A cosa servono le commissioni parlamentari permanenti? E quali sono i criteri per la loro formazione? Sono queste le domande alle quali cercheremo di rispondere nelle righe che seguono.
Cominciamo con il dire che il lavoro delle commissioni è importantissimo per il corretto funzionamento della macchina istituzionale. È infatti all’interno di esse che vengono esaminati, discussi e modificati i disegni di legge.
Ricevuto il ddl, la commissione lo esamina, discute articolo per articolo e vota il testo che poi verrà discusso e votato dalla Camera e dal Senato (entrambe le camere si avvalgono di commissioni con competenze quasi del tutto speculari fra esse).
Oltre alla commissione in sede referente appena descritta vi è anche la commissione in sede legislativa, “ereditata” dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni dei tempi del regime fascista e oggi scarsamente utilizzata: in essa viene escluso del tutto un intervento dell’Assemblea e l’iter legislativo si svolge esclusivamente all’interno della commissione.
Ibrido è invece il procedimento in sede redigente dove la commissione opera articolo per articolo e l’Assemblea soltanto per votazione finale.
Può capitare che un disegno di legge assegnato ad una commissione contempli materie che riguardano anche altre commissioni. Soccorre, in questo caso, la commissione in sede consultiva chiamata a dare un parere sulle materie di competenza.
La composizione di questi organi, secondo il dettato della nostra Costituzione (art. 72, comma 3), deve rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Fin qui non ci sarebbero motivi, pure in assenza di un governo sostenuto da fiducia parlamentare, per comporre le commissioni.
Il problema sorge tuttavia per la figura del presidente, normalmente selezionato tra gli esponenti della maggioranza. Va da sé che mancando una maggioranza risulta difficile comporre le commissioni ma soprattutto sceglierne i presidenti.
Sul punto i costituzionalisti si dividono tra chi sostiene che sia possibile comunque formare le commissioni e chi invece è convinto del contrario. Questione interpretativa di non facile soluzione perché la nostra Costituzione non disciplina compiutamente la composizione delle commissioni e ovviamente non contempla un caso di assenza di governo.
A.P.
@twitTagli