Intervista ad un’escort per passione

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Ada ha 28 anni, vive ad Amsterdam e frequenta un prestigioso dottorato all’Università. Esce con gli amici, le piace la cucina mediorientale, va a ballare e, come tutti ad Amsterdam, si muove quasi sempre in bicicletta.
Come hobby, Ada fa la ragazza squillo.
Non nei red lights, in vetrina, ma a domicilio: prende appuntamento via Internet e si reca lei stessa dai suoi clienti. Non vuole essere una prostituta d’alto bordo: la sua tariffa di 100 euro all’ora, per quel mestiere, non è poi molto alta, ma le permette di togliersi comunque qualche soddisfazione.
Per noi in Italia, parlare di prostituzione in maniera aperta è spesso ancora un tabù: tra chi si scandalizza e chi la butta in una caciara di battute adolescenziali, è difficile affrontare l’argomento in maniera razionale. Per non parlare delle storie quotidiane che arrivano dai nostri marciapiedi, dove l’assenza di una regolamentazione fa sì che la prostituzione in Italia sia un fenomeno a cui si associano storie di degrado, criminalità, droga e abusi.
Ho provato a fare qualche domanda ad Ada, per capire quali sono le sue motivazioni, e se davvero una donna può scegliere liberamente di fare questo mestiere.

Ciao… e grazie per aver accettato quest’intervista. Prima di tutto, chiariamo subito questo aspetto: lo fai per necessità, per soldi? O altrimenti, cosa ti spinge a farlo?
No, non è assolutamente per soldi, lo faccio direi più per senso dell’avventura. È un modo interessante di conoscere nuove persone e arrivare subito a vederle dietro le loro maschere: mi intriga e mi diverte molto. Lo faccio anche per il piacere e l’eccitazione che ne ricavo: i soldi non c’entrano nulla.

La tua famiglia lo sa? Se non lo sanno e lo venissero a sapere, cosa penserebbero?
La mia famiglia non he ha idea, non è qualcosa che penso potrò mai dire loro. Se lo sapessero non credo mi rivolgerebbero mai più la parola, e ne sarebbero molto feriti. 

Più in generale, quanto sei aperta riguardo a quello che fai? Devi nasconderti anche dai tuoi amici, o viene accettato tranquillamente dalle persone che frequenti?
Purtroppo non posso aprirmi molto a riguardo. Solo un paio di amici a cui sono molto legata lo sanno; con altri mi sono lasciata scappare qualche indizio, ma ho l’impressione che preferiscano non saperlo. Ho amiche che lo invidiano, e vorrebbero fare lo stesso, ma hanno delle barriere mentali. Un’amica mi ha detto di essere gelosa: quando le ho detto che non c’è nulla che le impedisca di farlo a sua volta ha risposto che ha l’ossessione dell’igiene e non riesce a immaginarsi a fare certe cose. Vorrebbe poter essere più rilassata e divertirsi di più, ma non ci riesce. Comunque, lei rimane un’eccezione: le persone in genere non sono a loro agio a sentir parlare di questo argomento.

Ti sei mai sentita discriminata da altre donne per quello che fai?
No, o quantomeno, non apertamente. Ho spesso percepito invidia da parte di alcune di loro: magari perché sono in relazioni dove il loro partner non ha una mentalità aperta sull’argomento. O perché non sono abbastanza sicure di sé e coraggiose da fare una cosa del genere. Ma non ho mai percepito alcun tipo di discriminazione o comportamento apertamente ostile.

Hai mai avuto paura per la tua sicurezza personale? Ti ha mai preoccupato?
Solo una volta. Mi sono spaventata di un ragazzo che nel contattarmi ha menzionato diverse volte droghe e superalcolici. Quando l’ho incontrato era strafatto: non mi sono sentita al sicuro, quindi me ne sono andata. Temevo che se fossi rimasta avrebbe cercato di farmi assumere sostanze a mia volta.

Che tipo di persone sono i tuoi clienti? Sono più persone arrapate, o persone sole?
Decisamente non gente troppo arrapata. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone sole, o in molti altri casi di persone il cui partner non condivide le loro fantasie. A volte alcuni mi pagano per fermarmi la notte da loro, solamente per poter parlare dopo il sesso.

Ti sta insegnando qualcosa questa esperienza? Stai imparando a conoscerti meglio grazie a questo “lavoro part-time”?
Assolutamente! Sta avendo un’influenza molto positiva su di me: sono molto più aperta a socializzare con le persone adesso, ho più empatia. Ho imparato a giudicare molto di meno, ad apprezzare la bellezza nella diversità. Ho imparato che non si può dedurre nulla dall’aspetto di un persona, che ognuno è unico. Ho superato i miei limiti in molti sensi, ho lasciato indietro molti pregiudizi. In generale, mi ha resa una persona più gentile, tollerante e paziente, e sono molto grata di tutto questo.

C’è qualcosa che vorresti aggiungere?
Che la mente può essere molto ingannevole. Non giudicate.

Luca Romano

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