A very British week #1 – Farage combatterà solo con il Labour (ma forse così lo avvantaggia)

Una rassegna settimanale dei fatti più salienti della campagna elettorale nella pazza pazza Gran Bretagna

Lunedì 11 novembre

In una conferenza stampa Nigel Farage ha appena annunciato che il suo Brexit Party non presenterà candidati nei 317 collegi attualmente rappresentati da parlamentari Conservatori. Farage sarà in competizione solo con il Labour e altri partiti anti Brexit. All’apparenza una ottima notizia per Johnson. Tuttavia Farage si candiderà anche nei collegi “marginali” laburisti e cioè quelli in cui i Tories hanno chance di battere il Labour. Questo potrebbe favorire i candidati di Corbyn.

Martedì 12 novembre

Il Labour ha presentato le sue proposte nel campo dell’istruzione. Il punto focale è la promessa di garantire alla popolazione adulta di poter tornare a studiare e assicurarsi un titolo di studio. Questo garantendo istruzione gratuita per sei anni e borse di studio per le persone con un basso reddito. L’obiettivo – ambizioso – è anche quello di sostenere la creazione di posti di lavoro nei settori della green economy che necessitano una manodopera specializzata che al momento manca.
Inoltre Corbyn ha promesso di abolire le tasse universitarie, istituite dai governi Blair e oggetto di continui rialzi soprattutto nei 5 anni del governo di coalizione Cameron-Clegg, quando subirono un’impennata che generò forti proteste in tutto il Paese.

Curiosità: il governo può imporre di abolire le tasse universitarie anche ai poli d’eccellenza come Oxford, Cambridge e London School of Economics, vincolando all’abolizione delle fees il mantenimento dello status giuridico di charity (onlus) e la ricezione di finanziamenti pubblici.

Mercoledì 13 novembre

Il Labour ha denunciato di aver subito nella giornata di lunedì un sofisticato attacco hacker mirato specificatamente contro i sistemi utilizzati per la campagna elettorale.
Su un fronte totalmente diverso, nella serata di ieri sono arrivate due rinunce pesanti da parte di altrettanti candidati LibDem in seggi marginali:

A Canterbury il candidato Tim Walker ha annunciato di non volersi candidare per favorire (in chiave anti Brexit) la rielezione del candidato laburista. Il collegio di Canterbury è stato vinto dal Labour nel 2017 per 200 voti dopo 127 anni di dominio conservatore. Una alleanza locale tra LibDem e Labour in quel collegio favorirebbe la riconferma del parlamentare Laburista.
L’altra rinuncia è arrivata nel collegio di Uxbridge, collegio marginale e soprattutto collegio di Boris Jonhson. Senza una candidatura LibDem aumenterebbero di molto le possibilità del giovane (e musulmano) candidato laburista. Sarebbe la prima volta nella storia in cui un Primo Ministro perderebbe nel proprio collegio.
A livello nazionale tuttavia i LibDem hanno dichiarato di non voler rinunciare alla candidatura nei due collegi, scatenando le proteste del ramo locale di Canterbury e addirittura avendo difficoltà a trovare un candidato disposto a competere.

Jeremy Corbyn, per la prima volta, ha dichiarato che da primo ministro non concederebbe un secondo referendum per l’indipendenza della Scozia durante il suo “primo mandato” cioè sino al 2024.

Giovedì 14 novembre

Il governo britannico ha scritto a Bruxelles per comunicare che il Regno Unito non nominerà un commissario europeo. Questo per non violare le regole del purdah elettorale (una sorta di silenzio elettorale: lo spieghiamo al prossimo paragrafo). Una bella tegola per la nuova Commissione, che ha avviato una procedura di infrazione nei confronti di Londra: i britannici, facendo ancora parte a tutti gli effetti dell’Unione, sono comunque obbligati a nominare un commissario.

Curiosità: il purdah è il periodo tra lo scioglimento della Camera e il giuramento dei nuovi parlamentari e ministri. Durante questo periodo il Governo non può annunciare politiche nuove o controverse che potrebbero influenzare gli elettori: le conseguenze per la sua violazione sono gravi ed è generalmente rispettato.
Il termine viene dal persiano, dove indica la segregazione dei sessi e l’uso del velo per le donne. Un’altra traccia del fu Impero Britannico.

La campagna elettorale è stata inoltre dominata dalla pubblicazione dei dati delle liste di attesa degli ospedali pubblici, che sono risultati i peggiori da quando esistono le statistiche.
L’NHS (National Health Service), il servizio sanitario nazionale, gratuito per tutti, è la grande “invenzione” del governo laburista di Clement Attlee e in tutte le rilevazioni risulta come l’istituzione più amata del Regno Unito.
La difesa dell’NHS è da sempre uno dei cavalli di battaglia del Partito Laburista, che ha accusato in questi anni i governi Tories (e LibDem) di averlo falcidiato con i tagli.
Dal canto loro i Conservatori hanno sempre sostenuto che i tagli erano frutto del deficit lasciato dai Laburisti e Theresa May prima e Boris Johnson adesso hanno promesso per il prossimo futuro un forte rifinanziamento dell’NHS.

Venerdì 15 novembre

Prima ancora di pubblicare il programma elettorale, il Labour lancia la prima sorpresa: internet a fibra ottica, gratuito per tutti, in tutto il Paese, con una particolare attenzione per le regioni che sono state escluse dagli operatori privati perché poco redditizie (il video di lancio della proposta è incentrato su di loro).
Il costo stimato è di venti miliardi.

In una intervista televisiva Boris Johnson tenta di rispondere alla domanda: come possono i cittadini britannici identificarsi con lei e la sua famiglia? (Boris Johnson viene da una famiglia estremamente ricca, è nato a New York, ha studiato prima a Bruxelles per poi andare a Eton (dove studiano i maschi della famiglia reale) e poi ovviamente a Oxford. Non è difficile capire perché faccia fatica a rispondere alla domanda…)

La presentazione delle candidature conferma che LibDem hanno sostituito il candidato nel seggio di Canterbury, vinto nel 2017 per una manciata di voti da un laburista pro-europa, che si era ritirato per impedire una vittoria dei conservatori.
Il nuovo candidato non è stato nominato dal partito locale, che si è rifiutato di collaborare con la sostituzione. Subito dopo l’annuncio, il candidato del Brexit Party ha dichiarato di non voler presentare la sua candidatura.
I conservatori non avranno competizione da destra, mentre la strada parte già in salita per i laburisti. Pesanti critiche anche dall’interno dei LibDem, non tutti hanno accettato la linea anti-laburista a queste elezioni.

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Domenico Cerabona e Federico D’Ambrosio

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