In parole povere: cos’è la Cassa Integrazione?

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Dopo averla sentita nominare in lungo e in largo, ci siamo mai chiesti cos’è davvero la Cassa Integrazione? Sappiamo come funziona esattamente? Piccola premessa: questo “strumento” è controverso. Per alcuni se ne abusa, utilizzandola per scopi impropri; per altri è una soluzione salvifica. In questa sede non ci interessa dare un giudizio, ma solo cercare di spiegarne il funzionamento.

La Cassa Integrazione Guadagni (Cig) è uno strumento che aiuta le imprese in temporanea difficoltà – e dunque, soprattutto, i lavoratori di queste ultime. Un’impresa può attraversare un momento difficile – per calo degli ordini, per un evento naturale (pensate alle imprese emiliane dopo il terremoto), per una crisi congiunturale eccetera: insomma, per una crisi economica passeggera passata la quale, però, l’impresa si suppone possa tornare a pieno regime.

In questo caso l’Impresa chiede all’INPS, motivandone la richiesta, di poter utilizzare la Cassa Integrazione cosiddetta “ordinaria”, che può durare sino ad un massimo di 12 mesi complessivi (dislocabili in un biennio). In pratica: ai dipendenti dell’impresa (non sempre tutti: a volte, come nel caso della Fiat, anche solo alcuni reparti) viene versato direttamente dall’INPS (e non più dall’impresa) uno stipendio ridotto  – va da sé che i lavoratori a cui viene somministrata la cassa integrazione non si recano a lavoro.

In questo modo, l’impresa risparmia lo stipendio dei lavoratori: essi non verrebbero impiegati comunque, vista la crisi in cui versa la società stipendiante; ma così si può utilizzare il capitale risparmiato per rinnovare i macchinari (è il classico esempio della cassa integrazione per il rinnovo della linea nelle catene di montaggio) o per riassestare le finanze o, ancora, per avere un periodo di tempo “neutro” utile per accapparrarsi nuovi ordini. Così, grazie alla cassa integrazione, l’impresa non è costretta a (o non ha la scusa per) licenziare i dipendenti, e questi ultimi, pur percependo uno stipendio ridotto, non rimangono senza sostentamento e senza lavoro.

C’è poi la Cassa Integrazione in deroga o straordinaria. Questa viene assegnata straordinariamente e – per l’appunto – in deroga al limite dei 12 mesi di cui abbiamo parlato prima: ne beneficiano imprese o comparti industriali con più di 15 dipendenti la cui crisi tarda a terminare (ed è questo il motivo delle feroci polemiche). La durata della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria è di due anni, con eventuali altre due proroghe di massimo un anno ciascuna (anzi, 12 mesi, ché la proroga può essere sufficiente anche in un periodo di tempo inferiore, nell’ordine dei mesi) per ragioni particolari.

 

Ma chi paga questa famosa Cassa Integrazione? La CIG ordinaria è erogata dal datore di lavoro, il quale però recupera la somma dall’INPS con il sistema del conguaglio: quindi, paga l’Inps. Sostanzialmente, però, la CIG è a carico delle imprese stesse e dei lavoratori. Infatti, le imprese versano nelle casse dell’INPS circa il 2% del monte salari lordo dei lavoratori (in altre parole: l’impresa versa i soldi all’INPS invece che nella busta paga del lavoratore), creandosi così esse stesse un fondo dal quale attingere in caso di bisogno. Il conguaglio tra imprenditore e Inps agisce su questo 2%. 

C’è da dire che prima della crisi economica di questi anni il bilancio della cassa integrazione ordinaria era in forte attivo, visto che dal 2003 al 2007, a fronte di un versamento del 2% del monte salari, veniva poi usata mediamente una somma pari circa allo 0,5% (qui la fonte). La crisi ha cambiato le cose, ma il concetto resta immutato. Pensatela come una polizza sulle spese mediche: magari per vent’anni la pagate senza mai averne bisogno, ma poi per tre o quattro anni ne usufruite per una cifra maggiore al premio assicurativo annuale. Tutto sommato, è un sistema che funziona.

Nella Cassa Integrazione Straordinaria, invece, l’Inps paga direttamente, rinvenendo i fondi su un sostanziale stanziamento diretto del Governo. Sono dunque il Ministero del Lavoro e (successivamente) quello delle Finanze a valutare se l’utilizzo di questo strumento è opportuno o meno. Una volta effettuata questa valutazione, si individua la necessaria copertura.

Cosa significa la frase “si individua la necessaria copertura”? Sostanzialmente, significa: questi soldi provengono dalle tasse. Qualcuno pensa che i soldi spesi, a volte anche per anni, per la cassa integrazione in deroga non sempre sono spesi bene e nella maniera più efficiente.

Domenico Cerabona
@DomeCerabona

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