I militanti di SEL si domandano: “Che le abbiamo fatte a fare le primarie?”

Smetti di seguire Nichi Vendola

Ieri c’è stato grande subbuglio nella “base” di Sinistra Ecologia e Libertà, il partito di Nichi Vendola. Basta andare a fare un giro sui profili social del Presidente della Regione o del suo “vice” Gennaro Migliore per rendersene conto.

La causa scatenante di questa “rivolta” sono le liste elettorali da presentare alle politiche del 24 febbraio, dopo la riunione della direzione nazionale di SEL avvenuta ieri. All’ordine del giorno, la composizione delle liste per il Parlamento.

Anche SEL ha fatto le primarie lo scorso 29 e 30 dicembre: e a dirla tutta, le primarie del partito di Vendola erano ancora più rilevanti di quelle del PD. Facile intuire perché: SEL, verosimilmente, avrà dei gruppi parlamentari esigui, con pochi scranni in Parlamento da assegnare; va da sé, quindi, che la posizione in cui si è inseriti nelle liste è determinante.

Facciamo l’esempio di Torino: alla Camera dei Deputati, SEL probabilmente eleggerà due candidati. Quindi essere al terzo posto potrebbe essere la stessa cosa che stare all’ultimo.

Michele Curto, vincitore delle primarie di Sel della provincia di Torino per la Camera

La base dei militanti e degli attivisti che hanno speso moltissimo del loro tempo per organizzare e rendere possibili le primarie, si aspettava che la Direzione Nazionale ne tenesse debito conto al momento di stilare le liste, senza imporre nomi del partito in cima alle liste.

Intendiamoci: anche nel PD il Segretario avrà in ciascuna lista una quota di garantiti che non hanno partecipato alle primarie. Per esempio, nel collegio del Piemonte 1, si parla di sette o otto posti sicuri a disposizione di Bersani tra deputati e senatori. Sono tanti, d’accordo, ma considerando che il PD eleggerà circa venti parlamentari, i militanti che hanno reso possibili le primarie non hanno la sensazione che esse siano state inutili. Dodici o tredici tra deputati e senatori eletti “giustificano” lo sforzo profuso.

Tutta altra faccenda sarà invece in SEL, dove il rischio che si profila è assai demotivante: dopo due giorni passati ai seggi, i nomi sicuri vengono decisi altrove. È perciò montata la rabbia di molti appassionati militanti, mobilitatisi domenica 30 dicembre per tenere aperti i seggi invece che andare in vacanza. In parole ancora più povere: a Torino ci sono due “poltrone” più o meno sicure; il partito però inserisce due suoi nomi in cima alla lista (relegando così il vincitore delle primarie al terzo posto). A questo punto, molti si domandano: “Ma queste primarie allora a che son servite?”.

Da qui è scoppiata la protesta, in particolare in seguito alle affermazioni di Vendola: il leader pugliese si complimentava con il suo partito per “non essersi rassegnato al porcellum”, proprio grazie allo strumento delle primarie. Molti militanti e iscritti a SEL non hanno reagito benissimo a questa affermazione, sentendosi quasi sbeffeggiati – sic rebus stantibus. Nei commenti su internet ci sono andati giù piuttosto pesante. Verrebbe da dire che non hanno tutti i torti…

Domenico Cerabona
@DomeCerabona

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