Siamo a poche ore dalla vittoria di Hollande in Francia, un risultato storico dopo 23 anni di Présidents de la République di destra. Una vittoria fortemente simbolica per il tipo di campagna anti-rigorista fatta dal leader socialista. Molti, soprattutto in Italia, sono convinti che questa vittoria sposterà gli equilibri europei, negli ultimi anni dominati dall’asse Sarkozy-Merkel (con la statista tedesca a farla da padrona), con l’ossessione per l’ordine dei conti pubblici.

E qui forse è il caso di spendere due parole sull’antipolitica. Se credete che sia un problema italiano, causato da Berlusconi, dal Pd o dalla corruzione, vi sbagliate di grosso. È purtroppo un sentimento che circola in tutta Europa e che si sfoga in maniera diversa: in Inghilterra abbiamo un partito ultranazionalista anti-europeista che, paradossalmente, alle elezioni europee – dove il sistema elettorale è proporzionale – prende un sacco di voti ed elegge numerosi rappresentanti che vanno a Bruxelles a sbraitare contro l’Europa (il video di uno di loro era diventato un virale qualche mese fa).
Chiedevo a Marcus come vedeva la situazione e lui mi rispose con una semplicità disarmante: “Blair e i laburisti hanno fatto bene, ma secondo me è tempo di cambiare, è arrivato il momento di provare con Cameron”.