Il referendum come scusa per l’odio

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In queste settimane ho fatto un esperimento interessante: ho seguito e letto gli interventi di vari “attivisti del web” in alcuni gruppi del M5S, a fianco della lettura di vari articoli del Fatto Quotidiano e di altri blog vicini a Grillo (cosa che tra l’altro, come tanti altri, faccio abitualmente).
Quindici giorni di full immersion mi sono bastati a capire due verità secondo me incontrovertibili.

La prima: contrariamente ad ogni buona intenzione, quel tipo di base è completamente divorato dall’odio per chi la pensa diversamente. Sarà anche vero, osservare il comportamento di alcune decine di migliaia di elettori su Internet non è rappresentativo dell’intero elettorato; ed ergersi a giudice dei presunti “analfabeti funzionali” è lo sport preferito di ogni snob, innegabile.
Eppure, molto peggio degli errori di ortografia, dei “IO VOTO NOOOOOOOOOO” e della credulonità complottista (tanto facile da prendere in giro anche se certo non rappresenta tutto l’elettoratio 5 Stelle) io ho trovato una cattiveria e un odio che mi hanno spaventato seriamente.
A parte le continue immagini, vignette e poster contro Renzi e gli altri esponenti del governo, a parte i continui attacchi a Boldrini e Boschi solo in quanto a donne con insulti irripetibili, a parte le notizie chiaramente false contro gli immigrati, Benigni e l’UE, a spaventarmi è stato l’atteggiamento nei confronti di chi dissente.

Chi criticava, chi faceva una domanda scomoda, veniva sistematicamente insultato, segnalato, espulso, bombardato di qualunque tipo di ingiuria: sessantenni auguravano morte e offendevano schifosamente dei ragazzi di diciotto anni, una sbornia di odio di parte, di volgarità, di totale chiusura mentale.
E questo mi spaventa perché, anche senza arrivare a questi livelli, si tratta di un atteggiamento parecchio diffuso, anche tra persone apparentemente ben diverse dal quadro tipico dello zotico da tastiera che ci immaginiamo.
Persone rispettabilissime ed istruite, quotidianamente, danno a chi la pensa diversamente del PDiota, miserabile, stronzo, imbecille, ladro, colluso, mafioso, merda, venduto, lecchino, troll e così via, riempiendo i social network del loro schifo verso una parte politica che è (mi spiace dirvelo) formata per la grandissima parte dai vostri vicini di casa, da chi lavora con voi, dai vostri parenti; ogni volta che vi trasformate in tifosi fanatici state semplicemente scavando un fosso verso altri cittadini, verso persone che spesso a differenza di voi non pensano di avere la Verità in tasca e che sono disposte a parlare e confrontarsi.

Il problema è che a volte mi sembra che ci stiamo bevendo completamente il cervello, che l’odio politico – perché di vero e proprio odio si tratta – con Internet abbia raggiunto la sua esplosione: e la cosa mi fa molta paura.
Mi fa paura perché la tendenza all’aggressività, all’insulto, all’inimicizia, alla diffusione di notizie false, ormai è sdoganata, striscia a tutti i livelli. Ogni volta che dite che la riforma l’ha scritta Verdini, che il popolo non eleggerà più i parlamentari, che entriamo in una dittatura, che il governo è controllato da JP Morgan, che chi vota il PD è un lecchino stronzo mafioso raccomandato ladro (anche quando si tratta di uno studente di vent’anni con una famiglia normalissima), che Benigni è un fallito, che i giornalisti vengono pagati con i soldi pubblici per dire falsità, state facendo questo stesso gioco.
Ogni volta che vi informate solo su blog amici e sul Fatto Quotidiano prendendo editoriali smaccatamente di parte come se fossero la Bibbia, e rifiutate il confronto con gli altri perché tutto il resto dell’informazione (che almeno CI PROVA ad essere imparziale) fa parte del complotto.
Ogni volta che esibite fieramente il vostro muro contro muro invece di riflettere criticamente.

Con questo non sto gettando nel cesso un intero partito politico o tutti i suoi elettori (che comprendono anche numerose persone con cui amo confrontarmi e che sono d’accordo riguardo a questo tipo di problema), ma devo ammettere che vedere quanto è esteso e forte questo tipo di atteggiamento mi fa paura; perché non si tratta più di antipolitica rabbiosa, si tratta di vero e proprio odio esibito con orgoglio: esattamente l’opposto di quello che avrebbe bisogno questo Paese (e più in generale questo mondo).
Forse è meglio incanalare il tutto in un partito che – a differenza dei suoi omologhi europei – non fa parte della destra xenofoba ma, se non altro, ha istanze ecologiste, legalitarie e assistenzialiste in buona parte condivisibili. Ma fa comunque paura, perché questo tipo di atteggiamento (non lo immaginavo così diffuso e radicato) è lo stesso che un giorno potrebbe portare al salto di qualità: quanto ci metteranno le parole vomitate su Internet a trasformarsi in fatti?

La seconda è che la vittoria del NO a questo referendum è praticamente scontata; e se anche vincesse il SI’ sarebbe per il formarsi di una “maggioranza responsabile” silenziosa poco più numerosa dall’altra parte, e una riforma costituzionale che passa con il 50% + 1 dei voti in un Paese spaccato da un vero e proprio odio elettorale sarebbe comunque una sconfitta, sul piano prima politico e poi soprattutto etico.
La verità è che della riforma non importa nulla a nessuno, se non quando si tratta di usarla come terreno per chi la spara più grossa: non importa nulla a buona parte di chi è per il NO e sguazza nelle bugie e nel puro e semplice odio per Renzi al di là del merito; ma credo che importi poco o niente alla quasi totalità dei SI’, per i quali – a parte la demagogia del contenimento (minimo) dei costi della politica – l’obiettivo primario è soprattutto la difesa di una certa classe dirigente.

La riforma è tutto sommato un tentativo che parte da obiettivi lodevoli (superare bicameralismo perfetto e conflitti tra Stato ed enti locali) e li raggiunge discretamente con alcuni pasticci tecnici; qualcosa che avrebbe dovuto essere concordato da un’ampia maggioranza e sviluppato da addetti ai lavori, senza tirare in mezzo un plebiscito per il governo Renzi.
La riforma del funzionamento delle istituzioni influirà sulle nostre vite soprattutto per via indiretta e molto meno del previsto, ed è qualcosa che scalda poco: quanti di noi che voteremo SI’, alla fine, sono davvero convinti e consapevolmente partecipi a questa riforma?

Ma non perché sia fatta male, semplicemente perché è qualcosa che ci tocca poco: nessuno di noi la vede come la Grande Occasione, è qualcosa che ci faremo piacere e che magari apprezziamo davvero (secondo me è a parte tutto una buona riforma), ma che non poggia su un vero movimento popolare.
Al contrario, dalla parte del M5S (lascio da parte la barzelletta che troviamo a destra) si sta cementando un’opposizione ferrea, completamente impermeabile ad ogni opinione diversa, fieramente combattiva: spesso su presupposti totalmente errati, spesso spinta dal puro odio di partito, spesso forte di menzogne gratuite, ma proprio per questo totalmente indistruttibile.
Una massa del genere è compatta, si ingrandisce e si amplifica, fa sentire chi vi appartiene come combattente in una grande rivoluzione che culminerà con la cacciata di Renzi e la vittoria del M5S; non importa se poi nella realtà dopo la vittoria del NO si formerà un governo di larghe intese che durerà mesi e modificherà la legge elettorale in senso proporzionale per tagliarli per sempre fuori dai giochi.

E purtroppo non possiamo fare niente, perché gli indecisi verranno risucchiati dentro questo gioco e il fronte del SI’ non potrebbe mai raggiungere lo stesso entusiasmo, perché questa è una materia tecnica e non (almeno in teoria) elettorale, non è un sogno che trascina le persone.
E anche se dovesse prevalere di poco, il giorno dopo semplicemente ci troveremmo a chiederci come metà del Paese abbia potuto modificare l’architettura istituzionale in una guerra contro l’altra metà, e credo che più che contenti, a ben pensarci, saremmo solo delusi per quello che siamo diventati.

M.M.

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