Taglio del cuneo fiscale alle famiglie a basso (e medio basso) reddito. Piano di investimenti nell’edilizia scolastica. Taglio del 10% dell’Irap (trovando i fondi in un aumento della tassazione sulle transazioni finanziarie).
Questo ha annunciato Renzi ieri – insieme ad altre cose che sicuramente avrete letto dapperttutto. Ma bastano queste tre proposte per avvertire distintamente sentire una profonda eco socialdemocratica. Nelle parole del neo Presidente del Consiglio e dunque nei suoi intenti.
Non è un caso, infatti, che alcuni degli avversari storici di Renzi abbiano – udite udite! – applaudito: prima Matteo Orfini (leader dei “Giovani Turchi”, la compagine di sinistra del PD di Bersani); poi Stefano Fassina (già responsabile economico di Bersani e storico avversario delle politiche di austerità suggerite dalla coppia BCE-Monti); infine, roba da non credere, Susanna Camusso in persona (proprio lei, la coriacea segretaria della CGIL che – nel dubbio – aveva già preannunciato mobilitazioni contro le proposte di Renzi). Invece, oggi la leader del sindacato rosso non ha potuto far altro che accogliere con molto favore le proposte del Presidente del Consiglio.
Certo, per ora le proposte di Renzi sono un fantastico “libro dei sogni”: mai come in altre occasioni si attendono i decreti attuativi (per essere proprio sicuri che non ci sia solo fumo ma anche un po’ di arrosto).
Eppure non si può negare che questa mossa a sorpresa del Segretario del PD vada nella direzione che la sinistra ha ritenuto giusta per anni, e questo ha uno straordinario impatto (intento?) riconciliativo con tutte le aree del PD.
Ma si tratta anche di un guanto di sfida: il migliore possibile, ma sempre un guanto di sfida. Ora tocca a noi di sinistra dimostrare di non avere una posizione preconcetta nei confronti di Renzi. Dobbiamo dimostrare che la (durissima) battaglia delle doppie primarie era una battaglia tutta politica e non ad personam.
Non era la persona di Matteo Renzi ad essere l’oggetto delle critiche, ma le sue proposte politiche. Ora siamo con le spalle al muro: le sue prime, concrete proposte di assetto economico non possono non essere condivise. Soprattutto da noi.
Siamo in grado di lavorare con l’ex sindaco di Firenze perché vengano attuate? Saremo capaci di dimostrare di essere interessati alla politica e non alle posizioni aprioristiche e di corrente?
Non cogliere l’importanza politica di questa prova dei fatti sarebbe, secondo me, assai miope: tra qualche anno potremmo non perdonarcelo.
Domenico Cerabona
@DomeCerabona