Quali sono gli effetti di lungo periodo del vaccino contro il Covid-19?

In genere, l’ultima linea di difesa degli scettici sul vaccino contro il Covid-19  è dire che non conosciamo effetti di lungo periodo. Ma esistono tali effetti, nei vaccini? Cioè, spuntano così a caso, dopo un po’?
E se così fosse, come fai a controllarli senza fare 10-20 anni di sperimentazione?

Per parlare bene di questo vaccino occorre avere alcune nozioni di base, che cercherò di riassumere. Per chi invece ama approfondire, un buon punto di partenza potrebbe essere questo articolo.
I vaccini servono a indurre una risposta immunitaria persistente nel nostro organismo, attraverso i meccanismi dell’immunità adattiva, ovvero di quelle componenti del sistema immunitario che riconoscono specifici pattern di singole tipologie di agenti infettivi, che si chiamano antigeni: un antigene è una struttura microscopica sulla superficie dell’agente infettivo, che lo contraddistingue – consentendo una risposta mirata. Un po’ come se ciascuno di noi avesse… un taglio di capelli, fatto con una forma particolare, più o meno uguale tra persone appartenenti a uno stesso gruppo; e il sistema immunitario si occupasse di riconoscere un membro di quel gruppo attraverso… un cappello complementare (scusate l’esempio stupido).

Ogni anticorpo lega uno specifico antigene; L'interazione è simile a quella fra la chiave e la serratura. (Wikipedia)
Ogni anticorpo lega uno specifico antigene; L’interazione è simile a quella fra la chiave e la serratura. (Wikipedia)

Ogni volta che una persona del gruppo X comparirà in circolazione, con il suo bel taglio di capelli sagomato in un certo modo, il sistema immunitario si occuperà di “infilargli in testa” un cappellino della forma complementare. Che cosa fa il vaccino? Fa vedere al sistema immunitario un antigene, insegnandogli a riconoscerlo in anticipo: come se nel nostro esempio, fornissimo al cappellaio un parrucchino perfettamente modellato, in modo tale che – al momento giusto – ci saranno migliaia di cappelli pronti appena un tizio con quel taglio di capelli si paleserà.

L’esempio più pratico è quello degli anticorpi, che sono delle molecole proteiche circolanti che servono a neutralizzare un agente estraneo: ogni anticorpo è specifico per un antigene, per cui quando si presenta il batterio/virus/quel che è che porta sulla sua superficie l’antigene giusto, gli anticorpi lo attaccheranno. Per produrre anticorpi l’organismo ci mette un paio di settimane: al primo impatto l’agente infettivo gira indisturbato, ma poi – dopo un po’ – ci saranno anticorpi che lo bersagliano, “incollandosi” sui suoi antigeni di superficie fino a distruggerlo.
Questa è una versione semplificata, ma non esistono solo anticorpi: alcune forme di immunità sono mediate da cellule vere e proprie (linfociti T-killer e T-helper), altre da anticorpi particolari che si trovano solo nelle secrezioni esterne (come la saliva, il muco, le lacrime) che si chiamano IgA, altre ancora da anticorpi circolanti che possono essere di tipo G e di tipo M, e così via.

Il vaccino contro il Covid 19 stimola tutte queste risposte presentando “in anticipo” l’antigene: per rimanere sul tema virus, questo può avvenire
  • o somministrando un virus vivo ma “bastonato” e più o meno inoffensivo, come nel caso del morbillo-parotite-rosolia-varicella;
  • oppure dando un virus morto che però conserva i suoi antigeni, come nel caso del tipo di vaccino anti-polio più recente;
  • oppure somministrando particelle fatte da quintalate dell’antigene più performante nel causare una risposta immunitaria efficiente, come nel caso di epatite B o papillomavirus.

vaccino contro il Covid 19L’attuale vaccino a mRNA è fatto da un fac-simile del materiale genetico virale, che viene incorporato nelle cellule del sito di iniezione.Esso fa sì che queste inizino a produrre delle proteine del virus (che sono gli antigeni spike di superficie) che vengono esposte sulla superficie della nostra stessa cellula.
Questo materiale genetico non è in grado di modificare il nostro DNA, è proprio un tipo di molecola diverso, altamente instabile (che infatti va congelato a -70 per conservarsi) e che dopo poche ore si degrada: il suo compito è quello di produrre nelle nostre cellule un po’ di proteine virali che faranno sì che il nostro sistema immunitario “impari” a riconoscerle.

Sarebbe stato più semplice darci direttamente dei concentrati di proteina spike senza tutto il resto? Certo, molti vaccini funzionano così (vedi quello per l’epatite B), ma non con tutti gli antigeni è possibile creare delle particelle stabili (non in questo caso).
La grande innovazione del vaccino contro il Covid 19 tra l’altro non è stata soltanto usare questa tecnica dell’mRNA (già sperimentata in altri campi biotecnologici), ma soprattutto trovare modi innovativi per infilare l’mRNA nelle cellule e far produrre a loro l’antigene virale: per far questo, il piano originale era quello di usare un altro virus modificato (il cosiddetto vettore adenovirale, che è quello su cui si basano i vaccini cinese, russo e quello di Astrazeneca-Oxford), mentre Pfizer-Biontech e Moderna si sono inventati un sistema completamente nuovo che utilizza delle palline di grasso senza mettere in mezzo altri virus, che è veramente la tecnologia rivoluzionaria.

Quindi, quali possono essere potenziali punti deboli ed effetti collaterali a diverso termine del vaccino contro il Covid 19? Cerchiamo di elencare le possibili situazioni:
REAZIONI AUTOIMMUNI AL VACCINO CONTRO IL COVID-19
Alcuni antigeni di un agente infettivo sono molto simili ad antigeni presenti sulle nostre stesse cellule, quindi qualche volta il sistema immunitario sviluppa una risposta contro l’agente infettivo che a sua volta si ritorce contro cellule del corpo che “gli assomigliano” dal punto di vista delle molecole di superficie.
Questa cosa può essere molto grave e dare reazioni che si sviluppano anche a distanza di tempo, e sono i principali “effetti a lungo termine” di cui ogni tanto si parla: tuttavia, sono effetti descritti praticamente solo per i vaccini basati su un virus vivo attenuato, in cui il farmaco somministrato è a tutti gli effetti un virus indebolito che
  1. può replicarsi nell’organismo (in questo caso, rischio zero, visto che è solo un pezzettino modificato del suo materiale genetico), e
  2. può scatenare una risposta immunitaria di entità significativa che appunto può – qualche volta – andare fuori controllo.

Ci sono effetti gravi, anche se molto molto rari, per esempio delle gravi malattie neurologiche immuno-mediate dopo vaccino per il morbillo, che comunque vengono “accettati” perché il rischio di avere un danno neurologico da parte del morbillo è 500 volte circa più frequente.

In questo caso, la risposta immunitaria anomala teoricamente potrebbe verificarsi, come per tutti i vaccini, ma c’è anche da dire che per i vaccini che non contengono microorganismi vivi questo rischio è praticamente assente.
Quelli più sicuri, ovvero epatite B e papilloma, non hanno mai dato problemi di questo tipo, e concettualmente questo vaccino è analogo – semplicemente, l’antigene non viene somministrato “già prodotto”, ma costruito dalle cellule; tutto il resto del virus non esiste.

Problemi di questo tipo potrebbero ovviamente comparire nel corso del tempo, ma naturalmente è molto più probabile che lo stesso tipo di reazione possa verificarsi prendendosi il Covid-19; anzi, sono state descritte moltissime reazioni autoimmuni, praticamente contro ogni parte del corpo, anche gravi o gravissime, dopo l’infezione, che sembra causare una risposta veramente abnorme in tempi abbastanza rapidi.

Il fatto che nessuno abbia avuto reazioni gravi da questo punto di vista fa ben sperare che il vaccino non sia nemmeno lontanamente in grado di causare lo stesso tipo di “tempesta immunitaria” provocata dall’infezione originale, sicuramente non a breve termine, e plausibilmente neppure a lungo termine.
Aggiungo: sempre per parlare del lungo termine, qui gli effetti del virus sono ignoti: non sarebbe così strano, per dire, se tra dieci anni si vedesse che chi è stato infettato ha, che so, incidenza maggiore di sclerosi multipla.

Per chiudere questa sezione, tra i vaccini per il Covid-19 quello adenovirale (Astrazeneca-Oxford) è quello che a livello probabilistico potrebbe avere un rischio più alto da questo punto di vista, perché viene appunto veicolato da un altro virus che fa da “vettore”.

REAZIONI ALLERGICHE AL VACCINO CONTRO IL COVID-19
Effetto quasi solo a breve termine, dovuto soprattutto ad alcuni eccipienti del vaccino che in alcune persone possono dare gravi crisi allergiche (esattamente come le pesche, le punture di insetto, la betulla, i crostacei).
INEFFICACIA DEL VACCINO CONTRO IL COVID-19
Il problema più grosso è che stiamo investendo un sacco di risorse, tempo, speranze senza sapere esattamente quale sarà la protezione a lungo termine: quanto dura, per esempio.
Inoltre, non sappiamo se il vaccino blocca la contagiosità: l’approvazione è stata fatta controllando come risultato il tasso di malattia, che dipende da quanto gli anticorpi prodotti sono in grado di bloccare la replicazione del virus nell’organismo; tuttavia questo non ci dice se le difese immunitarie presenti a livello della mucosa del naso e delle alte vie aeree siano in grado o meno di bloccare anche la replicazione del virus a quel livello, dove poi viene diffuso con le goccioline di saliva.
Probabilmente sì (alcuni anticorpi, come dicevo sopra, si trovano proprio lì), ma non abbiamo garanzie, non sappiamo se chi è vaccinato – oltre a essere protetto dalla polmonite – sia anche in grado di eliminare la propria contagiosità!
CONCLUSIONI
Per rispondere alla domanda iniziale, gli studi di fase 4 sono quelli fatti sulla popolazione reale, dove appunto spuntano questi possibili effetti collaterali rari e/o a distanza: inutile dire che è incredibilmente complicato ricondurre l’insorgenza di qualcuno di questi alla vaccinazione, perché sul perché per esempio compaiano le malattie autoimmuni spesso non esistono spiegazioni validate!

Plausibilmente:

  • è improbabile che un vaccino di questo tipo sia in grado di causare reazioni autoimmuni significative;
  • è impossibile che il vaccino sia in grado di modificare geneticamente la cellula o di persistere nel corpo per più di qualche ora: i principi attivi si autodistruggono senza far nulla al nostro DNA. Come ha detto Burioni, ipotizzare che un vaccino a mRNA modifichi il nostro DNA è come pensare che mangiarsi una bistecca possa trasformarci in una mucca;
  • è probabile che sia sicuro anche su bambini e in gravidanza: semplicemente, negli studi di approvazione queste categorie sono state escluse e quindi non è possibile affermare con certezza assoluta che sia sicuro al 110%.

Un altro filone di discussione riguarda il tema dei mancati test su tossicita o cancerogenicità.
Sono cose che ha senso testare? La cancerogenicità si può testare senza avere statistiche di lungo periodo in mano? Sono domande legittime, che si uniscono al fatto che non lo si potrà somministrare agli under 16. Cerco di dirimere la questione:

  • Tossicità: riguardo la possibilità che il vaccino possa avere una tossicità per sé, e la risposta è che è quasi impossibile.
    Finora abbiamo parlato di reazioni che non dipendono dal preparato in sé, ma da come il nostro corpo potrebbe reagire a quest’ultimo; la reazione allergica o autoimmune è tutta “fatta in casa” dal nostro stesso organismo, e il vaccino al massimo fa da trigger. Questo è fondamentalmente sempre valido, anche per gli effetti collaterali più stupidi (febbre, mal di testa, doloretti… tutti causati dalla risposta immune/infiammatoria, in piccolo e temporaneamente, del nostro corpo, non dal farmaco in sé)!
    Qualche complottista delirante negli anni ha poi ipotizzato che i vaccini potessero contenere in sé delle sostanze tossiche, tipo tutta la storia del mercurio che causa l’autismo eccetera, in grado di essere “velenose” da sole per le nostre cellule.
    A parte che nessuno ha mai messo sostanze tossiche dentro a nessun vaccino, in questo caso gli eccipienti sono acqua e sale, e le sostanze che veicolano l’mRNA virale nella cellula sono, per i vaccini attualmente autorizzati, delle molecole lipidiche, ovvero molto semplicemente delle palline di grasso.
    In più, la dose di principio attivo è talmente bassa che avrebbero potuto stabilizzarlo anche con l’uranio impoverito e non sarebbe capitato nulla. (disclaimer per gli idioti: è una battuta) 
  • Cancerogenicità: quasi impossibile, per gli stessi motivi di cui sopra. Non è escluso invece che il Covid originale, per la grossa risposta infiammatoria polmonare, non crei delle condizioni predisponenti in futuro allo sviluppo di tumore: ad esempio per il tipo di danno polmonare è un po’ come se uno si fumasse mille pacchetti di sigarette insieme nell’arco di 2 settimane.
    Per il discorso del possibile rischio che il materiale genetico virale modifichi quello autoctono della cellula inducendo una trasformazione tumorale, è una balla enorme inventata da chi ha studiato la biologia su Focus, perchè l’mRNA del vaccino
    1) è instabile e si autodegrada in poche ore, quindi non lascia tracce,
    2) rimane all’esterno del nucleo cellulare, quindi non entra mai a contatto con il DNA e
    3) anche se entrasse in contatto con il nostro materiale genetico, non potrebbe alterarlo mai in alcun modo perché l’unico modo per trasformarsi da RNA in DNA sarebbe attraverso un enzima che si chiama trascrittasi inversa e che possiede solo il virus dell’HIV e i suoi cugini prossimi.
  • Under 16: semplicemente, gli studi di sicurezza ed efficacia non sono stati fatti su ragazzini e bambini: non è approvato perché nessuno lo ha mai testato su di loro, cosa che succede in quasi tutti gli studi di approvazione dei farmaci.

Matteo Mancarella, Medico specializzando in Ginecologia e Ostetricia presso Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino

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