Abbiamo già parlato di Global Warming, cercando di rispondere alle domande più comuni in merito, magari sfatando qualche luogo comune.
Ora scopriamo esattamente cos’è il riscaldamento globale e, soprattutto, cosa ci aspetta nei prossimi anni.
Il riscaldamento globale è l’aumento della temperatura media della Terra. Con questo termine si intende una variazione non dovuta ad effetti naturali, esterni, a fattori astronomici (precessione degli equinozi, variazione dell’eccentricità dell’orbita) o a fattori climatici (ciclo della circolazione termoalina). Si parla di cambiamenti dovuti alle attività umane.
L’attribuzione all’uomo (che per alcuni scienziati, scettici sul riscaldamento globale, è controversa) è una deduzione dovuta a più fattori, principalmente:
- al fatto che questo riscaldamento è di molti ordini di grandezza più rapido della scala globale;
- alla parallela crescita molto grande di gas serra quali l’anidride carbonica, il metano o i famigerati clorofluorocarburi (i cari vecchi CFC, il più famoso dei quali è il freon: essi non solo riscaldano il pianeta molto più della CO2, ma distruggono pure lo strato dell’ozono).
La stima che viene fatta dall’IPCC (una commissione internazionale creata apposta per valutare le cause e gli effetti di questo riscaldamento globale) è che la temperatura media globale è salita di 0,75°C dai valori medi del secolo XIX.
Hanno anche calcolato che, se in questo momento spegnessimo tutte le centrali elettriche che vanno a combustibili fossili, fermassimo tutti gli aerei, i treni, le auto e vivessimo solo all’ombra di un fuoco per riscaldarci fino alla fine del secolo, la temperatura media aumenterebbe comunque entro il 2100 di altri 0,6°C. Questo per una certa inerzia dell’atmosfera e soprattutto per le difficoltà sempre dell’atmosfera ad assorbire questi gas in tempi ragionevoli.
Comunque vada, quindi, la temperatura nel 2100 sarà salita di 1,35°C rispetto ai nostri bisnonni – anche se pare piuttosto improbabile rispettare le condizioni ascetiche appena descritte.
Quindi, al minimo, si avrà un innalzamento di 1,35°C.
Non sembra tanto, no?
Invece sì: questo 1,35°C di crescita (già oggi assolutamente inevitabile) porterà a conseguenze abbastanza tragiche, di cui dobbiamo essere consapevoli: infatti, fino a 2°C di crescita gli effetti dovrebbero essere ancora “accettabili”; ma il margine per stare dentro è di soli 0,65°C.
Un margine che corrisponde esattamente alla crescita calcolata se tutte le nazioni rispettassero il Protocollo di Kyoto (incluse, dunque, le refrattarie USA, Cina, India e le altre nazioni in via di sviluppo).
Il Protocollo di Kyoto non è molto democratico: i tagli sono “orizzontali”, e per rispettarlo anche le nazioni in via di sviluppo dovrebbero inquinare di meno, bloccando in qualche modo la loro crescita economica.
Gli USA, dal canto loro, sono storicamente i maggiori responsabili di questo fenomeno: essi non hanno né firmato né ratificato il Protocollo e non intendono rispettarlo.
Anzi, volete ridere? Uno Stato degli USA (il Nord Carolina, link 1) ha bloccato per legge la crescita del livello del mare causato dal riscaldamento globale: c’è trepidazione per sapere quale sarà la punizione per l’odioso nemico che lambisce le loro coste.
Inoltre, alcune frange politiche USA (Repubblicani in testa) reputano il riscaldamento globale un’invenzione degli scienziati. Molti di loro hanno presentato un rapporto alternativo che delinea scenari idilliaci, senza catastrofi.
Guarda caso, quel rapporto fu finanziato dalla Exxon (multinazionale del petrolio!).
Lasciamo perdere l’ottusità a stelle e strisce e vediamo cosa prevedono gli scienziati dell’IPCC. Partiamo ottimisticamente da un massimo di 2°C di crescita: tenete conto che queste sono conseguenze inevitabili, che avverranno davvero.
- Aumento delle ondate di calore e delle morti ad esse correlate. Si calcola che questo fenomeno andrà a colpire anche la Siberia durante l’estate.
- Aumento delle inondazioni a causa dell’estremizzazione del clima.
- Minore disponibilità di acqua, con periodi di siccità più lunghi e intensi ai tropici e alle medie latitudini (quindi anche l’Italia). Questa mancanza d’acqua colpirà da 0,4 a 1,7 miliardi di persone in tutto il mondo.
- Dai 10 ai 30 milioni di persone a rischio-fame, ovviamente da sommare agli attuali.
- Migrazioni più intense per ragioni ambientali, che porteranno a conflitti armati (il primo conflitto “climatico” è già avvenuto: è stato il Darfur).
- Singoli eventi di precipitazioni più intense, soprattutto nelle zone di siccità (tradotto: non pioverà per molto, ma quando pioverà ci sarà forte rischio di inondazione)
- Aumento di intensità degli uragani (Cathrina e Sandy non sono capitati per caso).
- Aumento degli incendi alle medie latitudini.
- Aumento delle tempeste ai poli.
Se invece non riuscissimo a contenere questo innalzamento nei 2°C, arrivando a +2° – +3°C di aumento, dovremmo avere tutto quello che è riportato sopra più:
- Un aumento fino a 3 milioni in più nel computo delle persone a rischio inondazione.
- Un aumento fino a 10 milioni in più di persone a rischio fame.
- Sbiancamento della maggior parte dei coralli.
- Scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia e – in parte – della calotta Antartica, con innalzamento del livello del mare di circa 6-7 metri (leggasi: Venezia, New York, città costiere e isole basse addio)
- Rischio di collasso della circolazione termoalina (cioè un blocco della circolazione delle correnti del Golfo del Messico, con conseguente ulteriore estremizzazione climatica).
- Ulteriore aumento di intensità degli uragani, oltre gli attuali criteri di progettazione delle strutture.
- Aumento delle ondate di caldo, con rischio di carestia per la distruzione dei raccolti.
- Aumento degli incendi, con seri pericoli ai polmoni verdi del pianeta, le foreste.
- Aumento della siccità nelle regioni tropicali.
- Perdita dei ghiacciai montani
- 20-30% delle specie animali a rischio estinzione.
Se invece arrivassimo a +3 – +4°C, le ipotesi prevedono:
- Fusione pressoché totale della calotta Groenlandese e della calotta occidentale dell’Antartide: aumento del livello dei mari stimato a 12 metri.
- Al posto di assorbire anidride carbonica, gli ecosistemi saranno fonti di anidride carbonica perché ormai saturi, peggiorando ulteriormente la situazione.
- Estinzione della maggior parte delle specie del mondo.
- Morte della quasi totalità delle barriere coralline.
A +4 / +5°C, gli scienziati ci dicono che si avrà:
- Scarsità di cibo anche alle alte latitudini.
- Produzione globale di cibo in crisi totale.
- Altre 120 milioni di persone a rischio fame.
- Da 1.1 a 3.2 miliardi di persone senza (o comunque in penuria di) acqua.
- Perdita di quasi tutte le foreste, inclusa quasi tutta la Foresta Amazzonica.
- Forte spostamento a nord delle malattie tropicali.
Oltre +5°C:
L’IPCC non ha voluto nemmeno contemplare tale ipotesi, ma guardando sopra due ipotesi potete anche stimarle da soli.
Basandosi solo sui dati di concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, se Kyoto non verrà rispettato (come probabilmente succederà), gli scienziati sono propensi a credere che la temperatura avrà un incremento di 2.5-3.5°C.
Ovviamente queste sono solo teorie, basate su semplici modelli matematici: non è detto che siano accurate al 100%, sia nel bene che nel male. Gli scienziati dell’IPCC potrebbero essere stati troppo pessimisti – ma anche troppo ottimisti.
Quello che è certo è che non possiamo prendere il riscaldamento globale sottogamba, proprio per i suoi effetti disastrosi sul clima.
Alessandro Sabatino
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