Indipendence Day, The day after tomorrow, 2012, Godzilla: tratti in comune e assurdità scientifiche dei capolavori di Roland Emmerich

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Roland Emmerich è un genio. Lo dico senza giri di parole o falsa retorica: solo un genio sarebbe in grado di inventarsi dei capolavori come Stargate, Indipendence Day, The Day After Tomorrow, 2012, Godzilla. In almeno quattro di questi cinque blockbuster fantascientifici il mondo viene quasi disintegrato, le città vengono rase al suolo; ciononostante, i pochi superstiti buonissimi e intelligentissimi (cit.) riescono a battere il mostro/gli alieni/i cataclismi naturali. Il massiccio uso di effetti speciali e tecnologie avanzate è caratteristica comune dei suoi film: Roland Emmerich è un regista che ha fatto della fantascienza un’arte.

Roland_Emmerich.Ciò detto, gli faccio le pulci: nonostante i temi trattati cambino di volta in volta, nella sua filmografia più prettamente catastrofista (Godzilla, 2012, Indipendence Day e The Day After Tomorrow) vi sono alcuni tratti in comune:

  • New York deve essere distrutta. È un must, nei suoi film: in tutti e quattro “la città che non dorme mai” viene devastata. Che sia Godzilla che sfascia grattaceli come se fossero di pongo, gli alieni che fanno saltare in aria la città o un’onda anomala, New York già dopo mezz’ora non esiste (quasi) più.

  • In tutti i film (tranne Godzilla), Los Angeles è sempre la prima città a venire colpita e rasa al suolo. Forse perché vive lì (magari è un messaggio subliminale per il sindaco di L.A.: “Non stare a rifare l’urbanistica: sarebbe fatica sprecata”). A differenza di New York, dove in “Godzilla” e in “The Day After Tomorrow” qualche edificio rimane ancora in piedi, a L.A. tutto viene sempre raso al suolo con una tale scientificità che Cartagine era Disneyland, in confronto.
  • Il Presidente degli Stati Uniti o un suo familiare devono morire (anche qui, tranne in Godzilla, che è un mostro perbene): per la precisione, il presidente degli USA muore in “The Day After Tomorrow” e in 2012 (volontariamente); la moglie del presidente muore in “Indipendence Day”.
  • Il protagonista è sempre uno scienziato (o quasi: in 2012 è un romanziere); è sempre divorziato (o quasi: in Godzilla la co-protagonista è l’ex fidanzata storica dell’eroe), è sempre considerato da quasi tutti uno sfigato (o quasi: in “The Day After Tomorrow” è uno scienziato di ottima fama). Matematico, invece, che alla fine del film torni sempre con la sua ex.
  • Il protagonista (sempre americano, ma qui ci mancherebbe altro) è l’unico nel mondo ad aver capito cosa sta succedendo. E quasi tutti lo credono pazzo o non gli credono. Ed è l’unico nel mondo a salvare tutti quelli che non sono ancora deceduti.
  • Gli aerei da caccia contro gli alieni o contro il mostro mutante all’inizio del film non hanno nessun effetto. Alla fine del film magicamente riescono a distruggere tutto.
  • Oltre che al presidente degli USA, uno dei co-protagonisti “buoni” del film deve morire: anche qui è matematico.
  • Le riprese dei film sono fatte o a New York, o a Washington, o a Los Angeles, o a Las Vegas o in mezzo al deserto. Le altre città americane non esistono. Non vedrete mai una ripresa girata a Filadelfia, Boston, Chicago o in altri posti. In ogni caso, i suoi film sono ambientati per il 99% negli USA e il restante 1% nel resto del mondo.
  • Potrà morire mezzo mondo, ma alla fine ci sarà sempre il cane di uno dei coprotagonisti che sopravvivrà.

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Scientificamente parlando, però, il buon Roland non sempre le ha azzeccate (ecco, so già che adesso salterà fuori il fenomeno che puntualizzerà “per forza, già il termine ‘fantascienza’ è segno già che moltissime cose non succederebbero mai nella realtà“. Bravo bambino, ora vai a palleggiare sull’AutoSole)

  • In “Indipendence Day” l’astronave madre ha la massa di 1/4 della Luna ed è ad una distanza irrisoria dalla Terra. bene: un’astronave del genere avrebbe dovuto creare delle fortissime maree, con inondazioni nelle aree costiere. Invece N.Y. nelle scene successive all’arrivo sembra non avere alcun problema. Inoltre, un corpo di quelle dimensioni sarebbe stato notato con svariate settimane di anticipo, sicuramente molto prima di arrivare alla distanza Terra-Luna – a meno di una sbronza colossale di tutti gli osservatori astronomici planetari.
  • In “Godzilla”: capisco le radiazioni, ma un’iguana che diventa un mostro alto come un grattacelo di Manhattan è un tantino eccessivo. Godzilla, si scopre, è poi una madre che depone migliaia di uova. La domanda è: ma se è l’unica iguana geneticamente modificata, con che cosa ha fatto i figli? E soprattutto come? Partenogenesi?
  • In “2012” tutto viene distrutto senza un reale motivo apparente. È un film che contraddice ogni legge fisica, fatevene una ragione. Nessuno sa come, poi, solo l’Africa si salvi e addirittura rimanga sempre sgombra dalle acque nonostante tutto il resto della crosta terrestre si sfaldi come il talco: da Suez a Capo Buona Speranza neanche un millimetro di suolo africano viene toccato dal cataclisma. Avran gradito i leghisti.
  • In “The Day After Tomorrow” si parla di interruzione della corrente termoalina (qui ne avevo parlato qualche tempo fa). Ma i tempi di un eventuale crollo della circolazione sono dell’ordine delle centinaia di anni! E tutti i modelli, che sono validati su dati precedenti, indicano che mai e poi mai un fenomeno del genere porterebbe ai fenomeni visti nel film.

Alessandro Sabatino
@twitTagli

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