
La nuova soluzione degli europeisti delusi dal Brexit e dagli “inglesi idioti” è l’abolizione del suffragio universale. «Elettori disinformati producono disastri epocali. Per votare servirebbe l’esame di cittadinanza», scrive il sindaco Pd di Bergamo Giorgio Gori su Twitter.
«I vecchi, i poveri, gli ignoranti votano senza preoccuparsi delle conseguenze e creano un problema enorme – e del tutto evitabile – a se stessi e agli altri», leggo con un brivido su Gli Stati Generali.
Su Facebook brulicano i commenti di gente di sinistra che non vede l’ora di privare del diritto di voto tutti quelli che non la pensano come loro.
Dietro la tesi che chiunque non voti come me è un idiota o un ignorante, non c’è un semplice snobismo aristocratico, ma vi è implicitamente sottesa una carica violenta. Che questi cupi auspici arrivino dalla sinistra, la cui vocazione storica è sempre stata quella di saper parlare alle masse e di educarle all’esercizio della libertà, lascia sgomenti.
Perché la destra populista ha successo? Perché sa interpretare l’umore della gente meglio di una sinistra ormai imborghesita e appesantita da una boriosa superiorità morale.
Il vecchio strumento cesaristico del plebiscito referendario funziona perché per troppo tempo l’uomo della strada non è stato consultato sulle decisioni che lo riguardavano.
L’estrema destra risponde alla crisi della democrazia rappresentativa interpellando direttamente il popolo con tutta la demagogia di cui è capace.
La sinistra, invece, risponde chiedendo maggiori cessioni di sovranità a organismi sovranazionali elitari e tecnocratici e invocando l’abolizione di un diritto per cui lei stessa si è battuta in passato a colpi di rivoluzioni.
Secondo voi, chi vincerà?
Jacopo Di Miceli
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