Sceglierei Massimo D’Alema perché è un mix di tutto quello di cui oggi ci sarebbe bisogno al Quirinale. A mio parere sarebbe un grande Presidente, uno di quelli capaci di traghettarci verso la Terza Repubblica. Lui ha le qualità per spingere finalmente il Parlamento a fare le famigerate riforme che aspettiamo da oltre vent’anni.
Sì, anche grazie a quella cosaccia che si chiama “arte del compromesso”, vale a dire la capacità di bilanciare e bilanciarsi, scegliendo quali punti del proprio programma sono imprescindibili e quali invece si possono concedere all’avversario. Che poi, alla fine, è l’arte della buona politica.
Cerchiamo di analizzare sinteticamente i suoi tratti salienti.
Peso politico: chi meglio di D’Alema per comprendere tutti gli aspetti e le sfaccettature della politica italiana? L’ultimo grande cavallo di razza è rimasto lui. Con D’Alema al Quirinale avremmo la garanzia di un Presidente esperto dei “giochi di palazzo”.
- Competenza istituzionale: è stato Presidente del Consiglio e Presidente della Bicamerale, conosce perfettamente la “macchina” dello Stato e sarebbe operativo un minuto dopo l’elezione.
- Peso internazionale: già Ministro degli Esteri, è stato il candidato dei Partiti Socialisti Europei (anche se poi non è stato – purtroppo – eletto) per il ruolo di Ministro degli Esteri dell’Unione Europea. Da solo ha in pratica impedito una guerra in Libano ed è Presidente della FEPS (una grande Fondazione Europea che riunisce tutti i partiti progressisti europei). Insomma: un peso da novanta dello scacchiere internazionale.
- Carisma personale: beh, devo dire qualcosa? È una delle figure più controverse, ma allo stesso tempo amate, degli ultimi 30 anni di storia italiana. Le sue interviste sono eventi, ogni convegno a cui partecipa è stracolmo di gente e tutti gli riconoscono un’intelligenza oltre la media. Nominatemi, in Italia, un leader più riconosciuto di D’Alema e vi offro da bere.
Domenico Cerabona
@DomeCerabona