C’è una piccola contraddizione in termini del MoVimento 5 Stelle, un nodo gordiano, dal quale è davvero difficile uscire. Un problema logico, vero e proprio.
Presentiamone i due protagonisti: da una parte, il programma – o meglio, il non-programma del MoVimento 5 Stelle, che è riassunto in questo documento qui. Si parla di tutte le iniziative che vorrebbe mettere in campo il movimento politico di Beppe Grillo una volta salito al governo: si va dall’abolizione delle province, alla cittadinanza digitale per nascita, al blocco della TAV. Insomma, tutto quello che Beppe Grillo ha promesso e sta continuando a promettere (tra una parolaccia e l’altra) nel suo siparietto tragicomico che (non) va in onda in ogni città italiana.
Dall’altra parte vi è il concetto-base del MoVimento 5 Stelle, la “Democrazia diretta” ribadita nell’intervista dedicata al M5S dalla candidata Silvia Chimienti. Le decisioni non verranno prese personalmente dal parlamentare ma ci sarà un confronto diretto con i cittadini per ascoltare le loro opinioni su ogni cosa. Teoricamente, fin qui tutto quadra.
Ma c’è un “ma”: se tutte le decisioni politiche vengono prese da una sorta di parlamento digitale, in comunione con i cittadini (e soprattutto con gli iscritti), e però al contempo c’è un programma, anche molto dettagliato che punto per punto elenca gli obbiettivi da raggiungere, se qualcuno è contrario (intendo, la maggioranza degli iscritti; o comunque la maggioranza di chi partecipa a tale voto è contraria) ad un punto del programma cosa succede?
Facciamo un’ipotesi assurda. Mettiamo che il MoVimento 5 Stelle ha presentato una legge per bloccare il TAV, il loro cavallo di battaglia storico. Poiché le decisioni non possono essere prese da un solo parlamentare, ma debbono essere condivise con i cittadini, si va al voto punto per punto, stando a quel che loro dicono. Se (ribadisco il “per assurdo”) la maggioranza dei cittadini che ha il diritto di voto in questo “Parlamento virtuale” si esprimesse a favore del TAV, che succederebbe? Tutto ciò, ovviamente, dando per scontato che effettivamente tutti abbiano diritto al voto, che il voto sia uguale per tutti e che non ci siano trucchi o votazioni pilotate: la presunzione di innocenza e regolarità è sempre valida.
Ora: la situazione del TAV è alquanto paradossale, e sul punto una votazione contraria ha le stesse probabilità di respingere un meteorite con una racchetta da tennis. Ma in linea teorica questo può avvenire: magari non sarà per il TAV, ma per qualsiasi altra questione che riguardi una qualunque votazione. Ripeto, cosa succederebbe in caso di contrasto tra programma e votazione?
È questo il nodo gordiano: il MoVimento 5 Stelle (o meglio, Grillo) può fare tre cose: la prima è votare secondo la vox populi, sacrificando un punto del programma – ma in questo caso, sarebbe un via libera per i detrattori, che darebbero (a ragione) dell’incoerente a Beppe Grillo; la seconda è infischiarsene delle votazioni e votare secondo il programma. Ma qui sarebbero i cittadini partecipanti alla votazione a risentirsi alquanto, denunciando l’assenza di democrazia all’interno del MoVimento e liquidando la “democrazia diretta” come l’ennesimo specchio per le allodole, come le tante promesse elettorali; la terza sarebbe astenersi, andando contro sia uno che l’altro. In ogni caso, nel caso che il consenso non sia granitico e indiscriminato, si va ad intaccare quell’aura di infallibilità e di superiorità morale del MoVimento. Come si esce da questo nodo gordiano?
Resto convinto che il MoVimento in Parlamento scoppierà come una bolla di sapone. Ecco uno dei motivi – se si dà per scontata la correttezza. Se si aggiunge il limite obiettivo di non avere sedi, segretari provinciali o regionali, sezioni, si capisce perché questa formazione politica si limiterà soltanto ai proclami del Conducator. Il MoVimento 5 Stelle è fondato su una contraddizione in termini. Vogliamo fare la democrazia diretta? Allora non dovrebbe esserci un programma. Vogliamo fare un programma? Ottimo: a mare la democrazia diretta. Salvare capra e cavoli, facendo le mosse sbagliate, potrebbe non essere possibile.
Alessandro Sabatino