
L’estate è – lapalissianamente – sinonimo di vacanze, relax sotto l’ombrellone o in montagna o in campagna dopo un duro anno di lavoro. Ma vuol dire anche, per moltissimi che vivono nelle città, uscire e andare a contatto con la natura selvatica o con il mare. Noi non ci facciamo molto caso, però è bene notare che questo vuol dire anche pericoli: in natura si possono incontrare animali non sempre amichevoli con l’uomo. Quali pericoli si possono trovare in Italia?
Mammiferi
In Italia non esistono mammiferi particolarmente pericolosi: tuttavia, non tutti gli animali si danno alla fuga quando si sentono minacciati. Alcuni di essi attaccano.
Il principale tra questi mammiferi è certamente l’orso, il carnivoro più grande d’Italia: uno tra gli animali più belli del regno animale. In Italia esistono due sottospecie di orso bruno: l’orso bruno eurasiatico e l’orso bruno marsicano. Il primo arriva fino anche ai 400 kg e in piedi arriva ai due metri-due metri e mezzo; il secondo arriva fino ai 300 kg ed in piedi arriva ai 1,5 – 2 metri. L’eurasiatico vive nelle regioni nord-orientali: principalmente in Trentino, ma può anche essere avvisato in Veneto, Friuli e nelle provincie di Bergamo e Brescia. L’orso marsicano vive sull’Appennino dalle Marche alla Puglia, è maggiormente diffuso nelle montagne dell’Abruzzo.
La stazza è sicuramente poderosa, ma sono stati rarissimi i casi di attacchi di un orso all’uomo: l’orso è proverbiale per essere un animale estremamente schivo, ed ha paura dell’uomo. L’orso bruno quindi non è pericoloso salvo situazioni particolari, in cui l’orso agisce per autodifesa. Precisamente, gli orsi attaccano se feriti, per difendere i cuccioli (questo le femmine), durante l’atto del mangiare, se colti di sorpresa o spaventati, se disturbati nella tana, se diventano troppo confidenti con l’uomo (per questo è buona norma non dare mai da mangiare all’orso: oltre ad essere vietato, rischia di rendere l’orso confidente con l’uomo ed aumenta la probabilità d’attacco).
Ovviamente attaccano anche i cacciatori (ah, a proposito: i cacciatori sono più pericolosi di tutti gli animali presenti in Italia. Ogni anno sono più le morti accidentali causate dai cacciatori che lemorti causate dagli animali). Per saperne di più sugli orsi qui trovate altre informazioni utili. Da tenere conto infine che l’orso è un animale principalmente notturno.
Altro animale potenzialmente pericoloso, ma ancora meno dell’orso, è il lupo. La sottospecie diffusa in Italia è il Lupo degli appennini, presente in tutti gli appennini (dalla Sila fino alla Liguria) e sulle Alpi nord-occidentali (Piemonte): il lupo attacca in branco, ma ha paura dell’uomo. È un animale molto schivo e non ha né la forza né la potenza dell’orso.
Il cinghiale è un animale che attacca per difesa quando si sente disturbato: è un animale schivo che scappa in presenza dell’uomo e usa l’attacco come ultima risorsa. È un animale molto massiccio, che può arrivare fino a 200 kg, un metro di altezza e 180 cm di lunghezza ed è dotato di una forza spaventosa soprattutto durante le sue cariche; vive principalmente in boschi e querceti, ultimamente sono stati avvistati degli esemplari nelle periferie cittadine (Genova, Milano e sulla collina di Torino). Il cinghiale attacca solo in due casi: se si sente minacciato o in presenza di una minaccia ai cuccioli.
In questo video un cinghiale carica un mezzo dei Vigili del Fuoco, senza subire alcun danno fisico. La sua arma di difesa è la carica, che serve per far spaventare e far fuggire l’eventuale aggressore. Esiste anche la sottospecie sarda che è più piccola rispetto a quella continentale.
I cervi non sono pericolosi per l’uomo, normalmente scappano, ma se si sentono particolarmente minacciati possono anche attaccare e le loro corna non sono piacevoli.
Rettili
Le vipere sono gli unici rettili pericolosi in Italia. Ne esistono di 4 specie: l’aspide, il marasso, la vipera dell’Orsini e la vipera dal corno. Tutte le vipere in presenza di esseri umani tendono a scappare e mordono solo se direttamente minacciate (esperienza personale: l’ho “incontrata” tre volte in montagna e non mi ha mai morso). In 6 anni (dati Università La Sapienza) i morsi sono stati 257, solo uno mortale (un anziano, morto d’infarto). Ovviamente il suo morso ha degli effetti collaterali molto forti come mal di testa, vomito e nei casi più gravi shock. Inoltre nel 30% dei casi la vipera morde senza inoculare il veleno. Le vipere si distinguono dagli altri serpenti (che sono innocui come le bisce o che hanno pochissimo veleno come i colubri) per la pupilla verticale e per le squame piccole e disordinate sul capo.
L’aspide è diffusa in tutta Italia, tranne che nella Sardegna: è lunga al massimo un metro ed è diffusa soprattutto in prati, pascoli e pietraie. Il veleno è potente e contiene sia neurotossine che emotossine. Per la precisione, ha una LD50 (ossia la dose che ucciderebbe nel 50% dei casi: più è alta la LD50, meno è potente il veleno) in concentrazione di 1.5-6.0 mg/kg.
Il marasso è lievemente più piccolo ed è diffuso a nord del fiume Po. Lo si può trovare sia nelle zone umide e basse che sulle montagne anche fino ai 3000 m. La LD50 è di 2.0-4.0 mg/kg, quindi meno potente dell’aspide, anche qui però serve soccorso immediato.
La vipera dell’Orsini è una vipera diffusa nel centro Italia e si trova specialmente nelle praterie d’alta quota; è più piccola rispetto alle altre due e ha un veleno poco potente (anche qui però serve soccorso immediato).
La vipera del corno è diffusa soprattutto nel triveneto ed è riconoscibile dalla protuberanza carnosa sulla punta della testa: può superare il metro di lunghezza e ha il veleno più potente tra quattro specie, con una LD50 di 1.2-1.5 mg/kg . La vipera dal corno, comunque, è molto timida e tende alla fuga in presenza di pericoli.
Tempo addietro era uso comune portare dietro il siero antiofidico per il morso della vipera quando ci si avventurava in montagna. Poi si è scoperto che il siero, somministrato in ambiente non ospedaliero era più pericoloso del morso stesso, perché il siero potrebbe portare ad una potente reazione allergica e in alcuni casi alla morte. Tutti i presidi ospedalieri, soprattutto quelli di montagna, sono comunque dotati di siero antiofidico. La prevenzione è semplice: è consigliato sempre, quando si va in montagna, portare calzettoni spessi e scarpe alte, prestando attenzione ai bambini; è utile di tanto in tanto battere forte il piede per terra, perché i serpenti percepiscono le vibrazioni del terreno e si danno alla fuga. In caso di morso, è necessario contattare i numeri per le emergenze, come quelli del Centro antiveleni di Milano (del Niguarda) che sono attivi 24 h su 24 (02 661 01 029).
In teoria, in Italia esistono altri tre serpenti velenosi: il colubro lacertino, il colubro dal cappuccio e il serpente gatto. Essi però non sono in grado di inoculare veleno all’uomo, perché i loro denti con il veleno sono posti nella parte posteriore della bocca, a differenza della vipera. Inoltre il loro veleno è poco potente.
Invertebrati (ragni e scorpioni)
Anche in Italia ci sono sia ragni velenosi che scorpioni. Tra i ragni troviamo la pericolosa malmignatta, detta anche vedova nera europea. E con la vedova nera, la malmignatta condividere il genere animale Latrodectus. Nonostante il morso della malmignatta sia meno letale della sua parente – abitante nel Nuovo Continente – il morso della femmina è molto pericoloso, anche se i casi mortali in Italia documentati negli ultimi anni sembra siano solo 4. Il suo veleno, neurotossico, provoca sudorazione, nausea, vomito, cefalea, forte febbre e perdita di sensi, e può essere letale in soggetti come bambini, anziani o ammalati (come nella vipera).
È diffuso in tutte le regioni costiere tirreniche dell’Italia, anche in Puglia e Sardegna, dove prende il nome dialettale di arza. È facilmente riconoscibile: il corpo, che può raggiungere 15 mm, è nero con 13 macchie rosse. Vive nelle macchie mediterranee o nelle zone aride e pietrose. Anche qui in caso di morso sospetto è necessario recarsi al pronto soccorso.
Altro ragno pericoloso è il ragno violino, che è presente in tutta Italia: è lungo circa 10 mm con colore bruno e una macchia nera a forma di violino sull’addome. Vivono vicino alle abitazioni e sono principalmente notturni. Il veleno ha azione necrotica sui tessuti colpiti e dà ulcere cutanee che guariscono dopo molto tempo, lasciando una grossa cicatrice. Il suo morso può anche portare a gravi problemi del fegato e alla coagulazione del sangue, fino alla morte. Un caso letale documentato fu una signora di Milano, morsa dal ragno ben due volte nel 2000.
Altro ragno velenoso, ma non pericolosissimo, è il ragno sacco giallo, che è lungo circa 2 cm con una parte rosso-arancio e l’altra giallo pallido: vive nelle campagne di tutta Italia, in particolare Veneto, Calabria, Toscana, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna. Il suo veleno è citotossico e neurotossico, e il morso è dolorosissimo. I sintomi sono brividi, febbre, mal di testa, vomito e in rarissimi casi anche collasso. Normalmente i sintomi svaniscono nel giro di qualche giorno, ma resta una cicatrice.
Gli scorpioni italiani, invece sono per lo più innocui e hanno lunghezza di 5-6 cm. L’unico degno di nota è il Buthus occitanus, che è uno scorpione originario della Spagna, ma che si sta diffondendo dal Nizzardo in Italia. Il veleno non è mortale, ma provoca una febbre molto alta per 2-3 giorni. Anche qui i soggetti a rischio sono quelli per cui questo veleno può essere pericoloso (la mortalità è comunque del 2 per mille). Gli scorpioni si trovano in zone di montagna o anche nelle abitazioni di campagna.
Più velenosa è la scolopendra, ossia il centopiedi, il cui veleno è tossico e può provocare febbre, debolezza e sudorazione. Può dare reazioni allergiche.
In mare
Fino a qualche anno fa di meduse (o animali simili alle meduse) pericolose e mortali non esistevano. Da pochi anni sembra che sia arrivata (anche a causa del riscaldamento globale) la Caravella portoghese. Essa è composta da una sacca galleggiante di circa 15 cm a cui sono attaccati tentacoli fino a 50 m. Tra i suoi tentacoli troviamo 10 veleni diversi che possono provocare paralisi e arresto cardiaco. È comunque molto rara nel Mediterraneo.
Diffusi nel mediterraneo ci sono anche gli squali, tra cui lo squalo martello, lo squalo grigio, lo squalo sega e il pesce spada. È pericolosa anche la pastinaca, che è una razza con un aculeo nella coda da cui inocula un veleno molto doloroso. La coda inoltre può provocare ferite molto gravi. Le torpedini, invece, che vivono nei fondali sabbiosi o fangosi tra i 5 e i 100 m di profondità, possono emettere scariche elettriche fino a 220 V, potenzialmente mortali.
Alessandro Sabatino