Berlusconi si ricandida premier. E va beh, sai che notizia, direte voi. E infatti la notizia vera non è tanto che lui stia pensando di tornare in campo e di concorrere per la sesta volta alla poltrona di primo ministro.
Come è stato fatto notare da alcuni osservatori, infatti, non è certo il parlamentare in attività politica da più tempo, anzi: in realtà ci sono moltissimi (quasi tutti) deputati e senatori che lavorano da ben prima del 1994 alla cosa pubblica, in ogni schieramento.
La notizia, purtroppo, è che dopo 18 anni la destra italiana non è ancora in grado di creare un’alternativa “credibile” (ché a ben vedere di credibile ha ben poco) a Berlusconi e al suo modo di interpretare alcune istanze del proprio elettorato. Istanze che in tutta Europa e in tutto il mondo sono declinate in maniera francamente più seria e presentabile di quanto fatto vedere negli anni da Pdl e Lega (e An e Forza Italia).
(Certo, qualcuno potrebbe dire che anche a sinistra non si riesce a uscire compiutamente dai vecchi schemi, ma questo è un argomento che magari sarà oggetto di un altro post, non ne parliamo adesso)
Perché, questo è indubbio, fuori dall’Italia esiste una destra molto
diversa: composta da liberal-conservatori tuttosommato seri e non da demagoghi populisti che fanno politica sempre con un occhio ai sondaggi.
Ovviamente Berlusconi non è solo questo, ed è inutile (per quanto comprensibile) il tentativo degli avversari di ridurre a macchietta un personaggio che, nel bene o nel male, è stato il punto focale della politica italiana degli ultimi 20 anni.
Ma il fatto che siano plausibili un suo ritorno (ma in realtà non se ne è mai veramente andato) e una sua possibile ennesima candidatura a Palazzo Chigi, dimostra come anche – forse soprattutto – in politica l’Italia è un Paese che fa fatica a uscire dal passato per guardare al futuro.
Domenico Cerabona
@DomeCerabona