Intervista a Stefano Esposito: Si Tav ma non solo

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Stefano Esposito è uno dei personaggi più in vista all’interno del Pd Piemontese, non soltanto perché ha ricoperto incarichi istituzionali negli ultimi anni (ed è stato parlamentare nell’ultima legislatura) ma soprattutto per il suo fermo sostegno ad un’opera osteggiata, spesso in modo violento, come il Tav in Valsusa. Un sostegno che non è venuto meno nemmeno nei momenti più difficili, quando Esposito è finito nel mirino delle frange estremiste che hanno strumentalizzato e oscurato la parte sana del movimento No Tav. Buste con i proiettili, minacce e intimidazioni che hanno ricordato gli anni bui delle Br e di Prima Linea non hanno fiaccato le convinzioni del deputato piemontese il quale non si è mai sottratto al confronto civile e al dialogo con gli esponenti No Tav. Recentemente Esposito è tornato ad essere oggetto degli strali del Movimento 5 Stelle che in un volantino ha invitato gli elettori a votare per lo stesso movimento così da togliere al deputato Pd la possibilità di entrare in Parlamento.

On. Esposito, lei è ormai diventato un “militante SI Tav”, tanto da essersi meritato tutta una serie di “ammiratori” in Valle. Partiamo da qui, come nasce il suo impegno in favore dell’Alta Velocità?

Mi occupo della nuova linea Torino-Lione dal lontano 2001, quando da responsabile dell’ufficio programma dei DS proposi un documento alla direzione provinciale del partito (che fu approvato con solo tre astensioni), con cui i Democratici di Sinistra presero una posizione favorevole alla realizzazione dell’opera. Da allora me ne sono occupato come capogruppo dei DS in Provincia dal 2004 al 2008 e, quindi, come parlamentare. A differenza di molti che parlano senza conoscere questa materia, il mo impegno dura da dodici anni e ho anche studiato gli aspetti di merito e tecnici, tanto da scrivere con l’architetto Paolo Foietta il libro “TAV SI’” (scaricabile gratuitamente dal portale www.TAVSI.it), il primo e per ora unico libro pubblicato in Italia a sostegno dell’opera, che analizza con numeri, documenti e commenti, le ragioni che rendono la nuova linea un’infrastruttura essenziale per l’Italia e l’Europa.

A mali estremi, qualcuno dice, estremi rimedi: è favorevole a un intervento manu militari per risolvere definitivamente le proteste in Valsusa?

Sono stato il primo a proporre l’istituzione in Valle di Susa del sito strategico di interesse nazionale. Che è cosa molto diversa dal sito militare, infatti non prevede l’impiego dell’esercito ma attribuisce solo poteri più ampi alle forze dell’ordine. Mi sono battuto per il sito strategico, perché era lo strumento necessario se si voleva davvero fermare le azioni violente contro i lavoratori e gli agenti. Anche se i gruppi più fanatici dei No Tav credono di essere dei para-guerriglieri, in Valle di Susa non siamo in presenza di un’insurrezione, ma semplicemente di alcune centinaia di violenti che hanno strumentalizzato il movimento che legittimamente contesta l’opera. Pertanto, ciò che si deve fare è semplicemente far rispettare le leggi esistenti. La Procura della Repubblica di Torino sta facendo esattamente questo. Ciò su cui non si può transigere è il rispetto della legalità in Valle di Susa come nel quartiere di Barriera di Milano messo a ferro e fuoco ogni settimana dagli anarchici. Resta, però, il fatto che non era mai accaduto in Italia che un cantiere venisse assaltato militarmente e che più di 300 agenti venissero feriti. Eppure, di fronte a questi gravi fatti, come di fronte alle minacce e le intimidazioni in perfetto stile mafioso, si è registrato un assordante silenzio da parte di molti intellettuali di sinistra.

Cambiamo ora argomento. Lei è stato uno dei primi parlamentari del PD a invocare le primarie per i deputati. I maligni dicevano che era perché si sentiva un “signore delle preferenze”. Il suo è stato un buon risultato ma non eclatante, ha preso meno voti di quanto si aspettasse o semplicemente credeva nello strumento indipendentemente dall’interesse personale?

Lo strumento delle primarie per la scelta dei parlamentari l’ho proposto quando nessuno ci pensava: voglio ricordare la grande ostilità con cui due anni fa venne accolto un mio documento dalla direzione regionale del PD. Eppure, in presenza di una legge elettorale come il Porcellum, le primarie rappresentavano l’unica risposta credibile. Ne ero convinto allora, ne resto convinto anche oggi. Personalmente avrei preferito primarie aperte anche a chi non aveva votato a quelle precedenti per la scelta del candidato Premier, ma sono comunque soddisfatto, perché non ero il candidato né di Fassino né di Saitta né di altri capi-bastone con molte tessere. La mia candidatura voleva essere una verifica del lavoro svolto. Ricordo che sono l’unico deputato uscente, insieme ad Anna Rossomando, ad aver ottenuto un buon risultato. Ovviamente, non avendo fatto battaglie semplici, perché ho preferito seguire i miei convincimenti, ho ottenuto il risultato che mi aspettavo da una competizione ‘chiusa’ e organizzata in pochi giorni. Non un voto in più, non un voto in meno. Sicuramente la mia eventuale rielezione me la sono conquistata da solo, e devo ringraziare i tanti amici e militanti che mi hanno sostenuto in provincia di Torino.

Onorevole Esposito, lei è stato forse uno dei pochi a portare all’attenzione del governo la drammatica situazione del comparto industriale e manifatturiero piemontese…quali sono, secondo lei, le ricette per trascinare fuori dalla crisi quello che è sempre stato uno dei motori del Paese?

Credo che il nostro territorio debba ritornare ad avere una vocazione industriale e manifatturiera. Per troppi anni si è creduto, anche nel nostro partito, che si potessero sostituire le tante aziende manifatturiere che hanno chiuso aprendo centri commerciali o investendo sul turismo e la cultura, una cosa giusta, necessaria ma non sufficiente. La principale ricetta del nuovo Governo dovrà essere: incentivi fiscali per le assunzioni di giovani e donne; abbattimento del cuneo fiscale che consenta alle imprese, ma soprattutto ai lavoratori, di avere qualche euro in più in busta paga. E poi far ripartire il settore dell’edilizia attraverso due strumenti, ovvero l’allentamento del patto di stabilità per gli enti locali che consentirebbe l’avvio di tante piccole e medie opere pubbliche, e la realizzazione di infrastrutture utili come la Tav e non inutili come il ponte sullo Stretto. Infrastrutture che genererebbero lavoro e ammodernerebbero un vecchissimo sistema infrastrutturale, favorendo in questo modo la competitività delle imprese.

E visto il suo sostegno al Tav ritiene che questa opera possa essere un’occasione di rilancio per il Piemonte e le sue industrie?

Assolutamente sì, e vale un dato: l’investimento per realizzazione della Tav in dodici anni produrrà un aumento del Pil di un punto percentuale e l’impiego di 4.000 lavoratori per l’intera durata della realizzazione dell’opera. Quando la nuova linea ferroviaria entrerà a regime rappresenterà uno straordinario vantaggio per il sistema industriale e consentirà l’abbattimento dei costi di trasporto e di logistica, oggi superiori del 30% rispetto ad altre aree europee.

Onorevole Esposito, lei è uno dei parlamentari certamente più “social”. Ha iniziato a pubblicare i suoi compensi da parlamentare ancora prima che Grillo ne facesse un punto del suo programma e ha sempre diffuso attraverso il suo sito le attività svolte nel suo mandato da deputato. Secondo lei la trasparenza può essere davvero un rimedio all’antipolitica dilagante nel nostro Paese? Può aiutare a ridurre il gap tra i palazzi della politica e il cosiddetto Paese reale?

Sicuramente è uno strumento necessario. Ho cominciato a pubblicare mia dichiarazione dei redditi e la mia situazione patrimoniale nel 2008, quando di questo tema nessuno se ne occupava. Non so se sia sufficiente, ma per quanto mi riguarda continuerò a farlo se rieletto al Senato. All’antipolitica, comunque, non si risponde solo con la trasparenza dei redditi, ma con la buona politica e i risultati.

la Redazione

@twitTagli

P.S.: Sappiamo che l’argomento del TAV tende a scaldare gli animi, quindi mettiamo le mani avanti. I commenti sono ben accetti – anzi auspicabili – ma pretendiamo che si mantenga il decoro, almeno su questo sito. Pertanto elimineremo preventivamente insulti e volgarità.

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