I Parlamentari del M5S sul tetto di Montecitorio: cariche nuove, problemi vecchi.

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La notizia dei Parlamentari del Movimento 5 Stelle che stanno occupando il tetto di Montecitorio mi fa correre la memoria, per l’età mediamente giovane degli occupanti, alle proteste studentesche del dicembre del 2010, durante le quali sono stati occupati prima tetti, poi piazze, ferrovie, tangenziali e via dicendo.

Posto che per il momento questa protesta non sta facendo male a nessuno (e quindi, se sta bene a loro, facciano pure), le considerazioni che ricorrono su questo punto rimangono quasi intatte. Come gli studenti, all’epoca, potevano far valere le loro idee negli organi elettivi delle Università (che tutti sappiamo contare come il due di coppe, ma non è questo il punto), i Parlamentari pentastellati possono e dunque devono intervenire nel confronto democratico all’interno della Camera di appartenenza. Vedendo questi fatti, ho sempre l’impressione che alcune parti delle minoranze abbiano una concezione della democrazia tale per cui “se si fa come diciamo noi va bene, altrimenti passiamo alla piazza (o al tetto, in questo caso)”. 
Con l’effetto collaterale, ma cercato, che la gente viene a sapere che qualcuno è finito su un tetto ma non sa davvero perché.

Cerchiamo di spiegarlo, questo perché: il 5 stelle protesta con tanto vigore contro le riforme costituzionali, in nome della difesa dell’art. 138 della Costituzione.
Il disegno di legge costituzionale incriminato è questo, per il momento approvato dal Senato e trasmesso alla Camera. Nel testo del ddl, a dire il vero, l’art. 138 non è nemmeno nominato, ma non si può negare che venga parzialmente by-passato. 

  • In buona sostanza, la proposta del Governo è di istituire un Comitato Parlamentare per analizzare in sede referente i progetti di riforma di alcune parti della Costituzione con un iter più spedito, riducendo l’intervallo tra le due letture della Camera a 45 giorni.
  • A compensazione, sarebbe possibile richiedere il referendum confermativo indipendentemente dalla maggioranza con cui la legge è stata approvata (mentre attualmente, se in ciascuna Camera la maggioranza in seconda lettura è superiore a due terzi la legge costituzionale si applica immediatamente).
  • Infine, il comitato “cessa dalle sue funzioni con la pubblicazione della legge o delle leggi costituzionali e di quelle ordinarie approvate ai sensi della presente legge costituzionale, ovvero in caso di scioglimento di una o di entrambe le Camere”, e questo ne delinea un assai verosimile carattere di temporaneità.

Al di là delle ideologie e cercando di essere pragmatici: posto che le parti della Costituzione riformabili con questo iter accelerato escludono esplicitamente la Parte Prima sui diritti fondamentali, e i titoli IV e VI della Parte Seconda (sulla magistratura e sulle garanzie costituzionali), in tempo di larghe intese il nuovo iter potrebbe costituire una buona occasione per ammodernare lo Stato – perché no, anche con il contributo delle minoranze e della più nutrita di esse, il Movimento 5 Stelle. 
Sempre che lor signori si degnino di scendere dal tetto.

Jack O. Hearts
@twitTagli

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