I dubbi di un amante dell’ambiente sul referendum del 17 aprile

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Questo referendum mi provoca non poche beghe mentali. Ne avevamo già scritto in questo articolo, ma pare non bastare:

  • se propendo per il NO, mi sento uno stronzo a cui non frega niente dell’ambiente, basta che non aumenti il prezzo della benzina per il mio SUV;
  • se propendo per il SI, mi sento un pirla sognatore che non ha capito che questo referendum non sposta di una virgola la nostra ahimè poco performante politica energetica nazionale, ma che anzi rischia di peggiorarla ancora.

Non guardo la tele, ma leggo un sacco di persone che lamentano del fatto che il Governo stia facendo una campagna pro-astensione, semplicemente tacendo sul 17 aprile: il che, se è vero, è un fatto abbastanza grave ed implica una discreta disonestà intellettuale da parte di chi dovrebbe informare i cittadini in maniera il più imparziale possibile.
La stessa disonestà intellettuale però la vedo in chi si fa promotore del SI, lanciando slogan come “salviamo il nostro mare”.
Domenica non salviamo niente, ma proprio niente – e sostenerlo è disonesto!

La strada dovrebbe essere quella di diminuire il consumo di carburanti fossili e non quella di privarci di quelli che abbiamo. Se da qui a 5 anni continuamo ad utilizzare la nostra macchina esattamente come abbiamo fatto fino a ieri, non solo non salviamo il nostro mare, ma continuiamo ad inquinare quello altrui andando ad estrarre da altre parti, pagando di più la materia prima e continuando ad essere un Paese stra-dipendente da terzi, con tutte le conseguenze di politica estera ed economiche che ne conseguono.
Forse, nel mio io, penso realisticamente che sarebbe meglio iniziare ad abbassare i consumi per i prossimi 5 anni, iniziare ad importare meno gas e petrolio, iniziare a risparmiare qualche soldino per energie alternative, continuare ad utilizzare le nostre energie fossili finchè non si esauriscono e nel mentre attendere che quelle green le sostituiscano definitivamente.
Se penso così realisticamente però, mi sento lo stronzo del punto 1.

Credo che chi ci rimette veramente in questo referendum siano le persone, in cui mi metto anch’io, che amano veramente l’ambiente e che sono affascinate dalle energie rinnovabili, perchè credo si stia perdendo un’occasione enorme per far valere le nostre ragioni. 
Stiamo scatenando un casino mediatico pazzesco su della fuffa e ancora una volta chi propone o che vorrebbe proporre una strada alternativa farà la figura dell’ingenuo, del naïf, di quello che millanta frivolezze poco concrete.
E le aziende mastodontiche che estraggono combustibile, delle frivolezze e delle battaglie poco concrete, se ne fanno una grossa grossissima risata;
Per tutto questo sono arrabbiato e pensieroso.

Luca Murta (ZetaBlue Blog)

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