Janet Yellen è la nuova “chairwoman” della Federal Reserve. Il tanto atteso annuncio è arrivato ieri sera dal presidente Obama, nonostante la notizia si fosse già diffusa nel pomeriggio. Dopo l’abbandono dello sfidante Larry Summers, la Yellen è diventata la scelta migliore possibile per la successione al trono della potente banca centrale americana. A febbraio sostituirà Ben Bernanke, di cui era vice dal 2010.
Avevamo già spiegato perché fosse la persona giusta per quel ruolo, al contrario dello sfidante Summers. Ecco ora cinque cose da sapere su di lei.
1) Yellen, 67 anni, sarà la prima donna a salire sul trono della Fed nei suoi cento anni di storia. Ruolo di una tale importanza, in termini di politica economica, da essere considerato secondo solo alla Presidenza stessa degli Usa. Fatto ancor più simbolico dopo le frasi di Summers, che definì il cervello delle donne come inadatto per una carriera scientifica. Oltre a Yellen, le donne più influenti nell’economia globale sono Angela Merkel e Christine Lagarde (vertice dell’Fmi).
2) Newyorkese di nascita, vanta un curriculum formidabile: dopo il Ph.D. A Yale ha insegnato per dieci anni a Berkeley, quindi ad Harvard e alla London School of Economics. Economisti anche il figlio e il marito, George Askerlof, premio Nobel nel 2001. Quindi la carriera alla presidenza della Fed di San Francisco e nel consiglio degli advisor economici di Bill Clinton, per finire alla Vice-presidenza di Bernanke. Non è mai stata nei libri paga di grandi banche o hedge fund, cosa di cui invece è stato accusato il suo ex avversario.
3) Politicamente è di orientamento democratico, ed è la prima volta dopo quasi 30 anni che i repubblicani perdono la presidenza della Fed (cioè fin dalla nomina di Alan Greenspan da parte di Ronald Reagan nel 1987). Nonostante questo, la ratificazione della nomina da parte del parlamento dovrebbe passare senza problemi, anche se qualche repubblicano ha già annunciato il suo voto contrario.
4) È considerata una “colomba”, per il suo dichiarato appoggio alle politiche monetarie espansive intraprese dalla Fed negli ultimi anni. Non solo è favorevole a mantenerle anche nei prossimi mesi, ma il suo atteggiamento è considerato più “espansivo” anche di quello di Bernanke. Questo significa che i tassi di interesse rimarranno vicini a zero ancora a lungo (cioè in situazione di “trappola della liquidità), e che continueranno in contemporanea le due misure di politica monetaria “non convenzionali” introdotte da Bernanke: Quantitave Easing e Forward Guidance, scrivendo così una nuova pagina nei libri di economia monetaria.
5) È una liberale, ma fa anche parte di quella controcultura critica, nel mondo accademico, verso l’efficienza assoluta del mercato neo-liberista. Da sempre sostenitrice dell’intervento pubblico nel mercato per prevenire distorsioni e limiti alla crescita, oltre che del controllo dello strapotere delle banche “too big to fail”. Nonostante questo, ha ricevuto l’appoggio anche di quotidiani non proprio di sinistra, come il Wall Street Journal.
In conclusione, la nomina di Janet Yellen è una buona notizia per l’economia globale. Non solo: è anche una importante novità per il grande dibattito politico che ha accompagnato la sua investitura. Questo perché, durante la crisi, le decisioni economiche della Fed hanno acquisito sempre più importanza – e hanno reso l’istituzione un vero e proprio attore politico. E come tale, soggetto ad accountabilty (cioè il dover rendere conto a qualcuno delle proprie scelte). È per questo che Obama è stato costretto a scegliere la Yellen al posto del proprio candidato, Summers. Ed è stata una fortuna.
Potrebbe essere una tradizione destinata a durare nel tempo, e, chissà, favorire in futuro la nomina di tecnici più competenti. L’economia mondiale ne gioverebbe.
Commerciale