
Mi piace ricordarli così questi due uomini a petto nudo. Felici, sorridenti, a petto nudo, al mare, a petto nudo, tatuati, a petto nudo, e soprattutto amici. Ma la realtà è un’altra.
[AAA: forse spoleriamo. Quindi abbiate cura nel proseguire: a attacchi isterici in cui “mannaggiavvvoi io sono ai primi 10 minuti della prima puntata mi avete rovinato la vita” gli Admin si premureranno di rispondere con inaudita ferocia]
Il bellone dall’accento ispanico alla vostra sinistra è il principe Oberyn che piace tanto a tutti i fan della categoria C (avversi alla famiglia dei cattivi e alleati fino allo sfinimento dello streaming alla famiglia delle vittime), perchè oltre ad essere più libertino di quelli che prima consideravamo libertini, ce l’ha a morte con i cattivi.
Fa loro visita in occasione di un matrimonio solenne, china il capo se li incontra per strada, mangia al loro tavolo ed entra nel loro palazzo; ma li odia perchè hanno permesso il massacro della sua famiglia ad opera del suo vicino in foto; ed è determinato a vendicarsi.
Se l’onesto, openmind, bello, coraggioso e atletico ispanico, per i fan della categoria A (i lettori) “La Vipera”, si scontra a singolar tenzone contro il cattivissimo “La Montagna” alla sua sinistra, non sembrerebbe anche a voi ovvio concedergli la vittoria e la vendetta?
Se la vostra risposta prima di lunedi fosse stata positiva, allora mi duole dirvi che eravate esattamente come me: di certo ingenui, ma soprattutto lontani anni luce dall’aver compreso George Martin, l’autore di “Le Cronache del ghiaccio e del fuoco”, a cui è ispirata la serie televisiva HBO.
Ad un’attenta analisi e ricostruzione archeologica, però, la sua tattica Martin l’aveva forse già svelata alla fine della prima stagione. Vi sareste mai infatti aspettati di vedere – o leggere, per i fan della categoria A- il caro e giusto Eddard Stark decapitato senza improvvisi interventi divini ex machina o cambiamenti di idea da parte di chi ne aveva ordinato la morte?
E non vale rispondere : “Si, perché Sean Bean – l’attore britannico che lo interpreta – fa sempre la parte di quello che muore”, riferendosi al suo ruolo come Boromir nel Signore degli Anelli.
Coraggio, chi fa morire il protagonista alla prima stagione? Omero mica ha fatto morire Ulisse, né Virgilio si è permesso di farlo con Enea.
Errore: Eddard Stark non era il protagonista, perché nella storia senza fine scritta da Martin un solo protagonista non esiste; esistono tanti piccoli o grandi personaggi. Ci sono quelli cattivi e quelli buoni.
E quasi sempre questi ultimi muoiono lasciando lo spettatore letteralmente a bocca aperta, con tachicardia per buona parte dei titoli di coda ed un autistico “no, non è possibile, anche lui /lei no” da ripetersi per molti minuti.
Perchè quando muore colui che credevi essere il protagonsta capisci (pensa un po’) che lui in realtà protagonista non lo era; dunque ti affezioni ad un altro personaggio, ma dopo poco – appena lui accetta la tua amicizia su Facebook e sogni di presentarlo ai tuoi amici – Martin gli conficca una spada in corpo; piangi per una settimana aspettando la puntata successiva, ti affezioni ad un altro e se hai fortuna è un personaggio irrilevante di cui si parlerà poco, se invece è qualcuno che piace, uno di quelli che se avessero twitter avrebbero più followers di Matteo Renzi, allora puoi ormai quasi scommettere che presto finirà in una pozza di sangue.
L’ira dei fan – di categoria A e C insieme- verso Martin cresce e si dilaga sui blog e social network, ma a che scopo? George Raymond Richard Martin e le sue storie di sangue (il cui esito, non dimentichiamolo, a volte coinvolge fortunatamente anche i cattivi) si sono semplicemente adattate al nostro tempo.
Non nascondo un leggero conato dopo l’ultima brutale uccisione di lunedì, ma quanti sono ormai quelli che inorridiscono alla vista di una lancia nel cranio, di un pugnale nel ventre e di molto ketchup sui vestiti?
In un’epoca in cui il piccolo e grande schermo mostrano ogni cosa senza filtri o riserve, in cui su Youtube si possono vedere le esecuzioni di massa che avvengono ogni giorno (per esempio in Siria) filmate tramite cellulari, come fare a mantenere alto l’interesse per una storia così lunga e dilatata nel tempo?
Se il sangue non suscita più incurvature delle labbra in espressioni di disgusto, l’unico modo è colpire più a fondo. Una guerra “tutti contro tutti”. Una guerra che uccide i cattivi, ma che non sa risparmiare nemmeno i buoni.
Elle Ti
@twitTagli