La fine del mondo (tra il serio ed il faceto)/1: 2012, the end?

Manca solo poco più di un mese a quella che per tanti seguaci di Josè Arguelles e del pensiero New Age sarà il giorno della fine del mondo: 21/12/2012. Pronti al grande cataclisma? Sarà un giorno come gli altri? Il pianeta Nibiru, tenuto segreto dai governi di tutto il mondo per non creare spavento, si materializzerà d’incanto?

Di fini del mondo previste (e puntualmente non realizzate) ce ne sono state molte, a partire dall’anno Mille (“e non più mille”). Più recentemente, il “millennium bug” del 2000 (ve lo ricordate, vero?), che avrebbe dovuto infettare tutti i computer della Terra con annesso collasso. Per i teorici del gomblotto era pronto il lancio di testate nucleari da una parte all’altra dell’oceano. Una sorta di superfesta organizzata dai computer impazziti, per augurare buon anno con fuochi artificiali a forma di fungo.

Torniamo ai Maya: tutti li ritengono una popolazione avanzatissima, con conoscenze di matematica molto più avanzate di quelle arabe e occidentali, datate ancor prima dello sviluppo della civiltà umana. I Maya, per la cronaca, usavano un sistema numerico diverso dal nostro, il sistema vigesimale (numerazione in base 20) e ci hanno lasciato un’epopea simile a quella di Gilgamesh, il Popol Vuh. Di loro però resta pochino: i primi preti che giunsero a “portare civiltà” tra di loro hanno bruciato tutto –  sapete, le opere del demonio…

Tutto questo ha contribuito a creare un’immagine idilliaca del popolo Maya: loro erano “un popolo di scienziati”, mentre gli Aztechi, l’altra grande popolazione centroamericana, erano bellicosi e guerrafondai (come si conviene per tutte le grandi generalizzazioni del pensiero qualunquista: gli uni così, gli altri cosà). Niente di più sbagliato, in realtà! I re Maya offrivano il loro sangue alle divinità, bucando parti del loro corpo (genitali inclusi), mentre i sacerdoti erano usi a sacrifici umani per placare l’ira degli dei. Quando i conquistadores arrivarono nelle loro terre i Maya erano già un popolo decadente – e comunque contro i moschetti avrebbero potuto farci ben poco.

Confrontato a civiltà contemporanee del resto del mondo, il popolo Maya era abbastanza sottosviluppato, se si fa eccezione per quanto riguarda la matematica (avevano introdotto lo zero molto prima che venisse introdotto in Europa). La loro matematica ci riporta al loro calendario, e al cosiddetto “Lungo Computo”, che non è altro che il numero di giorni passato dalla nascita del loro popolo. Un periodo di 1.872.000 giorni (5125 anni) al cui termine si sarebbe aperto un nuovo ciclo nel calendario. Un passaggio da un’era ad un’altra (non vi ricorda qualcosa? Una cosa chiamata anno, secolo o millennio, per esempio).

L’accezione di “catastrofe che avrebbe sconvolto il mondo” è opera dei fondatori della New Age per attirare allocchi nel loro business. Per i Maya era semplicemente la fine di un ciclo, da festeggiare in maniera grandiosa, come se fosse stato l’inizio di un nuovo anno. Il 21/12/2012 alla fine della

Dal film 2012

fiera era  come se fosse il loro capodanno o la fine del millennio, che a loro detta avrebbe dovuto essere fonte di cambiamenti positivi. Mi pare superfluo aggiungere che i vari terremoti di decimo grado, le eruzioni di tutti i vulcani, la disintegrazione delle terre emerse e le onde anomale vaticinate (ad esempio) dal film 2012 (una immensa americanata, superata in peggio solo da “La Guerra dei Mondi”) sono completamente inverosimili e fuori da ogni logica scientifica.

E Nibiru? Nibiru sarebbe un pianeta abitato da alieni che migliaia di anni fa crearono l’uomo. Il 21 dicembre Nibiru dovrebbe vincere la timidezza e  comparire. Dal nulla. Tuttavia fino ad ora, a novembre quasi finito, non ne abbiamo notizia. Forse è in ritardo, forse si è perso, forse è il caso di mandargli un messaggio ché mi sa che ha perso l’indirizzo.

Lasciando stare le leggende metropolitane, il 21/12/2012 sarà un giorno come un altro, nel quale le possibilità di cataclisma saranno pari a quelle di tutti gli altri giorni, cioè rasente lo zero. Possibili conseguenze che comunque, a mio avviso, ci saranno:

  • qualcuno, per paura dell’invasione aliena o di sciagure indicibili, eliminerà il proprio corredo genetico dall’evoluzione umana, meritandosi così un Darwin Awards postumo e aiutando la selezione naturale a fare il suo corso;
  • i testimoni di Geova saranno in ogni posto a regalare le loro meravigliose riviste;
  • a distanza di nove mesi da quel giorno, avremo un’anormale boom di nascite di pargoli.

Eppure questo catorcio che ci ostiniamo a chiamare “mondo” un bel giorno toglierà il disturbo. Come e quando? In materia c’è qualche realistica teoria: magari la racconto nelle prossime puntate.

Alessandro Sabatino

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