Elezioni Europee – Cosa dicono i sondaggi?

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Mancano appena due mesi alle elezioni europee, che si terranno in tutta l’Unione tra il 22 e il 25 maggio (in Italia si voterà il 25 maggio).
Come già abbiamo fatto per le elezioni politiche dell’anno scorso, ci prepariamo all’appuntamento cercando di capire quali sono i trend e i flussi di voto sulla base dei sondaggi pubblicati. Cercheremo, nei limiti delle nostre possibilità, di aggiornarvi anche sui sondaggi delle altre principali nazioni (Germania, Francia, Spagna e Regno Unito).
Questa settimana vi proponiamo la Media Tagli su 8 sondaggi usciti recentemente (tutti tra il 22/03 e il 27/03); confronteremo poi i risultati della Media con le passate elezioni europee e le scorse elezioni politiche. Prima di iniziare, però, è necessaria una precisazione sul metodo di assegnazione dei seggi alle elezioni europee. 

Contrariamente alle elezioni politiche italiane l’assegnazione dei seggi alle europee avviene su base proporzionale secca: non esistono dunque coalizioni prestabilite, ed ogni partito gioca per sé.
Il numero di seggi di ogni partito dipenderà solo ed esclusivamente dalla percentuale di voti raccolta.
La legge per l’elezione dei rappresentanti al parlamento europeo è la legge elettorale più vecchia, dato che risale al 1979. L’unica modifica ad essa è stata apportata nel 2009, quando è stata introdotta una soglia di sbarramento del 4%.

Il numero di parlamentari eletto, invece varia: è regolamentato dal Trattato di Nizza e dal Trattato di Lisbona. Quest’ultimo trattato, in particolare, all’articolo 14 stabilisce criteri di proporzionalità per l’assegnazione dei seggi tra le varie nazioni sulla base della popolazione, con un numero massimo di rappresentanti (96 seggi) e un numero minimo (6 seggi).
Con questo criterio all’Italia toccano 73 seggi (come al Regno Unito), alla Francia 74 e alla Germania 96.

Facciamo ora riferimento alla TABELLA 1 che trovate nella galleria immagini a lato di questo articolo: “Risultati sondaggi elezioni europee 28_03-_2014“. Essa riporta il quadro riassuntivo dei sondaggi della settimana.
Come si può vedere abbiamo vari partiti che si situano “sul filo del rasoio”, cioé proprio al limite della soglia di entrata al Parlamento Europeo: essi sono Nuovo Centrodestra, Lista Tsipras e Lega Nord.
Invece i tre partiti principali (M5S, PD e FI) oscillano tranquillamente tra il 20 e il 30%.

Considerando tutti i sondaggi come osservabili casuali del campione, abbiamo dunque calcolato la deviazione standard del campione e l’errore statistico.
Traduco dallo “statistichese”  in un italiano (spero comprensibile): questi due parametri sono delle correzioni statistiche che servono a capire in quanto consista la variazione nella valutazione della percentuale tra sondaggio e sondaggio. Facendo questi calcoli otteniamo una stima dell’incertezza riguardo alla nostra media (cosa che è molto utile, visto che la differenza tra il sondaggio A e il sondaggio B spesso è assai consistente..

Focalizziamoci ora sulla TABELLA 2  che trovate nella galleria immagini a lato di questo articolo: “Media Tagli sondaggi elezioni europee 28_03-_2014“.
Come era intuibile già dalla tabella precedente, i movimenti che presentano la maggiore incertezza ed indecifrabilità sono il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e la Lista Tsipras. In altre parole, abbiamo una discrepanza molto forte tra i vari sondaggi riguardo alla percentuale di questi movimenti (questo è anche dovuto alla confusione della Lista Tspiras, di cui ad oggi non si capisce l’effettiva composizione).
La minore incertezza è su Fratelli d’Italia, dove quasi tutti i sondaggi sono concordi ad assegnare un 3%.
Secondo i dati attuali, pare che Lega Nord e Lista Tsipras alla fine passeranno la soglia. Incertissimo, invece, il movimento Nuovo Centrodestra, che è al suo battesimo del fuoco dopo la sua formazione.

Ora concentriamoci sulla TABELLA 3, sempre rinvenibile nella galleria immagini a lato di questo articolo: “Confronto tra sodaggi attuali ed elezioni precedenti“. Nonostante manchino ancora due mesi, si possono fare alcune considerazioni:

  • Il Partito Democratico sembra resistere e – sarà forse l’effetto-Renzi? – vedrebbe una crescita di consensi del quasi 6% rispetto sia alle scorse elezioni politiche dell’anno scorso, sia rispetto alle scorse Europee.
    Certo, è ancora presto e i prossimi due mesi di governo saranno decisivi nel confermare questa crescita. Senza contare che abbiamo visto come in due mesi un vantaggio possa essere dilapidato.
  • Nonostante la scissione a “sinistra”, Forza Italia (o meglio Silvio Berlusconi) mantiene sostanzialmente i consensi che aveva ottenuto come Popolo della Libertà l’anno scorso, ma non recupera quella parte di elettorato che gli ha voltato le spalle tra il 2009 e il 2013.
    Bisognerà vedere quanto peserà la (possibile ?) candidatura alle Europee del lider maximo Berlusconi e quali saranno le armi che sfodererà in campagna elettorale.
  • Scelta Civica scompare, trascinando con sé nell’abisso e nell’oblio sia FARE che Centro Democratico.
    Scompare praticamente anche l’UDC (che era già scomparsa alle precedenti politiche). La sorte di quello che aspirava ad essere il terzo polo sarà, probabilmente, quella di essere cannibalizzato dal centro-sinistra (Scelta Civica) e dal centro-destra (UDC).
  • Il Movimento 5 Stelle perde consensi, attestandosi comunque ad un buon 20%, che sarebbe un risultato di tutto rispetto per il movimento di Grillo dopo le batoste alle varie amministrative precedenti.
    Le europee per il MoVimento sono allo stesso tempo un campo minato e una ghiotta opportunità, soprattutto se Grillo vorrà proseguire nella strategia antieuropeista (sulla falsariga di Front National, UKIP e altri movimenti). Potrebbe d’altro canto non pagare la strategia dell’ambiguità, portando un’emorragia di consensi ai grillini.

Alessandro Sabatino
@twitTagli

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