La bufala del silenzio dei media di fronte a un pestaggio di polizia

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Le liquidiamo come “bufale”, ma son qualcosa di più sottile: a volte partono da fatti reali e ci ricamano sopra per ottenere la maggiore sensazione possibile. Prendete questa: ci è capitata sotto il naso qualche tempo fa, ed è una diapositiva colma di inesattezze.
La fonte da cui proviene questa slide è la pagina facebook “Cose che nessuno ti dirà di nocensura.com“, che al momento della stesura di questo articolo conta 396.119 “Mi piace”. 
Premessa: non si può dire se gli autori siano stati mossi da malafede – un generico odio verso le forze di polizia e verso gli organi di informazione istituzionali – oppure da una più semplice superficialità. Non si può perché sarebbe scorretto attribuire loro una qualche volontà sulla base di una pura presunzione.
Quello che però possiamo certamente affermare è che questa foto (condivisa 50.833 volte, “mipiaciuta” 2594 volte e commentata 1206, secondo il counter del social network azzurro: numeri per darvi un’idea delle dimensioni della notizia) è molto imprecisa.

Innanzitutto, è falso che “nessun mass media ha riportato la notizia e che “i media hanno censurato la notizia“. Come ha sottolineato anche qualcuno tra gli oltre duemila commentatori, ci permettiamo timidamente di far notare che:

Lo ammettiamo: non abbiamo fatto un salto in emeroteca (cosa che saremmo stati tenuti a fare, avessimo scritto “nessun mass media ne ha parlato”) o all’archivio delle trasmissioni radiofoniche Rai, ma ci spingiamo a supporre che anche le edizioni cartacee e radio delle suddette testate abbiano dedicato qualche riga alla notizia.
Quindi, la frase giusta è: nessun mass media ne ha parlato, se si escludono i primi quattro quotidiani italiani, il principale free press nazionale, una manciata di blog su internet e il principale network radiofonico del nostro Paese.

Altrettanto grave la ricostruzione – eccezionalmente sommaria – dei fatti. Che effettivamente riguardano un 64enne, effettivamente pestato a sangue, effettivamente per futili motivi ed effettivamente da due poliziotti.
Non è invece vero che la vicenda è venuta a galla solo perché ripresa dalle telecamere: innanzitutto perché per visionare le registrazioni delle telecamere di sicurezza è necessario un provvedimento della magistratura, che si può avere solo in seguito ad una notizia di reato (una banale denuncia); in secondo luogo perché il filmato è stato ispezionato solo dopo che i poliziotti avevano steso una falsa relazione in cui affermavano una falsa resistenza a pubblico ufficiale, come giustificazione dell’aggressione.

Inoltre, la slide si dimentica di dire che i poliziotti erano fuori servizio, un particolare che aggiunge ancora gravità all’accaduto. 
Infine, la foto è una bufala nella bufala: lo scatto infatti risale al G8 di Genova del 2001. In compenso, sbagliando il congiuntivo, allude alla presunta malafede dei media, che avrebbero cavalcato la notizia fossero sussistite altre circostanze.

Tutta questa pappardella per ribadire il solito concetto: non-fidatevi. Verificate, controllate, non indignatevi per due parole ad effetto.
E abbiate fiducia nei confronti del prossimo, anche se è facile parlar male dei giornalisti; anche se è facile parlare male dei poliziotti.
Questi due criminali pagheranno, come devono pagare quei farabutti che attaccano due contro uno una persona indifesa (e pare perfino un po’ alticcia). Ma non fatevi manipolare da qualunquisti che si travestono da liberi pensatori: l’unico loro obiettivo è un “like” in più, che cercano di ottenere a buon mercato facendo leva sull’ingenuità altrui.

Umberto Mangiardi
@UMangiardi

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