Se gli “anni 00” non sono stati ricchi di soddisfazioni per l’Unione Europea, il biennio 2011-2012 è stato indubbiamente devastante per il Vecchio Continente. In tutti i momenti decisivi, purtroppo, quelle che dovrebbero essere le massime istituzioni continentali hanno svelato tutte le loro debolezze.
.
Incapace di reagire agli attacchi esterni poiché vittima delle proprie divisioni e delle piccolezze di campanile, con i governi nazionali che si rifiutano di capire che, in assenza un strategia comune a livello globale, l’Europa è destinata a diventare un parco di divertimenti turistico per le potenze che stanno crescendo, schiacciato dall’incapacità dei singoli stati di competere a livello globale, il nostro continente resta a un passo dal suo fallimento: politico, storico e soprattutto economico.
.
Capita così che l’Europa stia diventando sinonimo di BCE, una tecnostruttura avulsa da qualunque controllo democratico, che rende schiavi i governi europei con le sue indicazioni spesso fallaci; indicazioni che tuttavia risultano sempre più importanti, dal momento che la BCE è l’unica istituzione europea con un peso e dei poteri effettivi, al contrario di Parlamento e Commissione, la cui autorità e autorevolezza (per non parlare del riconoscimento popolare) lasciano veramente a desiderare.
.
Visto il quadretto, si potrebbe sentenziare che ci sia poca speranza per il futuro dell’Europa. Invece io sono convinto del contrario. Perché da una parte “i politici e i partiti” (odio questo tipo di espressioni, che sanno di anti-politica: ma non saprei come altrimenti esprimermi) quando si tratta di Europa, nella vana speranza di rimandare l’inevitabile (e per noi salvifica) cessione di poteri in favore delle Istituzioni europee, danno scarsissima importanza all’Europa, ma dall’altra il “popolo”europeo è molto più avanti. Soprattutto quello giovane.
.
La Ryanair ha rivoluzionato il flusso di spostamenti in Europa
Grazie all’Erasmus, ma soprattutto grazie alle compagnie aeree low cost e al fatto di non dover mostrare altro che un banale documento di identità per spostarsi in quasi tutto il continente, le generazioni nate dopo il 1980 ormai vivono appieno la dimensione europea, e stanno sviluppando – lentamente, ma lo stanno facendo – un senso di comunità continentale. E questo è un processo, fortunatamente, inarrestabile e irreversibile.
.
Da parte di ciascuno di noi serve quindi uno sforzo per fare un ulteriore salto di qualità e per pretendere dalla nostra politica maggiore attenzione e rispetto nei confronti dell’Europa, soprattutto per quanto riguarda il momento più alto: le elezioni per il Parlamento Europeo. Il Parlamento Europeo non acquisirà mai autorità e autorevolezza sino a quando non sarà composto da una stragrande maggioranza di politici di rango in grado di fare la differenza.
.
Ormai le più importanti decisioni vengono prese a livello comunitario, ma spesso il parlamento ha scarsissima voce in capitolo; soprattutto, molti dei suoi componenti non si occupano dell’iter delle Direttive sino a quando non è troppo tardi.
Il Parlamento Europeo
.
In particolare, in Italia dobbiamo smetterla di accettare che alle Europee vengano presentate candidature improponibili: di leader nazionali che poi difficilmente si occuperanno davvero delle questioni europee (due a caso: Berlusconi e D’Alema); di “trombati” a livello nazionale che vengono mandati in Europa perché non rompano troppo le scatole in Italia (mi vengono in mente i Cofferati e la Serracchiani); o di “personaggi” che non hanno molto a che fare con la pratica politica (giusto a titolo di esempio, Iva Zanicchi, Lilli Gruber e Michele Santoro) e che poco o niente avranno poi da dire al Parlamento Europeo.
.
Perché le cose cambino, è dovere di ognuno assumersi le proprie responsabilità fino in fondo: l’etica della responsabilità è la nostra speranza; e in nessun campo come su quello europeo si giocherà il nostro futuro. Sarà dunque meglio rimboccarci le maniche e darci da fare nel difficile 2013 che ci aspetta.
.