La top ten del rap demenziale

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Ci sono o ci fanno, i vari Bello Figo (già Gucci Boy), Lil Angel$, TruceBaldazzi e compagnia?
La domanda non è oziosa, perché dalla risposta dipende la definizione che diamo della loro musica: lolrap? Trash rap / rap spazzatura? Rap demenziale / rap parodistico?
Via via, da sinistra a destra, cresce il grado presunto di consapevolezza da parte degli “artisti”. 

Il “problema” è che alcuni sono virtuosi della parodia non privi di talento; altri invece si prendono dannatamente sul serio, esprimendo un disagio reale che non esclude la comicità, purtroppo involontaria.
Impossibile, quindi, una definizione univoca: questo tipo di rap non è una scuola, non è una tendenza, non è nemmanco, probabilmente, un genere.
Pertanto possiamo accogliere la definizione proposta un mio caro amico, cultore del genere (peraltro, e nonostante ciò, persona seria e raffinata): “rap 2.0”. Una definizione che non si sbilancia dal punto di vista del grado di consapevolezza degli autori e che ha il merito di sottolineare il canale di diffusione di questo tipo di musica: il web, appunto.

1. Bello figo, “Al pranzo

Se questo scheletrico personaggino di Parma – tatuaggio di Hello Kitty sul petto – sapesse quello che fa, sarebbe un genio: temiamo, invece, di trovarci di fronte a uno svampitone fatto e finito. Dedicare una canzone all’ora preferita per la propria sveglia è un unicum, crediamo, nel panorama mondiale della musica e non solo.

2. Lil Angel$, “Estate

Solito campionario di atteggiamenti da ghetto, gestualità – invero ben scimmiottate – da duri “from the block”, piscine, donne oggetto e ori al collo in quantità. Ma la domanda che tutti si fanno è: “Che diamine significa ‘gireranno con’?” 

3. TruceBaldazzi, “La mia ex ragazza

Altro tipo che, se ci facesse, sarebbe un genio. Il problema è che ci è

4. Mc Fierli, “Manuto

Abbassate il volume, lasciate da parte aspettative e pregiudizi: i primi 15 secondi di video, prima dell’apparizione di questo energumeno dal look impresentabile, sembrano anche di buona qualità fotografica. Poi arriva… lui.  

5. Rap rumeno, “Samir

Lo stereotipo del gangsta-rumeno-tipo e la rima Roma-perizoma. Che cosa desiderare di più? 

6. Miguel Serse, “Pistole di carta

Scrivere una “canzone” – e girare un video – per rispondere a una “canzone” (e un video) di Trucebaldazzi è il punto di non ritorno, il fondo del pozzo, la Fossa delle Marianne della dignità umana.
Miguel Serse rappa da laggiù, impellicciato e circondato da raffinatissime signorine. Mamma mia.

7. MC Cavallo, “Me li presti due chili di culo

MC Cavallo è, chiaramente, uno che “ci fa”: è evidente, per esempio, la parodia di alcuni degli stilemi cari a Caparezza.
Il suo principale contributo storico alla causa del rap 2.0? Il raggiungimento di vette mai raggiunte in termini di volgarità.

8. Juda, “Ragazzi, io sono una sedia

Altra parodia cosciente, ma troppo intellettualista e cervellotica per essere efficace.

9. Spitty Cash, “Difficoltà nel ghetto

Eh sì. “È un ghetto difficile“. Spacabotilia MC. 

10. Iki Cash, “Dieci motivi perché sono figo

Semplicemente penoso.

Andrea Donna
@AndreaDonna

 

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