Califfi, curdi, occidentali, intellettuali e la Signora Incertezza

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Nei sunniti e negli sciiti si trova il volto più puro e arcaico del conflitto religioso musulmano nel mondo, ma vi sono aeree del pianeta in cui la contrapposizione passa dalla teologia alla politica: sunniti e sciiti si circondano di una miriade di Sancho Panza, tra cui domina la Signora Incertezza, un pericoloso aiutante che spesso segue lo sfaldamento dei governi.
È quanto succede tra i confini dell’Iraq: il 15 Agosto il presidente sciita al-Maliki ha rassegnato le dimissioni, favorendo l’ascesa del vice ministro del Parlamento di Baghdad, Haider al-Abadi. 

Quest’ultimo é stato proposto da 130 parlamentari dell’Alleanza Nazionale, il blocco parlamentare sciita, ma é stato il Presidente della Repubblica ad incaricarlo ufficialmente di formare un nuovo governo, ricevendo l’approvazione dell’ONU, degli Usa e dell’Ue. 
L’uscente al-Maliki, al governo dal 2006, ha prima parlato di violazione della costituzione – dispiegando polizia, esercito e unità antiterrorismo intorno alla zona delle ambasciate e degli uffici governativi – poi si è detto pronto a intraprendere un’azione legale per impedire l’ascesa dell’avversario; infine, pressato dalla Comunità Internazionale e dal dilagante malcontento popolare, ha accettato di dimettersi il 15 Agosto.

Ma a questa boccata di fragile stabilità politica fa eco l’indomita Signora Incertezza: si insinua tra villaggi, campagne e corsi d’acqua, teatri di scontri tra i miliziani dell’IS e l’esercito iracheno affiancato da quello dei peshmerga curdi e dai droni statunitensi. 
È anche grazie al massiccio intervento degli aerei teleguidati delle forze USA che la diga di Mosul – o parte di essa, a seconda delle fonti – è stata sottratta alle forze dell’IS nel pomeriggio del 17: come avevamo già raccontato, questa guerra sarà soprattutto una lotta per il controllo delle risorse idriche da cui dipendono il settore agricolo e l’approvvigionamento del Paese.

Tra i Sunniti, gli Sciiti, l’IS, i curdi e al-Abadi s’insinuano non solo gli Stati Uniti di Obama, ma anche la Francia, l’Inghilterra e la Germania: necessari per alcuni, ingombranti per altriI transalpini hanno deciso di fornire armi ai curdi, come approvato dal consiglio dell’UE; tedeschi e britannici per ora si limitano a inviare aiuti umanitari.
In Italia il ministro degli Esteri Mogherini si è detta favorevole a fornire armi ai curdi, ma la decisione finale verrà presa dal Parlamento nella seduta del 20 Agosto. Che a quanto pare sarà piuttosto deserta – sai che novità: spicca nel florilegio di scuse l’onorevole Razzi, la cui assenza è “giustificata” dal compleanno della suocera (ipse dixit).

Ancora una volta, insomma, le grandi potenze del mondo hanno deciso di inserirsi nella “ricostruzione” di uno Stato – termine utilizzato dal cardinale Filoni, inviato da Bergoglio a Erbil.
L’opinione più diffusa è che, fondamentalmente, il Medio Oriente da solo non possa farcela. E che sia troppo prezioso per essere lasciato nelle mani di ribelli e jihadisti.
S’interviene nuovamente in Iraq, com’è successo 20 e 10 anni fa. S’interviene in Iraq com’è successo nella fallimentare Primavera Araba, dall’Egitto alla Siria. S’interviene indossando la maschera che indossano i benefattori, mettendo in luce i propri successi e occultando gli insuccessi destinati a sorgere più in là nel tempo.

C’è chi già grida allo scandalo, criticando l’onnipresente interventismo occidentale, che sia sotto forma di marines o sotto forma di medicinali o di armi.
Ma alcuni già guardano con preoccupazione i peshmerga curdi: potrebbero rivelarsi una pericolosa minoranza di ribelli che, da noi fomentata e armata con miope sufficienza, potrà tradursi nel prossimo pericolo del Medio Oriente. E quindi nel prossimo incentivo all’interventismo occidentale. 
D’altra parte, non sono nemmeno così fondate le teorie secondo cui le sole forze del neo Presidente al-Abadi unite a quelle dei curdi di Erbil sarebbero in futuro in grado di fermare l’avanzata del Califfo: senza i deleteri e indiscriminati droni americani, avrebbero avuto la forza di riconquistare anche solo la diga di Mosul?

Elle Ti
@twitTagli

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