Il seguente pezzo farà molto arrabbiare il nostro amico Luca Romano, che ha seguito per noi con competenza e occhio clinico le recenti World Series Of Poker. Infatti, il nostro fisico in salsa Hold’em ha una convinzione incrollabile: per lui il poker è uno sport (e abbiamo in effetti rubricato lì i suoi articoli che parlano di questo gioco: appunto sotto la categoria “sport”).
Ma lo è davvero? Qui c’è spazio per un bel…
Definizioni complesse: sport
Il Devoto-Oli, agile dizionario in due volumi da circa 1.500 pagine l’uno, se la risolve in poche righe:
Spòrt: s.m. Attività che impegna, sul piano dell’agonismo oppure dell’esercizio individuale o collettivo, le capacità fisico-psichiche in connessione o meno con intenti ricreativi”.
Gli elementi dunque sono chiari: non importa che si pratichi da soli o in gruppo; deve esserci un impegno psichico ma anche fisico.
È quello che viene comunemente detto “gesto tecnico”: a caratterizzare lo sport è infatti una prova anche fisica, di forza, agilità o anche solo coordinazione.
A nulla servono le classificazioni autoritative – ossia la presenza o meno di una disciplina alle Olimpiadi: il rugby ad esempio è ovviamente uno sport, ma è stato compreso nel programma olimpico solo in quattro edizioni (Parigi 1900, Londra 1908, Anversa 1920 e di nuovo Parigi 1924), per poi sparire dalle competizioni a 5 cerchi (verrà reinserito nella variante “povera”, a 7, per le Olimpiadi di Rio 2016).
Quindi: le freccette, il tiro con l’arco, il tiro al piattello, la maratona, la vela, l’automobilismo, l’equitazione, il ping pong, l’arrampicata sono sport, perché richiedono un gesto tecnico più o meno sofisticato per il raggiungimento di un risultato: pensate alla difficoltà di mantenere in pista un’autovettura in una curva veloce, o alla forza che richiede inerpicarsi su una parete rocciosa a mani nude.
Gli scacchi e il bridge non sono sport, perché è indifferente che la “giocata” sia compiuta con le mani, coi piedi, con la lingua (carta! Slap!): non vi è un gesto tecnico, ma solo una tattica e una strategia psicologica. Questo vale, ahinoi, anche per il poker – nonostante l’appellativo “poker sportivo” e la precisissima spiegazione che lo stesso nostro autore aveva dato quando non classificava il gioco in questione come “d’azzardo“.
Bene: ora vado a cercare un paciere affidabile: il buon Luca Romano ha ucciso per molto meno.
Umberto Mangiardi
@UMangiardi
PS: se secondo voi ho scritto sciampanate, scempiaggini e pinzillacchere, dite la vostra. Lo spazio per i commenti è tutto per voi.