Le cinque parole d’ordine della crisi – Luca Romano

L’antipatia per la Merkel in Italia è l’invidia del bullo per i voti del primo della classe
  • Incompetenza

Questa vicenda ha dimostrato ancora una volta quanto in Italia la politica non premi la capacità di saper fare. Con alcune lodevoli eccezioni (Zaia e pochi altri) il governo e gli enti locali hanno mostrato un’incapacità spettacolare. Non sono stati fatti abbastanza tamponi, sono venuti più volte a mancare i presidi sanitari, non si è saputo tenere traccia delle catene di contagio, e ancora adesso alla vigilia della fase due non si è vuole adottare un approccio differenziato per regione per timore di non saperlo gestire.

  • Scaricabarile

Per ovviare al punto precedente, il governo e gli enti locali hanno scaricato l’intera responsabilità della crisi sui cittadini, in primis con l’imposizione di misure draconiane che compensassero l’incapacità delle istituzioni, e in secundis con una criminalizzazione dei comportamenti individuali, che ha trovato terreno fertile nel bisogno spasmodico degli italiani di cercare sempre capri espiatori (di volta in volta: i fuorisede, i runner, i proprietari di cani, etc.).

  • Antiscientismo

In questa crisi è emersa prepotentemente la carenza enorme di cultura scientifica in Italia. E davvero, vorrei riferirmi solo ai video complottisti circolati sul web, ma non è così. Intanto perché alcuni di quei video sono stati condivisi dai leader dell’opposizione, ma soprattutto perché anche il governo, gli enti locali e, in misura maggiore di tutti, i giornalisti, hanno dimostrato un’ignoranza preoccupante circa le più fondamentali nozioni di matematica e di statistica. L’assenza di laureati STEM (Science-Technology-Engineering-Mathematics) nel governo (a proposito, l’Italia non ha mai avuto un laureato STEM tra le più alte cariche dello Stato nella sua storia) e nelle redazioni dei giornali è emersa con prepotenza.

  • Salute

Probabilmente la cosa più trascurata in questo periodo. Il governo e gli enti locali hanno fatto di tutto per tutelare la vita, a spese della salute: un atteggiamento coerente da parte di quel paese che non si è ancora dotato di una legge sul fine-vita perché ritiene etico che una persona anziana agonizzi più a lungo possibile attaccata ad una macchina per l’alimentazione artificiale. La salute mentale, in particolare, che già in Italia viene abitualmente trascurata, è stata sacrificata senza nemmeno porsi il dubbio circa le conseguenze. Solo a Torino sono decuplicati i TSO, e temo che il conto degli abusi domestici e dei suicidi alla fine di tutto sarà drammatico. Si poteva fare diversamente? Forse no, ma non ci si è nemmeno posti il problema. In altri paesi soluzioni più morbide sono state messe in pratica con successo (Germania, Corea del Sud), da noi nemmeno le si è prese in esame.

  • Retorica

La gestione fallimentare di questa crisi sotto ogni possibile profilo è stata compensata a livello mediatico da un utilizzo osceno di retorica nazionalista e patriottica, roba che Goebbels si sarebbe tolto il cappello.
Pubblicità in TV su quanto siamo un grande popolo, appelli all’unità, giornalisti che non nascondono nemmeno il godimento quando dicono che la Germania dopo la riapertura parziale ha visto risalire i contagi (e ovviamente non è vero, ma bisognerebbe saper leggere le statistiche per capirlo). Uno sfoggio di prosopopea e autocommiserazione talmente gargantuesco da aver convinto persino il resto del mondo che gli italiani siano stati vittime del fato e abbiano resistito stoicamente e in maniera eroica, quando l’unica cosa di cui siamo stati vittime è stata la nostra impreparazione.

Luca Romano

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