
Avete mai sentito 1000 musicisti rock suonare assieme lo stesso pezzo? Io sì e vi posso assicurare che è una delle cose più emozionanti cui ho partecipato.
Quando l’anno scorso mi avvicinavo in macchina a Cesena, non mi aspettavo per niente che questa sorta di folle flashmob musicale, nato da un appello improvvisato a Dave Grohl e ai Foo Fighters perché accettassero di suonare in Romagna, assurgesse a fenomeno mondiale e che il video dell’esibizione diventasse uno dei più visti del 2015.
Se ripenso alla prima volta in cui tutte le batterie hanno suonato all’unisono e in sincrono, ho ancora la pelle d’oca.
Quest’anno però la sfida è ancora più grande: fare un vero e proprio concerto con più di mille musicisti, in uno stadio, come le rock band più acclamate. 250 batteristi, 250 chitarristi, 250 bassisti, 250 cantanti, e persino violini, tastiere e cornamuse.
Abbiamo intervistato Anita Rivaroli, regista e responsabile del dipartimento video di Rockin’1000, che per That’s Live, curerà anche la direzione artistica del concerto di domenica 24 luglio a Cesena: più di mille musicisti che suoneranno contemporaneamente all’Orogel Stadium Dino Manuzzi di Cesena (info e biglietti qui).
Anita prima di Rockin’1000 e Anita dopo Rockin’1000. Cosa è cambiato nella tua vita professionale dall’anno scorso?
“Rockin’1000 è arrivato in un momento particolare della mia vita professionale e, in verità, mi ha dato la spinta per fare il grande salto: ovvero licenziarmi. Ho lavorato in una casa di produzione cinematografica per tre anni, era un ottimo lavoro, ma non era quello che desideravo fare. Dopo Rockin’1000 ho iniziato a fare molti di più lavori di regia. Mi chiamano per spot e/o videclip, ma la mia vera passione rimane il cinema.”
Rockin’1000 2015 e That’s Live 2016. Puoi dirci in breve in cosa sono diversi e perché?
“Nel 2015 abbiamo fatto un’operazione indirizzata a una sola band, i Foo Fighters. Abbiamo radunato mille persone in un grande prato e abbiamo fatto eseguire loro un brano che doveva fungere da chiamata per la nostra band preferita. Dovevamo convincerli a venire a suonare a Cesena e dovevamo farlo attraverso una richiesta forte, mai realizzata, quasi impossibile. L’anno scorso, il parco era un vero e proprio set, abbiamo registrato diversi take per ottenere le immagini migliori e per avere un suono impeccabile.
That’s Live è invece un vero e proprio concerto. C’è uno stadio, enorme, ci sono più sezioni di strumenti coinvolti, ed è uno spettacolo live in cui vige la regola “buona la prima” perché ci sarà solo una esecuzione, in diretta, senza possibilità di ripeterla! Ripercorreremo la storia del rock, suonando brani che hanno fatto la storia e sarà pazzesco. Quest’anno curo anche la direzione artistica e assieme al mio team abbiamo costruito una bella scenografia. Sarà emozionante!”
Ci puoi raccontare le difficoltà che hai incontrato l’anno scorso nel mettere in piedi un kolossal con il budget di un video clip autoprodotto?
“Avevamo pochissimi soldi. L’unica possibilità era coinvolgere le persone facendogli capire l’esclusività del progetto, la sua straordinarietà. Ho coinvolto miei amici operatori, li ho alloggiati a casa di mio padre, abbiamo montato in una stanzetta minuscola. Insomma ci siamo arrangiati alla grande. Per tutti c’è stato solo un piccolo rimborso. È stata una giornata impegnativa, ma ricordo ancora come ci siamo guardati la sera, dopo quella fatica: eravamo sconvolti dalla bellezza di quello che avevamo vissuto quel giorno. Una cosa unica. La mia squadra è stata pazzesca, nel gruppo ho amici e professionisti validi con i quali continuo a collaborare, e ancora oggi penso che senza l’aiuto di tutte quelle persone non avremmo ottenuto questo risultato.”
Qual è l’errore, se c’è, che non vuoi commettere quest’anno?
“Quest’anno siamo più preparati a quello che andremo a girare. Ora conosco metà della band (perché sono i “Millini” dell’anno scorso) e i punti deboli e punti di forza di ognuno. Siamo più consapevoli.”
C’è un ingrediente che invece sei sicura di confermare?
“Ne ho confermati tantissimi. In primis la squadra con cui lavorerò, che in gran parte è la stessa. Da un punto di vista artistico ho voluto fortemente mantenere l’eterogeneità dell’anno scorso: ovvero la diversità (e l’unicità) di ogni musicista del Rockin’1000. Più volte mi hanno proposto di vestirli tutti uguali, di farne un’orchestra più uniforme, ma ho sempre rifiutato. La forza del video dell’anno scorso viene anche da questo: raccontava una moltitudine, e dentro questa moltitudine c’era varietà di stili e di visi, una diversità in cui ognuno può ritrovare qualche di sé. Secondo me è una carta vincente.”
Clara De Paul
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