Il nostro mondo vive costantemente sotto una spada di Damocle che sembrava essersi allontanata sempre di più dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica e la caduta del Muro di Berlino.
La minaccia è un’arma micidiale, la più potente mai inventata dall’uomo: la bomba nucleare. Un’arma devastante contro la quale ben poco possiamo fare, sia per la potenza dell’ordigno sia per il fatto che queste armi sono in mano a “poche persone” – le mani di chi è a capo di certe nazioni, alcune delle quali drammaticamente instabili.
Di bombe nucleari ce ne sono di due tipi, in realtà: la bomba A sfrutta la fissione incontrollata dell’uranio-235 o del plutonio-239 (lo stesso processo che viene usato nelle centrali nucleari, ma in quel caso la fissione viene controllata attraverso delle barre di controllo) e la liberazione di energia è data dalla celebre formula di Einstein E=mc2: ovvero, la massa che viene “persa” nel processo di fissione si traduce in energia liberata.
Queste bombe hanno una potenza di qualche chilotone (al massimo 10 megatoni); l’esplosione nucleare di una bomba di 20 chilotoni ha un raggio “letale” di circa 1-2 km (per onda di calore, o per sovrappressione, o per dose letale di radiazioni). La bomba che rase al suolo Hiroshima aveva la potenza di 13 kT (chilotoni) e uccise nell’istante dello scoppio circa 70.000-80.000 persone.
Altri poi sarebbero morti in seguito a causa delle ustioni o delle radiazioni. Il numero di morti totali dato dall’esplosione della prima atomica si stimano in 166,000 morti.
La bomba H (all’idrogeno), invece sfrutta la fusione dei nuclei di idrogeno in elio: questo processo richiede però delle temperature elevatissime per avvenire; perciò l’innesco di una bomba H è una bomba A.
Le bombe H sono di gran lunga più potenti di una bomba A, ma portano una minore radioattività rispetto a queste (sono più “pulite”, si dice in gergo). La loro potenza è di qualche megatone (ovvero 1000 chilotoni), ma possono arrivare anche a 50-100 MT; infatti la più potente bomba H mai esplosa nella storia è la bomba Tsar, fatta detonare dai russi nelle sperdute lande della Novaja Zemlja. Era di 57 megatoni: se fosse esplosa al centro di Roma avrebbe distrutto tutti gli edifici in un raggio di 35 km (fino quasi a Ostia e a Tivoli).
Nonostante questo, di armi nucleari ne esistono ancora migliaia in giro per il mondo. Attualmente la nazione che possiede più armi nucleari è la Russia, con un arsenale stimato di 10.000 testate nucleari (montate su missili terra-terra o su missili lanciabili da sottomarino; oppure come bombe sganciabili: queste tre modalità compongono la cosiddetta “Triade Nucleare”).
Poi troviamo gli Stati Uniti con un arsenale di 5,113 testate nucleari (anche qui, in triade nucleare); poi la Francia con 298 testate nucleari (Triade incompleta: solo bombe aviotrasportate e missili per sottomarino), poi la Cina con circa 250 testate e il Regno Unito con 225 (solo da sottomarino).
A questo club del nucleare si aggiungono altre potenze nucleari più “recenti”, ossia India (ca. 100 testate nucleari), il Pakistan (anche qui circa 100) e la Corea del Nord (circa 10). Queste sono le potenze nucleari “dichiarate”. A queste va aggiunta Israele che ha sempre cercato di negare il fatto di possedere bombe atomiche (ma che grazie ad alcune dichiarazioni si è scoperto possedere circa 400 testate nucleari).
Oltre a queste abbiamo cinque stati che godono del cosiddetto “nuclear sharing” della NATO e posseggono armi nucleari aviotrasportate, che però possono solo essere usate su autorizzazione degli Stati Uniti. Queste nazioni (tra parentesi il numero di ordigni) sono il Belgio (20), la Germania (40), l’Olanda (20), la Turchia (90) e l’Italia (90: ebbene sì, anche noi siamo una “potenza nucleare”).
Altri Stati invece hanno progettato di costruire ordigni nucleari, come l’Iran e la Siria (Israele fece nel 2007 un cosiddetto “raid preventivo” contro la Siria, attaccando e distruggendo il centro di produzione delle armi nucleari).
Altri ancora hanno avuto un programma nucleare, come la Germania e il Giappone durante la seconda guerra mondiale; negli anni ’50 la Jugoslavia di Tito, la Svezia, la Svizzera e l’Egitto; tra gli anni ’60 e ’70 Taiwan, la Corea del Sud, l’Iraq, la Libia, il Brasile, l’Argentina, la Romania, il Brasile, la Spagna di Francisco Franco e l’Algeria. Il Sud Africa costruì sei testate nucleari, che furono smantellate al momento del crollo dell’URSS.
Ma sono ancora una minaccia globale le armi nucleari? Sì, lo sono ancora: proprio perché negli ultimi anni si sta assistendo ad uno “sdoganamento” per quanto riguarda l’uso di queste armi in uno scenario di guerra locale. Israele ha più volte minacciato l’Iran di usare le armi nucleari per evitare che il regime degli Ayatollah si doti di armi atomiche. Israele, dal canto suo, è dagli esperti giudicato un One Bomb State: basterebbe cioè una sola bomba nucleare di potenza di qualche megatone per cancellarlo dalle mappe geografiche. Questo è il motivo per cui Israele ha sempre minacciato della possibilità di usare una bomba atomica per evitare un “secondo olocausto”.
Altro luogo caldo è il Kashmir, regione a maggioranza musulmana sotto l’India. La regione è rivendicata dal Pakistan e le scaramucce di confine tra le due potenze nucleari ha raggiunto negli ultimi anni livelli preoccupanti. Inoltre il Pakistan, che possiede circa 100 testate nucleari, oltre che essere meno forte militarmente (e quindi più propenso a usare per primo le armi nucleari) è fortemente instabile: il governo ha subìto diversi colpi di stato e i presidenti del Pakistan hanno avuto, a volte, vita molto breve. Il pericolo principale è che possa salire al governo qualcuno vicino ai gruppi terroristici di Al-Qaeda, dotando così pericolosi terroristi di un arsenale di atomiche.
Altro stato che ha destato preoccupazioni recenti è la Corea del Nord. Morto il carismatico Kim-Jong-Il, il dittatore comunista che ha governato la sua nazione per svariati anni, la guida è passata al ventottenne Kim-Jong-Un, descritto da molti come un debole, succube dei suoi generali.
Le provocazioni e i test nucleari per “mostrare i muscoli” hanno creato una situazione di tensione che si sta guastando irrimediabilmente. La Corea minaccia costantemente gli USA e soprattutto i suoi vicini con le armi nucleari. L’11 marzo 2013, la Corea del Nord ha dichiarato di ritenere nullo l’armistizio del 1953 e di “essere pronta alla guerra”. Una guerra nucleare perciò non è solo ancora possibile, ma è anche molto probabile nei prossimi decenni.
Alessandro Sabatino
@twitTagli