Educazione Siberiana – Scene tagliate

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Disclaimer: non sono un esperto di cinema. Semplicemente, mi piace molto e vado appena posso con mia madre: sì, lo so, è una cosa da bamboccioni forse, ma è stata lei che mi ha portato sin da piccolissimo a vedere film “da grandi”. Da allora è un po’ la “nostra cosa”; inoltre, discutere con lei del film appena visto è bello quasi quanto vedere il film. Vado talmente spesso al cinema che Ale Porro mi ha detto: perché non ne scrivi su Tagli? Quindi, prendetevela con lui…

Un’ultima cosa: io odio le “critiche” che svelano troppo della trama dei film, perciò non commetterò questo “reato” a mia volta. Cercherò semplicemente di dirvi se un film vale la pena di essere visto, tutto qui.


Un’avvertenza: se vi piacciono i tatuaggi ma per motivi di lavoro non potete farne uno, se ne avete già fatti cinque e un sesto provocherebbe le ire della vostra fidanzata o di vostra moglie, insomma se state reprimendo la voglia di fare un tatuaggio: NON andate a guardare questo film, ripeto NON andate. Rischiate di aprire un vaso di Pandora, perché sicuramente usciti dal cinema avrete un’irrefrenabile voglia di un po’ di inchiostro sulla pelle.

Detto questo, arriviamo all’ultima fatica del nostro Gabriele Salvatores. Se siete degli ammiratori del regista napoletano ancora una volta non potrete non apprezzare la sua grande poliedricità; senza andare a scomodare Mediterraneo, infatti, non troverete nessuna similitudine tra questa sua ultima opera e il suo penultimo film Happy Family.

Questa volta ci troviamo infatti in Russia, in una comunità criminale ma che ha al contempo delle regole molto rigide per quanto riguarda il rispetto e, paradossalmente, riguardo all’assoluto divieto di tenere denaro in casa. Guardiano di queste regole è “nonno Kuzja” interpretato da un monumentale John Malkovich. Il nonno ha il compito non solo di “governare” questa comunità di “onesti criminali” ma anche di educare Kolima, un giovane ragazzo che cerca di crescere rispettando il codice della sua famiglia.

Dal suo difficile rapporto con questa educazione, e soprattutto del suo difficile rapporto con il suo ribelle migliore amico Gagarin, si dipanerà la trama intrigante anche se vagamente familiare: penso a Quei bravi ragazzi e Romanzo Criminale in particolare.

Non è la prima volta che Salvatores decide di portare sullo schermo un’opera letteraria (Educazione Siberiana è infatti un romanzo di Nicolai Lilin) ma questa volta, a mio parere, riesce ad aggiungere un suo personalissimo tocco artistico che forse altre volte non aveva trasmesso appieno; mi viene in mente per esempio Quo Vadis Baby, un bel film ma che non ha quel “qualcosa in più” che Salvatores ci ha trasmesso con altri suoi capolavori.

In questo è certamente aiutato da un cast giovane ma davvero ben strutturato su cui chiaramente svetta la star americana che fa alzare di livello ogni singola scena a cui prende parte. Dopo Sorrentino che ha diretto Sean Penn e Tornatore che ha diretto Geoffrey Rush, questo di Salvatores è un altro bel “colpo”: vuol dire che il tanto bistrattato cinema italiano è in grado ancora di dire la sua, anche con attori di primissimo piano.

Per concludere, quindi, vi consiglio caldamente di andare a vedere questo film: ha tutti gli elementi (trama, regia e cast) per essere giudicato un film da non perdere.

Voto: 7

Domenico Cerabona
@DomeCerabona

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