In nome di John: quando i Led Zeppelin dissero basta

“Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico ed il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere – in piena armonia tra noi ed il nostro manager – che non possiamo più continuare come eravamo”.

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Finiva così, con un lapidario comunicato stampa, la storia di uno dei più grandi gruppi rock della storia, i Led Zeppelin. Era il 4 dicembre 1980. La storia della band britannica era in realtà finita ben prima, il 25 settembre dello stesso anno, quando il batterista John Bonham si era presentato completamente ubriaco alle prove e aveva continuato a bere per tutta la sera ad una festa in casa del chitarrista Jimmy Page. I suoi amici lo avevano messo a dormire in una stanza, convinti che quella sbronza sarebbe passata come tante altre, con una profonda dormita.

Così profonda in quel caso che Bonham non si risvegliò più. Soffocò nel suo stesso vomito così come era accaduto, nel febbraio 1980 a Bon Scott, voce e frontman degli Ac/Dc, e dieci anni prima a Janis Joplin e Jimi Hendrix.

Per quanto breve – rimasero sulle scene dal 1968 al 1980 – la parabola dei Led Zeppelin è stata così intensa da segnare un’epoca e da innovare il rock, gettando le basi di quel genere che verrà definito hard rock.

Tutto era nato nel 1968 con un “aborto”. Jimmy Page, chitarrista e membro degli Yardbirds – gruppo che terrà a battesimo due mostri sacri della chitarra come Eric Clapton e Jeff Beck – propone proprio a Jeff Beck di creare un super-gruppo con Keith Moon e John Entwistle, batterista e bassista degli Who. Il gruppo non si formerà mai, e i quattro si ritroveranno soltanto per incidere un singolo.

Nello studio di registrazione Page incontra John Paul Jones, bassista e tastierista che subito mostra interesse per il progetto. Ai due, pochi mesi dopo, si aggiungono Robert Plant e John Bonham. Il neonato gruppo parte in tournée con il nome di The New Yardbirds ma i due Who, Entwistle e Moon, coniano senza volerlo un nome destinato a restare nella storia: riferendosi al gruppo che sarebbe stato composto da loro due, da Page e da Beck, lo definiscono un “Lead Zeppelin”, un dirigibile pesante, ma al tempo stesso tanto leggero da librarsi nell’aria.

Quel nome così strano, ossimorico, piacque e non poco a Page e soci, che decisero di farlo proprio facendo soltanto cadere la “a” di Lead, data l’ambivalenza del vocabolo inglese.

Il gruppo c’era, il nome pure, nascevano ufficialmente i Led Zeppelin, che di lì a poco avrebbero dato alla luce il primo album, intitolato, anch’esso Led Zeppelin.

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Il rock degli Zeppelin appare subito come una commistione di suoni diversi, mutuati tanto dal blues quanto da altri generi musicali interpretati con uno stile volutamente pesante dal punto di vista strumentale. Riff di chitarra che segneranno intere generazioni di chitarristi alternati alla voce miagolante e malinconica di Robert Plant diventeranno un marchio di fabbrica.

Nel 1969 arriva l’album Led Zeppelin II che si apre con Whole Lotta Love, e arriva anche il successo. L’album resterà infatti al top delle classifiche statunitensi per diversi anni. Segue Led Zeppelin III, album che si apre con la celebre Immigrant Song.

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La maturità arriva però con il quarto album “ZoSo” che contiene Black Dog, Rock ‘n Roll e Stairway To Heaven, un capolavoro rock che gli stessi Zeppelin considereranno come proprio inno.

Giù dal palcoscenico la storia dei Led Zeppelin somiglia molto a quella di altri gruppi degli anni Settanta. Eccessi, droga, alcool, stravaganze, accuse di satanismo e di plagio che hanno già caratterizzato la storia di gruppi come Rolling Stones e Beatles non mancano. Fino a quel 25 settembre 1980, quando proprio gli eccessi e la sregolatezza (da sempre compagna del genio) si portano via Bonham.

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Jimmy, Robert e John non se la sentono di continuare quell’avventura senza l’amico di sempre. Il 4 dicembre di trentadue anni fa il sipario cala per sempre sui Led Zeppelin, lasciando in eredità brani, riff e assoli che hanno cambiato la storia della musica, non solo rock e influenzato tantissimi gruppi venuti dopo. Uno a caso, i Queen.

Alessandro Porro

@alexxporro

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