tre paesi sono attualmente responsabili del 40% dell’emissione in atmosfera di gas serra.
Le mucche sono causa del riscaldamento globale
VERO, MA IN MINIMA PARTE. Le mucche, come tutti i ruminanti, contribuiscono al Global Warming. Il fatto che il numero di mucche sia cresciuto per far fronte ai bisogni dell’uomo ha in piccolissima parte contribuito, ma il Global Warming è invece principalmente dovuto ad attività umane (fabbriche, mezzi di trasporto…). Si stima che il contributo dovuto ai bovini sia del 3%. Le mucche emettono circa 500 litri di metano ogni giorno in atmosfera, dovuto alla loro attività intestinale, sotto – sic – forma sia di peti che di escrementi. Se però fossero solo le mucche ad emettere, non saremmo di certo a questo punto.
Alessandro Sabatino
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