Nessun dubbio, scelgo Emma Bonino. E la portata storica, certo non trascurabile, di un Presidente della Repubblica donna influisce solo in minima parte sulla mia preferenza.
Scelgo lei perché vivere in un’Italia in cui finalmente si possa discutere seriamente dei grandi problemi etici è un mio grande sogno. Nessun altro Presidente della Repubblica saprebbe dare questo tipo di svolta al Paese, perché la capacità di smarcarsi dal Vaticano è una dote che in pochi possiedono in Italia.
Al di là dell’ampio consenso popolare di cui gode, come mostrano quasi tutti i sondaggi, Emma Bonino da una parte ha un forte senso delle istituzioni e grande esperienza politica, dall’altra conosce i problemi reali. Perché si è sempre sporcata le mani, nel senso buono del termine, attraverso le sue grandi battaglie per i diritti civili. Non ha mai vissuto chiusa nelle stanze del Palazzo, ma è scesa per le strade; ha conosciuto la sofferenza, condividendo quella di molte donne italiane degli anni Settanta, quella delle donne afghane e quella di molti popoli in difficoltà. Ha provato il carcere perché ha saputo combattere battaglie importanti portando alle estreme conseguenze i propri ideali.
È il suo curriculum politico e di attivista per i diritti umani a parlare per lei e a convincermi che possa essere davvero il Presidente di cui l’Italia ha bisogno in questo momento. Autonoma dal punto di vista culturale e politico, fuori dalle logiche di contrapposizione fra destra e sinistra e per questo garanzia d’imparzialità, è capace di dare i giusti stimoli di rinnovamento all’attuale politica italiana. Per la sua prospettiva non provinciale è una delle poche figure in grado di raccogliere le sfide che un mondo in continuo mutamento pone a un Paese come l’Italia: il grande rispetto e la considerazione di cui gode a livello internazionale credo siano elementi decisivi. Per il suo lavoro alla Commissione e al Parlamento europeo, ha prestigio e autorevolezza all’interno dell’Unione europea e negli ultimi anni ci siamo ben resi conto di quanto ciò sia fondamentale.
Infine, un elemento da non sottovalutare: fra i candidati (quelli davvero papabili), Emma Bonino, insieme con D’Alema, è dieci o quindici anni più giovane di tutti gli altri nomi che circolano.
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