L’aereo ritardato

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Sarah Evans (il nome è di fantasia) è una vera americana™: pensa che il mondo sarebbe un posto più sicuro se tutti avessero una semi-automatica, crede in Donald Trump, ed è convinta che quella che servono da PizzaHut sia pizza.
Ma soprattutto sa che l’America è minacciata da ogni parte da messicani, terroristi musulmani, e scienziati froci che inventano teorie sul riscaldamento globale col solo scopo di danneggiare il businness americano, per ragioni al momento ignote.

Quando Sarah sale sul volo American Airlines 3950, il suo vicino di posto la mette immediatamente in allarme: innanzitutto ha i capelli ricci, non è rasato come un vero marines, e questo già non va bene.
In secondo luogo, ha la carnagione leggermente più scura. Sappiamo tutti che il mondo si divide in tre categorie: i veri americani bianchi™, i negri e i musulmani. I negri sono quelli a cui va bene sparare con scuse del cazzo (“aveva una felpa col cappuccio, mi sentivo minacciato”: assolto), i musulmani sono quelli che invece vogliono sparare a te.
Il suo vicino di posto non è abbastanza scuro per essere negro, quindi deve essere musulmano.

Il vicino in questione è Guido Menzio, per gli amici Mohammed al-Turin, e di mestiere fa il professore di economia. Insegna all’università del Massachusset, e tiene corsi di teoria dell’informazione in tutto il mondo… insomma, se sei un italiano normale, è uno dei tanti cervelli che ci siamo fatti sfuggire ma che ci rendono orgogliosi del nostro Paese all’estero.
Se invece sei un grillino, è un professorone pagato dalla Ka$ta per disinformare e favorire l’avanzata del Nuovo Ordine Mondiale bla bla piano Kalergi etc.
Sta sull’aereo che va da Philadelphia a Syracuse dove deve fare scalo per proseguire poi verso un’altra destinazione.

Sarah è arciconvinta che quello di fianco a lei sia un musulmano, e quindi un terrorista, ma non vuole precipitare le cose. Si improvvisa investigatrice e comincia a fare domande al suo vicino di posto: il Menzio, incidentalmente, sta preparando la lezione che deve andare a fare in Canada, e quindi capita che non ce ne abbia per le palle di disvelare i cazzi suoi alla prima illustre sconosciuta con più bulbi oculari che punti di QI, e quindi risponde educatamente per monosillabi.
“Abita a Syracuse?”
“No” 
“Viaggia per lavoro?”
“Sì”
“È nato a Philadelphia?”
“No”

Mentre all’ispettrice Dementia Clouseau inizia a salire la tachicardia, succede il fattaccio: il professor Menzio tira fuori un quaderno, e inizia a scrivere cose incomprensibili – per la precisione si tratta di equazioni differenziali.
Ora, che la matematica avanzata possa risultare incomprensibile ai non addetti ai lavori, posso anche capirlo, ma quando si dice “per me è arabo” di solito è una metafora. Sarah però è una vera americana™: durante la lezione di scienze le spiegavano il creazionismo, dalle amiche ha imparato che gli scienziati sono degli sfigati a cui non darla nemmeno se minacciano di far detonare il Kansas, e il suo punto di riferimento culturale è un predicatore televisivo a cui versa 50 dollari alla settimana perché preghi per lei.
Integrali e derivate per lei non sono arabo in senso metaforico, sono arabo in senso letterale: è la sottile differenza tra analfabetismo funzionale e analfabetismo tout-court.

Questa scena surreale fa il paio con l’immagine del supposto imam Ako Sharmootah, diffusa su Internet da pagine troll e rigorosamente scambiata per vera da milioni di ebeti, scandalizzati all’idea che uno volesse imporre in Italia l’uso dei numeri arabi!
Pare tra l’altro che Ako Sharmootah in arabo voglia dire “quella puttana di tua sorella”, e non sto scherzando.

Ma torniamo sull’aereo American Airlines, in attesa di decollo sulla pista dell’aeroporto di Philadelphia. La nostra eroina, a questo punto, ha tutti gli elementi per identificare il Menzio come terrorista islamico: scrive quindi un bigliettino e lo passa all’hostess.
Il nuovo personaggio è probabilmente anch’essa una vera americana™, infatti invece di chiamare la neurodeliri entra a sua volta in modalità James Bond: utilizzando impercettibili segnali codici chiede a Sarah se si sente di partire o è “troppo indisposta” – la cosa in effetti non desta sospetti nel Menzio, il quale continua a scrivere sure del Corano travestite da formule.
Ottenuta la risposta, sempre in codice, la hostess si precipita ad avvisare il pilota dell’aereo: costui ha sempre inseguito il sogno di ogni vero americano™ – bombardare con i droni gente su un cammello – ma avevano finito i posti e così è finito a fare il pilota civile.
Appena la hostess gli comunica del pericolo imminente, lui prende immediatamente la decisione sbagliata, fa tornare l’aereo nel parcheggio e chiama l’FBI: sarà sicuramente promosso per il suo eroico gesto, potrebbe aver salvato il suo paese dal teorema di Weierstrass!

Non appena l’aeromobile torna in aeroporto, Guido Menzio viene fatto alzare e condotto fuori, dove dei tizi dell’FBI lo aspettano per interrogarlo. La scena deve aver avuto dei momenti comici fuori scala, probabilmente la realtà è molto più divertente di come immagino sia andato il dialogo.

 

“Favorisca i documenti prego!”

“Certo, ecco… biglietto aereo, passaporto, carta d’identità”

“E così lei sarebbe il signor… Menzio eh? Non sembra un nome arabo”

“Brillante intuizione signore, in effetti sarei italiano”

“E allora come mai conosce e parla correntemente l’arabo?”

“Mai saputo, signore. Non so di che cosa stia parlando”

“Mi è stato riferito che lei stava scrivendo in arabo sull’aereo”

“Cosachecosa? Io stavo scrivendo formule matematiche… ecco guardi, questi sono i miei appunti”

 

Il tizio dell’FBI guarda i fogli, e comprende che la sua nazione, ancora una volta, sta per riscrivere da zero il concetto di figura di merda. Restituisce i fogli al professore e parlotta un momento col suo superiore.

 

“Capo… quello è un professore di economia italiano, sospetto abbiamo preso un granchio”

“Un professore? Italiano? Ma la donna sull’aereo…”

“Sissignore, un professore italiano, uno a cui ogni anno aumentiamo lo stipendio per fargli dimenticare che nel suo Paese ci sono i bucatini all’amatriciana e la fiorentina, mentre qui abbiamo il pizzaburgher e mangiamo pasta talmente scotta che ci si possono sigillare gli infissi. La donna sull’aereo, signore, si è sbagliata”

“Mi sta dicendo che la signora non sa distinguere tra una sura del Corano e un’equazione differenziale?”

“Le sto dicendo che se non le venisse in aiuto la sedia a rotelle non saprebbe distinguere Stephen Hawking da al-Baghdadi”

 

Il capo tace, poi torna dal Menzio a cui rende i documenti, dicendogli che può andare

 

“Mi scusi, ma mi state veramente dicendo che io sto rischiando di perdere la coincidenza perché una affetta da Alzheimer precoce non sa la differenza tra Pitagora e Maometto?”

“Guardi, le è andata ancora bene, per molto meno abbiamo bombardato l’Iraq”

 

Il nostro concittadino risale sull’aereo, che parte con due ore di ritardo. Sarah Evans rimane a terra, aggrappata alle sue certezze: vale la pena di morire per il bacon, gli omosessuali sono un abominio nei confronti del Signore, e l’America è il più grande Paese del mondo.
L’unico che fa perdere due ore a 160 persone per i deliri di un’oligofrenica invece di incollare lo sportello sopra la sua testa e depressurizzare la cabina.

Le certezze che la rendono una vera americana™.

 

Luca Romano

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