Il 19 settembre 2013 l’associazione Pro-Test Italia ha organizzato una manifestazione a Roma per il futuro della ricerca. La ragione: la legge-delega contenuta nel disegno di legge 587 che il Parlamento sta mettendo a punto restringe notevolmente le possibilità della ricerca biomedica, ponendo seri limiti alla sperimentazione animale (qui un nostro articolo di qualche tempo fa in proposito).
Il parlamento avrebbe dovuto, secondo le normative europee, recepire la normativa 2010/63/UE del 22 settembre 2010: essa riguardava la protezione degli animali usati come cavia e una serie di regolamentazioni in merito di sperimentazione. È una direttiva fatta bene, che stabilisce delle garanzie per gli animali impiegati ma non tarpa le ali agli scienziati che si trovano a doverli impiegare. Il Parlamento sta delegando al Governo l’emissione di un decreto legislativo attuativo di tale direttiva: tale legge-delega contiene diversi passaggi poco razionali, e pare ceda ad alcune istanze aprioristiche degli animalisti.
Il decreto legislativo figlio della legge delega in questione, qualora mantenesse le premesse di cui si parla in questi giorni, costituirebbe un serio danno alla ricerca biomedica di base italiana, ponendo vincoli molto stretti. La prima limitazione è ipocrita: sul nostro territorio non potranno più sorgere allevamenti; in compenso per le ricerche biomediche gli animali saranno importati dall’estero.
È questa una protezione degli animali? No, è semplice: in primis, gli animali in questione verranno acquistati da allevamenti di nazioni di cui si ignorano gli standard igienici e di salute, senza poter verificare in prima persona le condizioni e senza sanzionare direttamente le situazioni critiche; in secondo luogo, le cavie dovranno sopportare un viaggio di migliaia di chilometri, stipati in gabbie – con rischio di morte durante il trasporto o di giungere a destinazione in uno stato inutilizzabile per la ricerca. Se questa è una vittoria per gli animalisti, beh, è una vittoria di Pirro.
Ma scorrendo gli articoli della legge delega, si legge che l’uso di animali sarà vietato per pratiche come gli xenotrapianti, gli esperimenti bellici, ricerche sulle sostanze di abuso, ricerche negli ambiti sperimentali e esercitazioni didattiche (ad eccezione della formazione universitaria in medicina veterinaria e dell’alta formazione dei medici e dei veterinari).
In pratica, per iniziare, gli xenotrapianti che si sono dimostrati efficaci a salvare vite verranno bloccati: gli xenotrapianti sono delle pratiche mediche molto avanzate, nel quale si usano animali geneticamente modificati come donatori di organi per l’uomo. È una tecnica che sembra molto efficace e promettente. Ma non solo: vietare gli esperimenti sulle sostanze di abuso renderà impossibile, almeno in Italia, studiare rimedi per le nuove droghe prodotte ogni anno, né condurre ricerca per trattare efficacemente le intossicazioni acute o croniche da droga. In assenza di metodi alternativi agli animali – che non esistono, giova sempre ricordarlo – questo significherà uno stop inesorabile alla ricerca, con tutto quello che ne consegue.
Non sarà più possibile infine usare gli animali per scopi didattici: i futuri farmacisti, biologi o altre figure del ramo non potranno imparare come si conduce un test che prevede l’impiego di animali. Questo penalizzerà una ampia fetta di ricercatori, privati di una formazione adeguata; inoltre, sarà tolta la possibilità di condurre tesi sperimentali che coinvolgono animali: una perdita gravissima.
Le criticità non si fermano qui, ma già solo questi due punti sono gravissimi: il disegno di legge 587 che darà vita alla legge di delega è una vittoria delle pseudoscienze che stanno imperversando in questo Paese.
Stanno peraltro negando il futuro a migliaia di ricercatori: con sempre meno finanziamenti e con sempre più restrizioni alla sperimentazione, la ricerca in Italia sta morendo. Il 19 settembre a Roma è prevista una manifestazione in difesa della ricerca scientifica: io, che per fare ricerca son dovuto emigrare, sarò nella capitale col cuore.
Alessandro Sabatino