
- basta politiche di austerità, cancellazione del fiscal compact e modifica sostanziale dei principali Trattati europei;
- lotta allo strapotere finanziario, all’evasione fiscale e ai paradisi fiscali;
- reddito minimo garantito e intervento pubblico diretto in economia, per far fronte al neoliberismo dilagante – o “turboliberismo”, come direbbe Vendola.
Ed è proprio Nichi Vendola – assieme ad una cordata di intellettuali – a spendersi di più per il superamento della fatale soglia di sbarramento. Per il leader di SEL “i nemici dell’Europa sono due: le lobby dell’austerity e i populisti che pensano che la salvezza sia l’uscita dall’Europa e dall’euro“; invece Alexis Tsipras “rappresenta un europeismo nemico delle piccole patrie, nemico di ogni forma di nazionalismo” (sempre Vendola dixit).
- la difesa dell’ambiente e la valorizzazione del patrimonio culturale;
- la sponsorizzazione delle energie rinnovabili e la ricerca dell’indipendenza energetica;
- la ricerca di un modello di globalizzazione che non sia basato sullo sfruttamento dell’uomo e della natura.
- ha come obiettivo la piena occupazione e richiama la regola del benessere del 1994: meno tasse, più consumi, più investimenti, più crescita, più lavoro, più gettito, più welfare, più benessere per tutti
- garantisce il risanamento dei conti pubblici, ma lascia spazio all’autonomia degli Stati nazionali: “in un momento storico di grave crisi, serve uno shock economico. In momenti come questo le regole vanno spezzate, vanno rotte“.