Monica Cerutti è capolista al Senato in Piemonte per Sinistra Ecologia e Libertà. Ha iniziato la sua gavetta politica nel 1994 contribuendo alla costruzione del Forum delle donne dell’Ulivo. Nel 1997 ha aderito ai Democratici di Sinistra ed è stata eletta consigliera nella X circoscrizione di Torino, palestra politica nella quale ha ricoperto anche l’incarico di coordinatrice all’assistenza e alla sanità. Nel 2001 ha fatto il suo ingresso nel consiglio comunale del capoluogo piemontese divenendo anche presidente della commissione per le pari opportunità. Passata prima a Sinistra Democratica e poi nelle fila di Sinistra Ecologia e Libertà, nel 2010 è stata eletta consigliera regionale del Piemonte ed è attualmente presidente del gruppo consiliare. La candidatura a Palazzo Madama potrebbe essere la definitiva consacrazione della sua rapida carriera politica.
Vi hanno ferito le polemiche post-primarie, in cui la base vi accusava sostanzialmente di aver tradito il responso dell’urna?
Molti non hanno condiviso l’esigenza di costruire una proposta politica che tenesse conto anche delle indicazioni nazionali volte a dare un profilo uniforme alla rappresentanza parlamentare di Sinistra Ecologia Libertà e di questo siamo dispiaciuti. Bisogna tenere conto però di due fattori: era la prima volta che si utilizzava la macchina delle Primarie anche per la scelta dei candidati e abbiamo avuto pochissimo tempo per organizzarle. Il nostro auspicio è che il prossimo Governo cambi la legge elettorale permettendo una scelta piena dei propri candidati da parte dei cittadini.
Cosa significa Ecologia in SEL?
L’Ecologia di SEL è soprattutto la riconversione ecologica dell’economia. Nel nostro programma si parla chiaramente di questo. Noi proponiamo un Piano Verde per il lavoro che crei occupazione buona e qualificata, con investimenti pubblici capaci di stimolare quelli privati per la messa in sicurezza del territorio, delle scuole, per l’efficientamento energetico degli immobili, per la cura del nostro paesaggio e la riqualificazione urbana delle città. Una grande campagna per la difesa del suolo, la prevenzione del rischio sismico, il mitigamento delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Quaranta miliardi di euro nei prossimi dieci anni consentiranno di rimettere in sesto il nostro bene comune più prezioso: il territorio in cui viviamo. E al contempo questi interventi innescheranno la creazione di decine di migliaia di nuovi posti di lavoro, specie per i giovani, in ogni parte d’Italia.
Al totoministri, voi preferite uno scranno economico oppure uno scranno più “sociale”, che vi permetta di estendere finalmente i diritti civili?
Ci sembra presto per parlare di posizioni di Governo: prima di tutto dobbiamo battere Berlusconi e scalfire il berlusconismo. Ovviamente se guardo a quella che è la mia esperienza e il lavoro che ho svolto in questi anni non posso che essere sensibile alle tematiche sociali e civili. Sinistra Ecologia Libertà deve assolvere un compito importante e per il quale le persone ci danno più fiducia che ad altri: costruire diritti pieni per tutti i cittadini. Mi piacerebbe che Sel potesse impegnarsi a fondo in questo ambito gestendo il cambiamento.
Bersani ha sempre detto che tra il PD e SEL, in caso di divergenza su qualche tema, si voterà a maggioranza dei gruppi parlamentari in seduta congiunta. Questo vuol dire che sarete quasi sempre in minoranza. E’ pronta a rispettare questa regola?
Non credo che, nel caso in cui gli italiani affidassero a noi il Governo, lo schema dei futuri lavori parlamentari possa essere questo. Anche nel PD ci sono tante anime differenti che costituiscono ricchezza e dinamismo. Siamo convinti che a seconda dei temi all’interno dei partiti di maggioranza ci potranno essere posizioni differenti, ma questo non porterà alla contrapposizione perché la politica deve essere in grado di fare sintesi per il bene del Paese.
Intendete il vostro partito come forza politica con connotazioni di classe o siete, dichiaratamente, interclassisti?
La nostra prima preoccupazione è rivolta ai più deboli, se dunque per connotazioni di classe si intende una politica rivolta alle fasce deboli siamo classisti. Crediamo tuttavia che la nostra proposta abbia l’ambizione di parlare alle diverse componenti della società che vogliono un effettivo cambiamento in questo Paese.
Ci può dire perché secondo lei, il vostro ruolo nell’alleanza con il PD sarà diverso da quello di Rifondazione nell’Unione?
Noi insieme al PD abbiamo costruito un programma che è quello di “Italia Bene Comune” e abbiamo portato avanti un progetto che è passato anche dall’esperienza delle Primarie. Il Centro-Sinistra ha creato un progetto comune ed in questo senso il rapporto tra i partiti che lo compongono non è di subalternità o di desistenza, a differenza di quel che è accaduto in passato.
L’elettorato arrabbiato, quello deluso, fino agli anni ’90 era affar vostro: la vostra area incarnava una visione progressista, arrabbiata, che voleva il cambiamento. Dopo gli anni ’90, questo elettorato si è spostato prima sulla Lega e ora su Grillo. Perché? In cosa avete deluso?
Nel tempo la nostra proposta non è stata così chiara ed efficace. La Lega Nord prima e Grillo oggi hanno incanalato il voto di protesta. Noi siamo convinti di poter portare avanti una proposta che possa riaccendere la passione e la speranza anche in tutti coloro che in passato ci hanno votato e che in qualche modo abbiamo deluso. Dobbiamo riconquistare il nostro elettorato con i fatti.
Alessandro Porro