La Puppato sul ponte a senso unico

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Laura Puppato mi ricorda quei bambini che, nell’affollato campo giochi estivo, sfasciano una finestra con una pallonata pur di farsi notare dagli educatori.

600958_10201126898925737_15433906_nSe il bambino affetto da manie di egocentrismo è l’onorevole Puppato, la bolgia del campo giochi è il Pd, e noi elettorato siamo gli educatori; la maggior parte di noi guarda al bambino con rabbia e fastidio, che muta presto in compassione: siamo consci del fatto che il bambino ha agito mosso dal suo handicap comportamentale; la restante minima parte degli educatori è quella che prima del rimprovero si lascia sfuggire una risata: è per colpa loro che il bambino qualche giorno dopo bucherà il pallone o dirà una parolaccia al don. Ma lasciamo stare gli educatori: passano agosto nel campo di cemento di una canonica assillati da bambini instancabili e non sono neanche pagati: direi che gli elettori (pardon: gli educatori) ne hanno già abbastanza; veniamo alla senatrice.

La Puppato comincia a bucare palloni all’età di 55 anni, il 13 settembre 2012, giorno in cui annuncia la sua candidatura alle primarie di centro sinistra. Fin da subito si nota in lei uno spiccato odio nei confronti di Renzi (il bambino che tutti scelgono per primo quando si fanno le squadre di calcio, e che quando fa le battute a volte ride addirittura il don), mentre stringe spesso l’occhiolino a Nichi Vendola; vedremo che la vicinanza a esponenti di altri partiti e la profonda frattura con esponenti del proprio, sarà sempre una costante nel gioioso percorso politico della senatrice.

Durante la campagna elettorale delle primarie si distingue per la straordinaria capacità di trattare il tema ambientale294832_10201126898565728_2126846396_n come se fosse esclusivamente di sua competenza, ignorando il fatto che sia stato affrontato da tutti gli altri candidati (no, va be’, da Tabacci no. Ma la metà di voi non sa neanche più chi è Tabacci). Proprio il tema ambientale ha fatto da ponte tra lei e il M5S; per carità, il ponte è a senso unico, ancora oggi non ci si spiega come la Puppato si senta esente dalle umiliazioni procurate al Pd da Grillo. Forte del 2,5% preso alle primarie, la senatrice è del tutto legittimata a fare voce grossa nei primi mesi di non-governo, durante i quali si elegge ambasciatrice del Pd per il M5S; a conti fatti (e a governo Pd-PdL fatto) pare che quel feeling Puppato-Grillo fosse sentito più dalla prima che dal secondo, ma l’onorevole non si lascia abbattere.

È di qualche giorno fa (proprio prima dell’assemblea Pd) la trovata di redigere un documento contro le larghe intese, contro il governo Letta e a favore del dialogo con M5S e Sel.

Da febbraio ormai, ogni giorno siamo costretti a subire la Puppato che chiosa quanto sia virtuoso il M5S e quanto il Pd abbia da imparare; è ovvio che la senatrice voglia incrociare l’opinione dei tanti che non hanno gradito “l’inciucione” e che avrebbero messo la firma per un governo coi 5 stelle, ma sarebbe l’ora di finire di fare del populismo e mettersi il cuore in pace: Grillo non ci sta. Non ci sta con la Puppato, eletta sindaco “a 5 stelle” da Grillo stesso, figuriamoci se ci sta con Epifani.

Francesco Cottafavi

@FCPCottafavi

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